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Primo elenco di indicatori nazionali d’impatto dei cambiamenti climatici: il rapporto SNPA

Il Sistema Nazionale di Protezione Ambientale ha elaborato 50 indicatori nazionali e regionali per misurare l'impatto dei cambiamenti climatici sul territorio nazionale, alcuni dei quali necessitano di dati non ancora disponibili. Inoltre, per agevolare l'utilizzo di indicatori di questo tipo, sono stati individuate dodici buone pratiche sul territorio nazionale e non solo.

Immagine: Pixabay.

Il Sistema Nazionale di Protezione Ambientale (SNPA) ha da poco pubblicato e presentato il primo Rapporto sugli indicatori di impatto dei cambiamenti climatici in Italia. Nel rapporto vengono per la prima volta elaborati degli indicatori che cercano di quantificare gli impatti dei cambiamenti climatici sui sistemi naturali e umani, tra cui la salute, l’economia e le infrastrutture.

Per essere sostenibile l'agricoltura deve essere di precisione

Il DDL 988, approvato dal Senato e ora in attesa di approvazione alla Camera, assegna ruoli e futuri finanziamenti all'agricoltura biodinamica, i cui benefici per la collettività non sono supportati da evidenze scientifiche. In una recente pubblicazione della European Court of Auditors si legge che sebbene oltre un quarto di tutta la spesa agricola dell'UE nel periodo 2014-2020 sia stata destinata a misure per contrastare il cambiamento climatico, le emissioni di gas a effetto serra prodotte dall'agricoltura non sono comunque diminuite dal 2010. Questo è accaduto perché sono state finanziate attività a basso potenziale di mitigazione del clima senza incentivare invece pratiche di provata efficacia scientifica, come i metodi dell’agricoltura di precisione. Il potenziale di questi metodi è elevato e si fonda su solide basi scientifiche. Su quali basi possiamo invece affermare che i metodi biodinamici siano più sostenibili di altri? Non dovremmo, forse, procedere con i dovuti approfondimenti scientifici per garantire obiettività, imparzialità e impersonalità, in modo che le decisioni non vengano influenzate dai sentimenti personali, dalla scala di valori e dalle credenze o peggio ancora da conflitti d’interesse? Gli studi sulla maggiore sostenibilità dell'agricoltura di precisione sono pubblici e i legislatori dovrebbero utilizzarli per costruire una legge sull’agricoltura che abbia a cuore l’ambiente, le aziende e i consumatori.

Nell'immagine il monitoraggio di piante di avocado. Credit: Wikimedia Commons. Licenza: Public Domain.

In queste ultime settimane ho seguito con attenzione e crescente preoccupazione gli esiti del DDL 998 sull’agricoltura biologica e biodinamica approvato dal Senato e ora all’esame della Camera, con tutto il dibattito che ne è seguito. A mio avviso, il messaggio pubblico che passa è che il biodinamico, pur rientrando nella grande famiglia del biologico e avendo potenzialmente gli stessi effetti del biologico, richiede in ogni caso una propria specificazione e dignità.

Mi chiamo Bill e vi dico io come salvare il Pianeta

In Clima, come evitare il disastro (La nave di Teseo, 2021), Bill Gates offre una mappa di come imbarcarci nella lotta alla crisi climatica: la recensione di Luca Carra.
L’articolo, in forma leggermente ridotta, è stato pubblicato da L’Indice, numero di luglio 2021.

Crediti immagine: Wikimedia Commons. Licenza: CC BY-SA 2.0

Se un miliardario si occupa di clima serpeggia il sospetto che lo stia facendo per chissà quali reconditi motivi. Il fatto poi che il suddetto miliardario sostenga società impegnate nello sviluppo di nuove soluzioni verdi trasforma il sospetto in condanna. Rimane il fatto che Clima, come evitare il disastro (La nave di Teseo, 2021) sia un libro ben argomentato e altrettanto ben scritto.

La fisica delle reti finanziarie: intervista a Guido Caldarelli

Immagine Unsplash.

Al cuore della crisi finanziaria del 2007-2008, culminata con la dichiarazione di bancarotta della banca di investimenti Lehman Brothers e dal salvataggio di stato di numerosi altri istituti statunitensi, c’è la fitta trama di connessioni tra gli attori del sistema finanziario costruita intorno al mercato immobiliare americano e, in particolare, alla concessione di mutui sulla casa e alla compravendita di assicurazioni su questi mutui.

