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Sorvegliare e pulire: eccessi da sanificazione

Il Panopticon, struttura ideata dal filosofo Jeremy Bentham per sorvegliare i carcerati.

Paura del contagio da superfici, oggetti, tastiere di computer, borse della spesa, abiti… Una certa giustificazione c’è: ottimi lavori scientifici dimostrano che, in condizioni sperimentali controllate, il maledetto SARS-CoV-2 riesce a sopravvivere per un certo tempo [1-2-3]. E tuttavia, la probabilità di infettarsi toccando superfici, tastiere, maniglie, sedili è infinitamente piccola, risibile nella vita reale.

Salute e clima: due crisi in una

Per un paio di mesi, il lockdown ha abbassato in modo considerevole le attività produttive e il traffico: con quali effetti sull'inquinamento atmosferico? E soprattutto, cosa possiamo imparare dall'esperienza?
Crediti immagine: Foto-Rabe/Pixabay. Licenza: Pixabay License

Le misure di lockdown hanno ridotto considerevolmente per un paio di mesi attività produttive e traffico, come probabilmente non era mai successo su scala così estesa. Come ha influenzato questa forzata quarantena le emissioni e le concentrazioni di inquinanti atmosferici e di gas serra? E che prospettive si aprono adesso con la ripresa?

Confrontare e scegliere i modelli per orientarsi nell'epidemia

Hans Hartung. Musée d'Art Moderne de Paris. "P1973-B21" / "P1973-B73" / "P1973-B71" / "P1974-A49" / "P1974-A40" / "P1974-A37" / "P40-1975-H2" / "P40-1981-H12" / "P40-1971-H9" - Acryliques sur carton baryté (Foto di Renata Tinini).

Gli dei conoscono il futuro, gli uomini ciò che accade, i saggi ciò che si avvicina (Filostrato, Vita di Apollonio di Tiana, VIII, 7)

Perché i limiti delle ICT sono i limiti del nostro mondo

Secondo Heidegger è la parola che procura l’essere alle cose. Ma cosa accade quando sempre più cose ci appaiono attraverso uno schermo? L’implosione della socialità dettata dalla pandemia è il trionfo dell’infosfera. Nell'immagine, particolare di "Niente da vedere Niente da nascondere", di Alighiero Boetti, 1989. 

“Dove non c’è linguaggio non c’è alcuna apertura dell’ente. Il linguaggio nominando l’ente per la prima volta lo fa accedere alla parola e all’apparire”. Se questo rigo e mezzo non vi ha indotto alla resa, conviene andare oltre e riconoscere a Martin Heidegger, probabilmente il più reazionario, antiscientista e influente tra i filosofi del ‘900, il merito di aver colto un aspetto della vita che può darci un grande aiuto a capire il nostro rapporto con la tecnologia.

Enigma giapponese

Il Giappone è stato uno dei primi paesi al di fuori della Cina a essere stato colpito da SARS-CoV-2; ha una densità abitativa oltre doppia rispetto a New York City e una popolazione con prevalenza di ultra sessantacinquenni. Nonostante questo, e nonostante abbia imposto meno blocchi rispetto ai paesi occidentali, è stata tra le nazioni meno colpite da Covid-19. Le ragioni non sono note, ma in quest'articolo Simonetta Pagliani ripercorre le ipotesi che sono state proposte.
Crediti immagine: Masashi Wakui/Pixabay. Licenza: Pixabay License

Casi per milioni di abitanti nelle prefetture del Giappone (12 maggio).

Il 3 gennaio 2020, un cittadino cinese di trent'anni, di ritorno in Giappone da Wuhan con febbre, è stato ricoverato e scoperto positivo al virus SARS-CoV-2. Sono seguiti altri casi alla spicciolata e il Giappone ha cominciato a temere per le Olimpiadi, in calendario a Tokyo dal 24 luglio al 9 agosto, che avrebbero richiamato milioni di persone, tra atleti, tecnici e spettatori.

Errori cognitivi e terapie: il caso degli ACE inibitori

Un recente editoriale del New England Journal of Medicine invita i medici  a sorvegliare sui possibili errori cognitivi cui li espone la massiccia esposizione a informazioni in arrivo da fonti di varia affidabilità, come è avvenuto nel caso dell'allarme lanciato a marzo sulla potenziale pericolosità delle terapie antipertensive con ACE inibitori e sartani.
Crediti immagine: Anna Shvets/Pexels. Licenza: Pexels License

Durante la Grande depressione, Franklin D. Roosvelt ammoniva: “Assumi un metodo e perseguilo. Se fallisce, ammettilo con franchezza e provane un altro. Ma, in ogni modo, tenta qualcosa”.

Cinque tappe per il pensiero e l'azione collettiva

Nella foto, Rachel Carson, autrice di SiIent Spring (Primavera silenziosa), uno dei grandi classici dell'ecologia e dell'ambientalismo, e non a caso uno dei "big five" di cui parla Stefano Nespor nel libro "La scoperta dell'ambiente", recensito da Roberto Satolli.

Se Stefano Nespor, avvocato e giornalista esperto di diritto dell’ambiente, stesse scrivendo ora il suo saggio “La scoperta dell’ambiente – Una rivoluzione culturale” (pubblicato da Laterza in piena pandemia), aggiungerebbe una parte dedicata all’epidemia in corso. I virus e le loro epidemie e pandemie periodiche sono una dimensione dell’ambiente (e un motore dell’evoluzione) di cui cominciamo solo ora a comprendere l’importanza, e a cui rispondiamo con reazioni che incidono profondamente sull’ambiente globale.

Reinventare la tradizione per ospitare la biodiversità

Un articolo da poco pubblicato su Nature dimostra che le aree a coltivazione estensiva e differenziata ospitano un numero di specie di uccelli paragonabile agli ambienti forestali. Al contrario, nelle monocolture intensive si ha un dimezzamento della ricchezza specifica. Per un futuro sostenibile la scienza ci consiglia di recuperare elementi dell’agricoltura tradizionale.
Crediti immagine: Enrico Pighetti. Castelluccio, fioritura 2018

Il riscaldamento globale e la pandemia di COVID-19 ci indicano che l’attuale sovrasfruttamento delle risorse naturali non solo depaupera la natura, ma è un’arma a doppio taglio che ci si rivolta contro. Le conseguenze sono ormai note: siamo di fronte a quella che viene definita la sesta estinzione di massa, con numerose specie animali in costante declino numerico, fino all’estinzione.

Medicina territoriale, a che punto siamo?

Cartina storica dell'Italia (inchiostro e colore su pergamena di Nicolaus Germanus, da un'edizione del 1467 della Cosmographia Claudii Ptolomaei).

E ora tocca a loro. Sui servizi di medicina territoriale grava il peso di questa “fase due”. Perché se è vero che adesso la cosa più importante diventa il contact tracing - ovvero individuare precocemente la persona sintomatica, testarla, rintracciare le persone con cui è stata a contatto, possibilmente fare il test anche a loro e poi applicare le misure di quarantena – chi può svolgere questo compito se non i medici di medicina generale e i servizi di sanità pubblica e di epidemiologia delle varie regioni?