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La guerra, un’emergenza sanitaria globale

Le guerre del nostro secolo non si misurano più solo in battaglie e confini: sono crisi sanitarie globali che lasciano ferite fisiche, sociali e psicologiche destinate a durare per generazioni. Ospedali distrutti, epidemie riemergenti, bambini malnutriti e persone sfollate e prive di cure mostrano come i conflitti moderni stiano demolendo i sistemi sanitari e la stessa idea di salute pubblica, trasformando la guerra in una pandemia di sofferenza umana.

La guerra non è soltanto un fenomeno politico o militare: è una vera e propria emergenza sanitaria globale, come una pandemia. Lo sottolineano in un editoriale pubblicato a fine settembre su Frontiers in Public Health Stefano Orlando (Università di Roma Tor Vergata), Paolo Vineis (Imperial College London) e Pirous Fateh-Moghadam (Azienda Sanitaria di Trento).

6 ottobre 2025: Verde urbano e salute

Il verde urbano ha effetti positivi sulla salute, il clima, la biodiversità. Nell’ambito delle ricerche sui co-benefici ambiente-salute l’estensione, la qualità e la localizzazione del verde è infatti un fattore critico che assume un ruolo via via più importante nella pianificazione urbana. Questo incontro intende fare il punto sui risultati e le ricerche in corso nei progetti PNC “Salute, Ambiente, Biodiversità e Clima” e aprire una discussione con ricercatori e stakeholder, a partire da Milano.

12:30 -14:00 Visita del Boscoincittà e light lunch 

Paracetamolo, autismo e caccia alle streghe

Profilo di una donna incinta azzurro su sfondo blu

In un recente intervento alla Casa Bianca che ha fatto molto scalpore, Donald Trump ha accusato l’uso di paracetamolo in gravidanza di essere causa dell’“epidemia” di autismo, rilanciando vecchi schemi di colpevolizzazione delle madri e promettendo cure prive di solide basi scientifiche. Verificando sulla letteratura scientifica, si scopre che in realtà gli studi più ampi e rigorosi, come quello condotto in Svezia su 2,5 milioni di gravidanze e replicato in Giappone, mostrano che l’associazione tra paracetamolo e autismo scompare quando si controllano i fattori confondenti. 

Nell'aprile di quest'anno, il Segretario del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani statunitense Robert F. Kennedy ha dichiarato che entro settembre sarebbe stata resa nota la causa di quella che lui definisce "epidemia" di autismo. Come scrive l'editorialista del New York Times Jessica Grose, tutti coloro che si occupano di medicina hanno subito pensato che l'amministrazione Trump stesse per offrire un comodo capro espiatorio per una condizione studiata da decenni senza che sia stata scoperta una singola causa principale.

Fare chiarezza su tutte le energie in un libro di Gianluca Ruggieri

pannelli solari e pale eoliche

Gianluca Ruggieri, in "Le energie del mondo" (Laterza, 2025), offre un’analisi chiara e documentata su fossili, nucleare e rinnovabili, smontando falsi miti e ideologie, spiegando dati e tecnologie, e mostrando costi e sfide della transizione energetica.

«In Italia il dibattito pubblico sull’energia ha la brutta tendenza a divagare su temi in realtà poco rilevanti (come il nucleare) mentre perde di vista le grandi dinamiche in corso (la crescita impetuosa dell’energia rinnovabile e degli accumuli elettrici), ignora le conseguenze pratiche della dipendenza dalle fonti fossili e sopravvaluta gli impatti e i costi delle alternative».

La rivoluzione gentile di Jane Goodall

Ha trasformato per sempre il nostro sguardo sulle altre specie, e di conseguenza sulla nostra. Le sue osservazioni hanno incrinato barriere millenarie, rivelando negli scimpanzé cultura, emozioni e legami sociali complessi. E oltre a quello della scienziata rivoluzionaria, rimane il ricordo di una donna capace di unire rigore e empatia, di ispirare generazioni di ricercatrici e di portare nel cuore di milioni di persone un messaggio di responsabilità. L'etologa Elisabetta Palagi ricorda Jane Goodall, scomparsa ieri.

Nell'immagine di copertina: Jane Goodall nel 2010. Crediti: Nikeush/Wikimedia Commons. Licenza: CC BY-SA 4.0

Ho avuto il piacere di incontrare Jane Goodall in diverse occasioni, durante congressi scientifici internazionali e anche durante incontri meno formali. Ogni volta, emergeva con forza la sua capacità di trasmettere un coinvolgimento profondo, non solo pratico ma anche emotivo, verso tutto ciò che lega l’essere umano al mondo naturale. Nei suoi occhi e nel suo modo di raccontare il lavoro sul campo si percepiva una convinzione incrollabile: noi non siamo entità separate dalla natura, ma parte integrante di un continuum che ci unisce agli altri viventi.

