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L'inattualità come resistenza nell'era dell'Antropocene

una piantina che cresce su un terreno secco

Un incontro per presentare il libro "Ripensare l'Antropocene" è stato occasione per riflettere sulla crisi ambientale e la responsabilità di università e comunicatrici e comunicatori scientifici in un'epoca in cui la scienza è sotto attacco, e persino le parole per descrivere il cambiamento climatico vengono messe al bando.

La platea che a inizio mese ha assistito all’incontro organizzato dall’Università di Tor Vergata e da Res viva - Centro interuniversitario di ricerche epistemologiche e storiche sulle scienze del vivente, era spaesata. Se avete un po’ di pazienza, fra poco vi diremo perché, ma intanto occorre una premessa.

La salute mentale dei migranti: la parte dimenticata del dibattito pubblico

una fila di persone migranti

La salute mentale delle persone migranti occupa un ruolo marginale nelle attuali narrazioni politiche e mediatiche. Continuare a ignorarla significa trascurare volontariamente un urgente aspetto di giustizia sociale e salute pubblica.

Secondo il World Migration Report 2024 dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, pubblicato nel maggio dello scorso anno, il numero stimato di migranti internazionali è salito a 304 milioni, dei quali circa 117,3 costretti ad allontanarsi dalla terra d’origine per motivi di guerra, violenza, persecuzioni e violazioni dei diritti internazionali.

Perché la de-estinzione è più una trovata di marketing che scienza

acquarello che raffigura un lupo bianco

Rimbalza sui media la notizia della de-estinzione dei metalupi. Ma i cuccioli nati con le tecnologie di editing genetico basate su CRISPR/Cas9 replicano solo alcune caratteristiche della specie estinta, ponendosi più che altro come una trovata di marketing. Intanto, però, i progetti dedicati ai tentativi di de-estinzione sollevano dubbi tanto scientifici quanto etici. Per esempio, ha senso rincorrere fantasmi del passato quando non riusciamo a proteggere il nostro presente?

Di recente, quotidiani e i telegiornali si sono riempiti di titoli roboanti riguardo alla “de-estinzione” di una specie di canide scomparsa circa 10.000 anni fa: il “metalupo”, o dire wolf in inglese. Questo ha riacceso il dibattito sia sui reali riscontri scientifici nel tentativo di riportare in vita specie estinte - un tema molto caro alla fantascienza - sia sull’etica di alcune ricerche nell’ambito dell’ingegneria genetica, generando, come spesso accade in questi casi, anche molta confusione.

Ma cosa c’è di vero in questa storia? Facciamo un passo indietro.

No, il metano non «ti dà una mano»: l’iniziativa di Legambiente per ridurlo

metano tombino

Il metano è un importante gas serra, con forte potere climalterante. Per questo Legambiente ha ideato MetaNO, per fare luce sulle emissioni legate a questo gas generate dal settore agricolo, e ha organizzato un workshop sul tema a Milano. I dati sono preoccupanti, perché la concentrazione di metano in atmosfera sta crescendo rapidamente.

Crediti immagine: Pixabay

Il metano è un gas serra circa 85 volte più potente della CO2 in termini di potere climalterante. Nonostante la sua vita media sia di una decina d’anni (mentre quella della CO2 è nell’ordine dei secoli), deve destare lo stesso preoccupazione: la sua concentrazione in atmosfera sta crescendo velocemente.

Limiti planetari: la Terra oltre il punto di non ritorno?

Il modello dei limiti planetari, che identifica soglie critiche per la stabilità della Terra, presenta alcune criticità. Ma intanto, secondo l'ultimo aggiornamento, sei su nove limiti sono già stati superati.

Nel 2009, un team di 28 scienziati, guidato da Johan Rockström e Will Steffen, ha introdotto il concetto di "limiti planetari". Questo modello, basato su un'analisi scientifica rigorosa, identifica nove processi critici essenziali per la stabilità e la resilienza del sistema Terra, e definisce le soglie ecologiche da rispettare per evitare cambiamenti irreversibili. L'Antropocene ha reso urgente quantificare quanto il sistema Terra possa sopportare senza collassare, evitando cambiamenti improvvisi e disastrosi.

