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Le arche della biodiversità: proteggere la natura oltre l'interesse umano

una veduta del monte Fuji in Giappone

Anche se dovessimo causare una nuova estinzione di massa, la Terra sopravvivrà. E comunque, non è troppo tardi per cambiare rotta: “Le arche della biodiversità” di Alessandro Chiarucci ci guida in un viaggio tra scienza, etica e conservazione per salvare la natura - e noi stessi - anche ampliando il concetto tradizionale di conservazione, che diventa partecipata e radicata dal punto di vista culturale.

Qualunque sia la devastazione che la nostra specie potrà, volontariamente o involontariamente, arrecare al nostro pianeta Terra, questo certamente sopravviverà all’uomo e la biodiversità tornerà, in un futuro lontano per la nostra scala del tempo, a fiorire anche se avremo creato una sesta estinzione di massa. [...] La specie Homo sapiens, e la sua civiltà, non potrà sopravvivere al degrado delle condizioni generali del Pianeta e dei servizi forniti dagli ecosistemi una volta che questi avranno collassato

Astensione all'OMS: un altro segno che la pandemia non ha insegnato niente

medico che inserisce una tessera in un grande puzzle

La pandemia ci ha lasciato molte lezioni, ma il nuovo Piano Pandemico Nazionale sembra ignorarle. A mancare sono le precondizioni essenziali perché funzioni davvero: investimenti, riforme, e una visione innovativa del Servizio Sanitario Nazionale. Senza, il rischio è quello di tornare ai vecchi schemi, più deboli di prima. L'astensione dell'Italia alla votazione sull'Accordo pandemico mondiale tenuta all'OMS è solo l'ultimo segnale di un SSN impreparato a evolversi, dove il ruolo della scienza è marginalizzato. 

Di recente su Scienza in rete Stefania Salmaso e altri per conto della Associazione italiana di epidemiologia hanno commentato la bozza di Piano Pandemico Nazionale con particolare riguardo al ruolo della epidemiologia. L’intervento sottolineava l’importanza di usare «la foresta di esperienze» fatte durante la pandemia.

Gaza e le sfide ambientali della guerra: come ricostruire la vita

Trump pensieroso di fronte a un cartello vendesi nuda proprieta con la proprieta immobiliare di Gaza

Mentre le bombe echeggiano ancora su Gaza, si fa largo il dubbio riguardo a chi gestirà la striscia nel dopoguerra e quali azioni sarà necessario fare per permettere di abitarla di nuovo. Hotel di lusso, casinò e ville sono alcune delle proposte emerse per dimenticare il conflitto, ma ricostruire palazzi demoliti non è l’unica difficoltà dopo una catastrofe. I vecchi conflitti ci insegnano infatti che l’ambiente naturale, nella sua complessità, va considerato come elemento fondamentale.

Lo scorso gennaio il giornale Al Jazeera riportava una stima di 85.000 tonnellate di bombe che, lanciate su Gaza durante il conflitto, hanno ridotto in tonnellate di rovine le abitazioni. Si stima che circa il 10% delle bombe possa aver avuto dei malfunzionamenti e quindi non sia esploso, rimanendo sommerso sotto ai detriti.

Frozen zoo: l’ultima arca per salvare la biodiversità animale

una mano estrae un contenitore congelato

Nei laboratori di tutto il mondo, il DNA di specie estinte e a rischio è custodito in serbatoi d’acciaio a -196°C. Sono “arche congelate” che potrebbero un giorno riportarle in vita, ma tra promesse scientifiche ed etica, la conservazione della biodiversità si gioca sul filo del freddo.

Questo articolo è il risultato di un progetto PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l'Orientamento) che ha coinvolto la 3°F del Liceo Classico e Linguistico G. Romagnosi di Parma, dedicato alle discipline STEM, al racconto della biodiversità e allo sviluppo di competenze di scrittura giornalistica.

Il progetto è stato ideato da Alessia Lodola e Alessandro Vitale, comunicatori della scienza, e dalla professoressa Mariangela Fontechiari, con la partecipazione della giornalista scientifica Anna Violato.

I cipressi di Duprez, piante preistoriche nel Sahara

un cipresso di Duprez

Nel cuore del Sahara, 233 cipressi di Duprez resistono da millenni tra sabbia e silenzio. Relitti viventi di un passato verde, oggi lottano contro l’aridità e l’indifferenza. Un patrimonio fragile da salvare, testimone della biodiversità nascosta nei deserti del mondo.

