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Esitazione vaccinale, ciò che la storia ci suggerisce di non fare

È ancora presto per capire quale potrebbe essere l’impatto dell’esitazione verso i vaccini anti-Covid sull’efficacia delle campagne, ed è difficile prevedere il grado di successo delle campagne di vaccinazione. Se si guarda alla storia dei secoli passati, a partire dalla pratica della variolazione, ci si rende conto che con l’avanzare della modernità i tratti che consentono una migliore efficienza sociale sul piano economico, politico o educativo espongono maggiormente, rispetto a contesti più vicini a quelli dell’adattamento evolutivo, a comportamenti dissonanti e in qualche misura autolesivi o apparentemente irrazionali. In questo senso, la storia può suggerire qualcosa su quello che non si dovrebbe fare.

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Un’inchiesta pubblicata dal New York Times qualche giorno fa sulla resistenza alle vaccinazioni anti-Covid nell’America rurale e radicalmente religiosa del Tennessee, conferma che il fenomeno dell’esitanza vaccinale è culturalmente complesso, ma in ogni caso ha una base emotiva e non dipende da ignoranza o stupidità.

Il furto della notte: l’inquinamento luminoso tra conseguenze e soluzioni

In Cieli neri. Come l’inquinamento luminoso ci sta rubando la notte, Irene Borgna racconta del viaggio che l’ha portata sotto i cieli più scuri d’Europa: un’occasione per riflettere sul problema, spesso sottostimato, dell’inquinamento luminoso, indagandone i danni che causa a noi e agli altri animali e le soluzioni per ridurlo. Dopo la lettura del libro, abbiamo fatto quattro chiacchiere con l’autrice.

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Non ha il cattivo odore dello smog e non ci disturba quanto il rumore del traffico: la maggior parte di noi non è probabilmente nemmeno consapevole dell’inquinamento luminoso e dei suoi danni, che pure non sono meno importanti di quelli di altre forme d’inquinamento. Proprio al problema dell’inquinamento luminoso è dedicato Cieli neri.

Il cervello predittivo. La tensione del conoscere tra incertezza e aspettativa

Il nostro cervello è così dedito alla gestione dell'incertezza che può essere considerato un organo predittivo. Più precisamente, il modello del paradigma predittivo suggerisce che la nostra conoscenza del mondo sia sempre guidata dal bilanciamento di due principi, uno di ordine economico, che spinge al contenimento del dispendio energetico, e uno di ordine evolutivo, vincolato alla necessità di apprendimento.

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L’incertezza, in generale, non piace agli esseri viventi, tanto meno agli umani che si sono adoperati per millenni a erigere mura di conoscenza contro i fantasmi dell’indeterminatezza. Oggi sappiamo che l’incertezza è decisamente sgradevole perché è l’ostacolo con cui i nostri sistemi cognitivi si scontrano quotidianamente.

Italia-Inghilterra: dallo tsunami a una via di uscita da Covid-19?

Dal confronto tra l’analisi di mortalità in Italia e Inghilterra emerge l’importanza di avere un sistema informativo efficiente, rapido e integrato.

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Il 21 aprile è stato pubblicato il rapporto ISTAT sulla mortalità per causa di morte e luogo di decesso in Italia nel periodo marzo-aprile 2020, che conferma lo tsunami che ha colpito in prevalenza il Nord Italia. La mortalità totale mostra un eccesso di 49 000 morti rispetto alla media dei cinque anni precedenti, 2015-2019, di cui 29 210 sono attribuiti a Covid-19 (60%).

Meno controlli e meno ricerca: l’impatto di Covid-19 sui pazienti oncologici

La pandemia di Covid-19 ha avuto un impatto pesante sulle patologie croniche, come il cancro, e su quelle acute, come l’infarto del miocardio: associazioni e professionisti della sanità chiedono al governo di provvedere con urgenza, garantendo la ripresa degli screening e della chirurgia in elezione e un’accelerazione delle vaccinazioni per i pazienti ultrafragili.

