Rinascimento psichedelico, gli studi sulla psilocibina

Il “Rinascimento psichedelico” indica la riaccensione dell’interesse verso le proprietà psicoterapeutiche di una classe di farmaci che negli anni '50 e '60 furono oggetto di numerosi studi clinici, in vista di un uso terapeutico, ma che subirono un’improvvisa battuta d’arresto nei primi anni '70, quando fu proibito sia l'uso ricreazionale sia quello terapeutico di queste sostanze. Un aspetto alla base della nuova stagione di questi studi è il rigore metodologico, basato su studi clinici randomizzati e controllati in doppio cieco nei quali si sono cimentati alcuni tra i migliori gruppi di psicofarmacologia clinica: qui ripercorriamo quelli riguardanti la psilocibina, focalizzati in particolare sui disturbi d'interesse psichiatrico.
Crediti immagine: Mario Klingemann/Flickr. Licenza: CC BY-NC 2.0
Inserendo il termine psychedelic come parola chiave di ricerca nel sito ClinicalTrials.gov, il database di studi clinici mantenuto dai National Institutes of Health statunitensi, si ottengono 315 trial clinici che utilizzano farmaci appartenenti a diverse categorie farmacologiche: allucinogeni (psilocibina, LSD, mescalina, dimetiltriptamina); analoghi o derivati sintetici del tetraidrocannabinolo (il principio attivo della Cannabis, nella forma di dronabinol o marinol), derivati anfetaminici (MDMA, ecstasy), derivati della Salvia divinorum e dell’ibogain