Crediti immagine: IssamBarhoumi/Wikimedia Commons. Licenza: CC BY-SA 4.0

Questo articolo è il risultato di un progetto PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l'Orientamento) che ha coinvolto la 3°F del Liceo Classico e Linguistico G. Romagnosi di Parma, dedicato alle discipline STEM, al racconto della biodiversità e allo sviluppo di competenze di scrittura giornalistica.

Il progetto è stato ideato da Alessia Lodola e Alessandro Vitale, comunicatori della scienza, e dalla professoressa Mariangela Fontechiari, con la partecipazione della giornalista scientifica Anna Violato.

Natura e science diplomacy tra due Coree: la zona demilitarizzata come laboratorio di biodiversità

il muro della zona demilitarizzata coreana visto da binocolo

Nata per dividere due nazioni, la zona demilitarizzata tra le Coree è oggi un rifugio insperato per la biodiversità. Inaccessibile da decenni, è diventata un santuario naturale dove la vita selvatica prospera lontana dagli essere umani, tra paradossi ecologici e speranze di pace.

Crediti immagine: Wikimedia Commons / Licenza: CC BY 2.5

Questo articolo è il risultato di un progetto PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l'Orientamento) che ha coinvolto la 3°F del Liceo Classico e Linguistico G. Romagnosi di Parma, dedicato alle discipline STEM, al racconto della biodiversità e allo sviluppo di competenze di scrittura giornalistica.

Il progetto è stato ideato da Alessia Lodola e Alessandro Vitale, comunicatori della scienza, e dalla professoressa Mariangela Fontechiari, con la partecipazione della giornalista scientifica Anna Violato.

Il contratto di ricerca va adattato alla situazione delle nostre università

un microscopio in stile acquarellato

Il nuovo Contratto di Ricerca (CDR) solleva questioni che vanno oltre la precarietà: servono risorse, riforme strutturali e una visione condivisa per salvare il futuro della ricerca in Italia.

In merito alla risposta delle assemblee e dei coordinamenti dei precari alla nostra lettera aperta sulle criticità del nuovo Contratto di Ricerca (CDR), desideriamo fare chiarezza e spiegare meglio il punto centrale.

Oltre il test di Turing: quando l'intelligenza artificiale confonde i nostri criteri

automa trombettista di Friedrich Kaufmann

Uno studio recente di Stanford ha rivelato che GPT-4.5 è stato identificato come umano dal 73% dei partecipanti durante il test di Turing, superando addirittura gli esseri umani stessi. Ma questo successo ci porta a una domanda fondamentale: è ancora valido questo test come misura dell'intelligenza artificiale? Forse è tempo di sviluppare nuovi metodi per valutare le macchine, poiché simulare un comportamento intelligente non significa necessariamente "pensare" come un essere umano. Nell'immagine, l'automa trombettista di Friedrich Kaufmann, costruito nel 1818.

Nel 2025, settantacinque anni dopo la sua formulazione, il test di Turing viene superato con sorprendente facilità da modelli linguistici come GPT-4.5, spesso scambiati per esseri umani più degli esseri umani stessi. Ma cosa ci dice davvero questo risultato? Forse non tanto sulla natura delle macchine, quanto su quella dei criteri che adottiamo per definirle “intelligenti”. Quando una simulazione diventa indistinguibile da un comportamento reale, siamo di fronte a una prova di pensiero… o a uno specchio che riflette i limiti delle nostre definizioni?

L’evoluzionista riluttante: ritratto di Darwin tra riserbo e rivoluzione

Darwin da anziano su sfondo uniforme

Nel saggio "L’evoluzionista riluttante", ristampato quest’anno da Raffello Cortina Editore, David Quammen traccia un ritratto vivido e originale di Charles Darwin, raccontando la lenta maturazione della teoria dell’evoluzione e mostrando lo scienziato come uomo, sperimentatore e pensatore inquieto, ben oltre il mito del Beagle.

Gran Bretagna, 1859: vede la luce L’origine delle specie, il saggio che ha – tra molti dibattiti scientifici negli anni che seguirono – rivoluzionato la biologia, presentando la teoria dell’evoluzione basata sulla selezione naturale. Il suo autore, Charles Darwin, non avrebbe bisogno di presentazione: ciascuno di noi ha almeno un’idea vaga di chi sia e perché il suo nome risulti tanto noto. Molto meno nota è la persona di Darwin, la complessa gestazione della sua teoria, la vastità di studi in molti altri campi che ha portato avanti sostanzialmente fino alla sua morte.