Bengio vs Pearl: coscienza, rimorso e i limiti dell’IA

Il dibattito sulla minaccia esistenziale dell’IA passa oggi dalle celebri allarmistiche profezie a un confronto tecnico-filosofico tra due giganti: Yoshua Bengio, che invoca guardiani e regole strette per evitare derive di potere e comportamenti «non allineati», e Judea Pearl, che chiede che l’IA impari a pensare per cause e controfattuali se vogliamo sperare in un allineamento morale. Ma la domanda centrale non è tanto «quando» arriverà l’IAG, quanto «come» la progetteremo (o la non progetteremo) dal punto di vista causale ed etico.

L’argomento probabilmente più discusso riguardo alle ricadute sociali dell’intelligenza artificiale (IA) è la sua potenziale minacciosità per il mondo umano. Da anni si discute di “singolarità”, “superintelligenza”, “Armageddon” e oggi il pericolo verrebbe dal fatto che si sarebbe prossimi all’intelligenza artificiale generale (IAG). Umilmente mi viene da osservare che è difficile trovare due psicologi dell’intelligenza umana che siano d’accordo sulla natura, la definizione e la misurazione dell’intelligenza generale. Stessa situazione per l’IAG.

Anti-scelta e no-vax: affinità elettive o matrimonio combinato?

Alle Tavole di Assisi, incontro organizzato da ProVita & Famiglia e dal quotidiano La Verità, lo scontro tra Maurizio Gasparri e un pubblico ostile al suo sostegno ai vaccini rivela una convergenza sempre più evidente: diffidenza verso la scienza e opposizione a diritti civili e riproduttivi si intrecciano in un unico fronte culturale e politico. Una sovrapposizione che studi internazionali hanno documentato, mostrando come esitazione vaccinale e ideologie conservatrici si alimentino a vicenda.

È sabato 6 settembre 2025, sono circa le nove e mezzo di sera, la sala di un albergo di Assisi ospita il convegno Le Tavole di Assisi, organizzato dall’associazione ProVita & Famiglia e dal quotidiano La Verità «per rilanciare il pensiero cristiano, conservatore e identitario». Qualche centinaio di persone assiste a un dibattito sui cosiddetti valori non negoziabili tra politici dei partiti di maggioranza. Tra loro c’è il senatore Maurizio Gasparri. Tutti si trovano d’accordo nell’opposizione al suicidio assistito e all’aborto.

Si apre una nuova entusiasmante strada di ricerca contro l'Huntington

Ed Wild e Sarah Tabrizi nel Laboratorio UCL.

La ricercatrice e senatrice a vita Elena Cattaneo, impegnata direttamente sul fronte della malattia di Huntington, commenta la nuova terapia genica che pare capace di silenziare il gene mutato responsabile della malattia. Quella che si spera possa diventare una cura per rallentare considerevolmente il decorso della malattia, è stata messa a punto da una sperimentazione che ha visto coinvolto UCL di Londra e l'azienda biotecnologica UniQure. Anche se è troppo presto per cantare vittoria, certamente però la ricerca si arricchisce di una nuova strada molto promettente. Qui nella foto Ed Wild e Sarah Tabrizi nel Laboratorio UCL. Credit: UCL

La notizia, di qualche giorno fa, è di quelle che fa sobbalzare dalla sedia: una terapia genica sperimentale, condotta dall'Huntington Disease Centre dell'University College London, ha dimostrato di essere in grado di rallentare del 75% la progressione della malattia di Huntington, a tre anni dalla somministrazione. Il che vuol dire ridurre la comparsa dei sintomi di questa malattia neurodegenerativa ed ereditaria, a cui da sempre il nostro laboratorio di ricerca alla Statale di Milano è dedicato.

La terapia genica per le aritmie cardiache: intervista a Silvia Priori

Un nuovo progetto di ricerca italiano, vincitore di un ERC Advanced Grant, esplora la possibilità di applicare la terapia genica alle patologie cardiache più diffuse, come scompenso e aritmie. L’obiettivo è agire direttamente sui meccanismi molecolari che alterano la funzione del cuore, aprendo la strada a terapie mirate, più efficaci e potenzialmente risolutive

Curare il cuore agendo sui difetti molecolari: è questo l’obiettivo sul quale lavorerà per i prossimi cinque anni il gruppo di ricerca di Silvia Priori, direttrice dell’Unità di Cardiologia Molecolare dell’IRCCS Maugeri di Pavia, grazie all’ERC Advanced Grant assegnato al progetto.