Lettera aperta: le criticità del nuovo Contratto di ricerca

Il nuovo Contratto di ricerca rischia di penalizzare i giovani scienziati e scienziate italiane: in una lettera aperta, docenti e ricercatori denunciano costi insostenibili e minori opportunità per la ricerca.

Con questa breve lettera aperta desideriamo condividere con la comunità scientifica le nostre profonde perplessità riguardo al nuovo Contratto di ricerca (CDR), attualmente in fase di applicazione nel nostro Paese.

Debito comune europeo?

il logo della bandiera eu

È molto probabile che sia necessario rendere strutturale l’indebitamento comune europeo, garantito congiuntamente dai paesi membri in ottica solidaristica, per finanziare investimenti in ricerca, transizione ecologica e welfare. Il dibattito sul debito è vecchio, ma ne abbiamo fatto esperienza col Next Generation Eu e ora con ReArm Europe. Una disamina sullo stato dell’arte.

Immagine Pixabay

Serve fare debito comune europeo. Il dibattito è antico ed è tornato alla ribalta prima col Covid e ora con il riarmo. Le tesi a favore dovrebbero mirare soprattutto su tre punti: 1) il debito comune va reso strutturale, 2) va usato per fare investimenti, 3) gli investimenti devono servire ad accrescere il benessere diffuso. Cioè, sostanzialmente, fare debito comune europeo serve per finanziare welfare, ricerca scientifica e transizione ecologica.

Ma il periodo di detenzione dei figli è parte della pena inflitta alle madri?

una grafica di madre e figlio su sfondo nero

Nel decreto-legge “Sicurezza”, appena approvato, una misura riguarda la detenzione di bambini e bambine costretti a passare i primi anni della propria vita insieme alle madri detenute. Una misura disumana che ne compromette lo sviluppo armonico e che non rispetta la Convenzione Onu dei diritti dell’infanzia e nemmeno l’articolo 32 della Costituzione.

Il 4 aprile scorso quello che doveva essere il disegno di legge “Sicurezza” è stato approvato dal governo, nella forma però di decreto-legge, per evitare la discussione in aula di un testo che aveva raccolto molte critiche e dubbi di costituzionalità, espressi anche da istituzioni nazionali e internazionali. Lo stesso presidente Mattarella ha fatto presente sei rilievi, che sono stati accolti nella versione definitiva del decreto.

Agenti IA come assistenti alla ricerca scientifica

Ritratto immaginario di un ricercatore umano e del suo assistente robot

Il personale di ricerca lavora con un volume crescente di letteratura scientifica e metodologie sempre più complesse, e per questo può avvalersi di nuovi strumenti di supporto: Agent Laboratory, AgentRxiv, AI Scientist-v2 e Co-Scientist sono sistemi basati sull'intelligenza artificiale progettati per supportare questo lavoro.

Il panorama della ricerca scientifica contemporanea presenta diverse sfide significative. Da un lato, la specializzazione crescente richiede competenze sempre più verticali, dall'altro la necessità di studi interdisciplinari comporta la capacità di navigare attraverso domini di conoscenza diversi. Questo paradosso mette pressione sui ricercatori, che devono bilanciare profondità e ampiezza nelle loro indagini.

La corretta informazione medica e l’inganno dell’omeopatia

una mano femminile che regge un bicchiere di acqua

È ben documentato come i prodotti omeopatici non abbiano efficacia superiore al placebo, ma l’industria omeopatica continua a prosperare, sfruttando la mancanza di conoscenze scientifiche del pubblico, una regolamentazione spesso insufficiente e un'informazione a volte ingannevole. Per evitare che molte persone ne paghino il prezzo (sanitario ma anche economico, perché sosteniamo le detrazioni Irpef di prodotti omeopatici) servono una più corretta informazione da parte dei mass media e una presa di coscienza da parte degli organi dello Stato.

La medicina moderna, e più in generale la pratica medica, si basa su solide e rigorose evidenze scientifiche e su test clinici validati dal metodo scientifico. Il tutto per garantire sicurezza ed efficacia nei trattamenti. Perché allora sempre più persone (2 milioni e mezzo di italiani, 100 milioni di persone in Europa, 600 milioni nel mondo) danno credito all’omeopatia, la bizzarra “medicina” immaginata da Hahnemann oltre due secoli fa (basata sulla memoria dell’acqua), ancorché priva di plausibilità biologica e di prove di efficacia?