Mitigare gli impatti della crescita demografica: salute riproduttiva ed emancipazione femminile

Per ridurre gli impatti della crescita demografica bisogna agire laddove le proiezioni indicano che sarà più concentrata, cioè specialmente nei paesi ancora poveri. Le soluzioni da utilizzare non sono antidemocratici controlli delle nascite ma strutturati investimenti in istruzione e ricerca, anzitutto per fornire maggiore consapevolezza sessuale e metodi contraccettivi moderni a tutti, in particolare alle donne.

Immagine: Pixabay.

Nell’articolo Un pianeta affollato a Sud e invecchiato a Nord abbiamo visto quanto la crescita demografica si sia concentrata in Asia nel recente passato e si concentrerà ora prevalentemente in Africa; nell’articolo Crescita demografica: siamo troppi per clima e risorse? abbiamo considerato l’impatto della crescita demografica s

Come cambierà il clima in Europa? Le correnti nel Nord Atlantico sembrano fornire la risposta

I modelli previsionali climatici forniscono stime diverse sul possibile riscaldamento terrestre nei prossimi anni: da un minimo di 1,5°C a oltre 4,5°C. Ma da cosa dipendono queste differenze? Per quanto riguarda l’Europa, in un recente studio pubblicato su Nature Communications, un gruppo di ricercatori dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del CNR e del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture (DIATI) del Politecnico di Torino, guidato da Katinka Bellomo, individua la causa nelle correnti del Nord Atlantico: a seconda di quanto queste diminuiscono, infatti, si potrà avere un maggiore o minore aumento della temperatura in Europa.

Crediti immagine: Michael Pritchard/Unsplash

Gli scienziati sono concordi nell’affermare che il clima si stia surriscaldando per via dei gas serra: dall’inizio del secolo, la temperatura media a livello globale è già aumentata di circa 1°C. Tuttavia, i modelli climatici utilizzati per fare previsioni sul clima del futuro non sono precisi su quanto in totale ci si possa attendere che la Terra si riscaldi.

Machine learning in radioterapia: il problema è conquistare la fiducia degli oncologi

L'integrazione di sistemi di machine learning in ambito sanitario deve essere condotto nel rispetto delle procedure decisionali esistenti. Questo è il messaggio principale di un lavoro condotto da un gruppo di ricercatori della University Health Network di Toronto in Canada che hanno sperimentato l'impiego di un algoritmo di machine learning per la pianificazione dei piani di trattamento radioterapici di pazienti con tumore della prostata. Lo studio è stato condotto presso il Princess Margaret Cancer Centre, il maggiore centro oncologico canadese, e ha concluso che i piani generati automaticamente sono clinicamente accettabili nella maggior parte dei casi. Tuttavia, ha anche visto che gli oncologi tendono a scegliere il piano che percepiscono come generato automaticamente meno di frequente se il paziente deve essere ancora trattato, preferendo quello elaborato dai fisici medici. Al contrario, in un contesto retrospettivo, gli oncologi prefeirscono nella grande maggioranza dei casi il piano generato dall'algoritmo rispetto a quello elaborato dai fisici medici.

Nell'immagine un simulatore CT per la pianificazione dei piani di radioterapia. Credit: IAEA Imagebank/Flickr. Licenza: CC BY-NC-ND 2.0.

In ambito medico, sono ormai numerosi gli algoritmi di machine learning, sistemi di apprendimento automatico basato sui dati, sviluppati sia per la diagnosi che per il trattamento di diverse patologie. Finora però la loro efficacia è stata valutata prevalentemente fuori dall’ambiente clinico.