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Oltre 600 mila nuove diagnosi e 350 mila nuovi trattamenti oncologici in meno durante il 2020 e un calo del 50% dei ricoveri per infarto acuto del miocardio nel marzo 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. È l’altra faccia di Covid-19, quella che impatta sulle patologie croniche come il cancro e su quelle acute come l’infarto del miocardio.

Un programma per finanziare i ricercatori italiani con grant individuali

Oltre 80 ricercatori che operano nel campo delle Life Sciences e che appartengono all'European Molecular Biology Organization hanno formulato una proposta per il governo che riguarda la possibilità di utilizzare parte dei fondi disponibili per l'attivazione di un programma di finanziamento di progetti di ricerca individuali e pluriennali, e valutati con un sistema che si ispira a quello messo in atto dall'European Research Council. Che sia la volta buona? Immagine: Pixabay.

Oltre 80 ricercatori che operano nel campo delle scienze della vita e che appartengono all'European Molecular Biology Organization hanno formulato una proposta per il governo che riguarda la possibilità di utilizzare parte dei fondi disponibili con il prossimo PNRR per l'attivazione di un programma di finanziamento di progetti di ricerca curiosity driven, guidati da un singolo principal investigator, e valutati con un sistema che si ispira a quello messo in atto dall'European Research Council.

Per fare rete tra i comunicatori della scienza

Con questa lettera, partendo dalla vicenda legata a un recente bando dell’Agenzia italiana del farmaco (AIFA), vorremmo portare all’attenzione delle istituzioni scientifiche italiane l’importanza della comunicazione pubblica e istituzionale della scienza e, in particolare, del ruolo professionalizzante dei Master in Comunicazione della Scienza italiani.

Regolare l'intelligenza artificiale: la proposta della Commissione Europea

Crediti immagine: EFF Photos / Flickr. Licenza: CC BY 2.0.

Mercoledì la Commissione Europea ha presentato un quadro giuridico per regolare l’uso dell’intelligenza artificiale nell’Unione. Si tratta di una proposta che verrà valutata dal Consiglio d’Europa e dal Parlamento nei prossimi due anni e diventerà Regolamento non prima del 2023. Da quel momento, ciascuno degli stati membri dovrà adeguare le proprie leggi nazionali per rispettarne i contenuti.

Qual è il ruolo dell’etichettatura Nutriscore per una scelta alimentare consapevole?

Il sistema Nutriscore, nuovamente sotto i riflettori, potrebbe aiutare i consumatori a prediligere i prodotti della dieta mediterranea – prevalentemente frutta, verdura, cereali, proteine vegetali – e quindi ridurre il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, obesità e tumori. Ne abbiamo parlato con Mauro Serafini, nutrizionista Highly Cited del Gruppo 2003 e professore ordinario di Alimentazione e Nutrizione Umana all’Università di Teramo.

Immagine: Pixabay.

In Italia è recentemente riemersa la discussione sui sistemi di etichettatura alimentare, contrapponendo, in particolare, il Nutriscore (il sistema a cinque colori) al Nutrinform (il sistema “a batteria”).

Il gioco di lotta come sostituto di una vera aggressione

Nella letteratura scientifica, il comportamento di gioco è tendenzialmente associato a una condizione positiva: ma un nuovo studio condotto nei maialini prima dello svezzamento suggerisce che possa, in realtà, fare da sostituto di una vera interazione aggressiva. Ci sarebbe, insomma, un “lato oscuro” del gioco, che si associa anche a mood negativi.

Crediti immagine: Marek Piwnicki/Unsplash

Se pensiamo al gioco, tra noi come tra gli altri animali, tendiamo ad associarlo a una situazione piacevole. La stessa associazione la fa anche, in genere, la letteratura scientifica: nei molti lavori dedicati al gioco tra gli animali non umani, infatti, questo è visto come un comportamento che a sua volta favorisce i comportamenti affiliativi e grazie al quale, quindi, si rinforzano i legami sociali. Ma il gioco potrebbe avere anche un altro ruolo, associato a situazioni meno positive?