La libertà è sopravvalutata: cervello, mente e ragionevoli sospetti

Chi potrebbe mai negare l’esperienza soggettiva di prendere una decisione, di scegliere quale vestito indossare, cosa mangiare, che farne della propria esistenza? Chi mai potrebbe negare l’esistenza del libero arbitrio? Eppure, scrive Giuseppe Trautteur nel suo Il Prigioniero libero, da poco uscito per Adelphi, «allungare una mano per prendere un bicchiere d’acqua potrebbe coinvolgere l’intero Universo». La recensione di Cristian Fuschetto.
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