Prima distribuzione wireless di una chiave quantistica generata con quantum dot

Un gruppo di ricercatori del dipartimento di fisica della Sapienza Università di Roma ha inviato una chiave quantistica in modalità wireless tra due edifici del campus distanti circa 250 metri, usando come sorgente un quantum dot, un particolare tipo di dispositivo semiconduttore di dimensioni nanometriche. Si tratta di un protocollo di crittografia quantistica basato sul fenomeno dell'entanglement, che caratterizza le coppie di fotoni (particelle di luce) emesse da questi dispositivi. La chiave quantistica serve sia a decifrare il messaggio inviato attraverso un canale classico, sia ad allertare in caso di attacchi di terze parti. Le sorgenti di fotoni entangled più convenzionali hanno il difetto di emettere coppie di fotoni identiche quasi contemporaneamente. Questo mette a rischio la sicurezza della chiave, perché una terza parte può "leggere" le informazioni portate dai fotoni di una delle due coppie senza che né mittente né destinatario se ne rendano conto. Al contrario i quantum dot emettono singole coppie on demand e rappresentano quindi una soluzione molto promettente per i protocolli di crittografia quantistica.

Un'immagine dell'esperimento, per gentile concessione degli autori (tutti i diritti riservati).

La crittografia è uno degli ingranaggi nascosti della macchina della rete che utilizziamo, talvolta inconsapevolmente, accedendo a un account bancario o comunicando con un conoscente tramite una app di messaggistica. I dati vengono protetti dall’intrusione di terze parti usando algoritmi che richiederebbero risorse computazionali impraticabili per essere attaccati. La sicurezza a medio-lungo termine di questi sistemi di crittografia si basa infatti su assunzioni riguardo le capacità tecnologiche dell’agente ostile.

Dieci anni di FameLab Italia: intervista a Leonardo Alfonsi

Il 18 giugno si è chiuso FameLab 2021: la decima edizione del talent scientifico ne segna un traguardo importante, rappresenta un momento per fare bilanci e tracciare nuove prospettive. Ne abbiamo parlato con Leonardo Alfonsi, direttore di FameLab Italia e di Psiquadro, società di comunicazione della scienza che organizza e coordina la manifestazione nel nostro paese.

Con la vittoria di Michele Dusi si è chiusa il 18 giugno, presso il teatro Sangiorgi di Catania, l’edizione 2021 di FameLab Italia. Il giovane studente di Ingegneria Informatica dell’Università degli Studi di Brescia, con un talk incentrato sulle tecniche che la scienza informatica e matematica stanno elaborando per emulare il processo creativo umano tramite computer, ha saputo convincere la giuria del talent scientifico.

Il modulo tecnologia/economia al tempo di Covid-19

L’epidemia di Covid-19 rappresenta una formidabile prova-di-concetto del rapporto tra scienza e tecnologia. Non c’è dubbio che questo rapporto è risultato largamente virtuoso, se pensiamo alla insospettata velocità con cui abbiamo ottenuto una serie di vaccini contro il SARS-CoV-2 efficaci e sicuri. Questo risultato si deve, in larga misura, alle regole e ai controlli imposti dalle due agenzie regolatorie, che hanno vigilato prima di approvare i vaccini per l’uso umano. Ma cosa accade nei paesi non compiutamente democratici, ancorché tecnologicamente avanzati, come la Russia o la Cina? I due vaccini sviluppati in Cina da Sinovac e Sinopharm si sono rilevati molto meno efficaci dei quattro autorizzati da EMA e FDA, mentre lo Sputnik V sviluppato in Russia non è ancora stato approvato in numerosi paesi perché manca la documentazione necessaria a valutarne sicurezza ed efficacia. Tutto questo ci fa riflettere sulla straordinaria importanza della nostra “bioetica”, termine coniato per la prima volta nel 1970 dall’oncologo americano Van Reasselaer Potter, e da lui definita come “una scienza della sopravvivenza che ha la capacità di coniugare conoscenze biologiche e valori umani”, e che deriva primariamente dai concetti morali della filosofia occidentale. Ma, attenzione! L’equilibrio tra modulo tecnologia/economia e bioetica può essere molto fragile anche nei nostri paesi occidentali e può facilmente saltare.

Nell'immagine fiale del vaccino Sputnik V sviluppato dal Centro nazionale di ricerca epidemiologica e microbiologica Gamaleja di Mosca prodotte nello stabilimento della società Biocad a Sanpietroburgo. Credit: IMF/Flickr. Licenza: CC BY-NC-ND 2.0.

Martin Heidegger vedeva giusto sugli “effetti avversi” della tecnocrazia, che sviluppa potenze tecnologiche fuori controllo, ma non quando pensava che tecnologia e scienza fossero sinonimi. Tecnologia e scienza, anche se in potenza interconnesse, sono profondamente diverse.