fbpx February 2021 | Page 2 | Scienza in rete

February 2021

Darwin e la rivincita della bellezza

L’orologiaio cieco animato da geni egoisti non esaurisce l’intero spettro della vita, in natura c’è spazio per il piacere, il lussureggiare e finanche per il gusto fine a se stesso. Per i darwinisti è giunto il momento di recitare una grande mea culpa, e il bello (è il caso di dirlo) è che il primo interlocutore cui i darwinisti devono porgere le scuse è proprio lui, Charles Darwin. Recensione de L’evoluzione della bellezza, di Richard O. Prum, edizione Adelphi.

Crediti immagine: Nick Athanas/Flickr. Licenza: CC BY-NC-SA 2.0

Bellezza è verità. Questo solo sulla Terra sapete, ed è quanto basta

Come Covid-19 cambia i meccanismi di pubblicazione e di validazione dei dati

La pandemia, e con essa la ricerca sul virus, ha profondamente modificato le procedure con cui la ricerca biomedica viene realizzata e comunicata: per esempio, con l'esplosione delle pubblicazioni preprint, per le quali in generale le valutazioni sembrano essere state positive. Potrebbero rappresentare il futuro delle pubblicazioni scientifiche?

Crediti immagine: Background photo created by mrsiraphol - www.freepik.com

Lo stato di emergenza provocato dallo scoppio della pandemia dovuta al virus SARS-CoV-2 ha avuto (e avrà ancora, almeno nel prossimo futuro) una serie di conseguenze su piani differenti. Fra i più rilevanti possiamo annoverare quelli sociale ed economico, forse anche quello politico; ci sono però anche altri effetti, meno appariscenti ma altrettanto rilevanti.

Storia di una raganella, come l'espansione ha influenzato due popolazioni

Due studi recenti indagano le differenze nello stato di stress ossidativo e nella variazione di lunghezza dei telomeri in due diverse popolazioni di raganella sarda, per capire quali tratti possano aver influenzato l’espansione della specie 10.000 anni fa (o esserne stati influenzati). In altre parole, di come un momento transitorio abbia modificato le caratteristiche intraspecifiche oggi esistenti. I risultati sono stati sorprendenti: la popolazione di “colonizzatori”, infatti, presenta livelli più alti dei marcatori di stress ossidativo, ma anche telomeri che si allungano nel tempo, un tratto finora osservato solo in poche specie.

Crediti immagine: Wikimedia Commons. Licenza: CC BY-SA 3.0

A volte, la storia delle dinamiche di popolazione degli animali può essere alla base di differenze fisiologiche inattese. E a volte, per arrivarci bisogna ricostruire la storia di queste popolazioni fin dal passato più remoto. È quello che sta facendo già da diversi anni un gruppo di ricercatori dell’Università della Tuscia, che fin dal 2011 ha portato avanti una serie di studi sulla raganella sarda (Hyla sarda), una specie endemica della Corsica, della Sardegna e dell’arcipelago toscano.

Se il virus è un bersaglio mobile, affinare la mira e bombardare a tappeto

Un modello chimerico umano-murino è stato impiegato per testare l'efficacia del pro-farmaco EIDD-2801, già usato contro il virus influenzale, che si è rivelato in grado di ridurre la replicazione virale. Aver comprovato la sua efficacia nel modello chimerico è un passo importante nel percorso della sua valutazione, ma bisogna ricordare che nel modello sono assenti le prime vie aeree (sito di replicazione precoce del virus) e che bisogna attendere i risultati degli studi di fase II e III, attualmente in corso, per verificare la sicurezza del farmaco e il suo dosaggio efficace. Va poi considerato come le varianti potrebbero influenzare la risposta a farmaci e vaccini del virus.

Crediti immagine: Space invaders, modificato da Scienza in rete.

Come è ormai noto, il serbatoio dei coronavirus è la famiglia (estesissima) dei chirotteri, che comprende mammiferi volanti delle più varie pezzature, dai 2 grammi del pipistrello "calabrone" agli 1,6 chili dei pipistrelli tropicali con l'apertura alare che supera il metro e mezzo. I virus possono avere un ospite intermedio che facilita la loro trasmissione alla specie umana, ma possono anche farne a meno: lo ha provato un gruppo di scienziati dell'Università della Carolina del Nord, in uno studio peer reviewed in pre-print su Nature.

OGM: la lunga notte della ragione in Italia

All'inizio degli anni 2000 imperversava il fronte No OGM. Il 13 febbraio 2001, millecinquecento scienziati italiani si diedero virtualmente appuntamento alla Camera dei Deputati: era il traguardo delle discussioni sul manifesto pubblicato a novembre 2000 e sostenuto dal premio Nobel Renato Dulbecco, che denunciava l’azione di messa al bando dell’uso delle tecnologie del DNA ricombinante. Perché gli scienziati insorsero contro il Governo? Perché non c’era un solo capitolo del mondo della ricerca di cui si potessero dire soddisfatti.

Il 13 febbraio 2001 circa millecinquecento scienziati italiani si diedero virtualmente appuntamento alla Camera dei Deputati, anche se fisicamente presenti erano un centinaio. Nessuno prima si era mai reso conto che i ricercatori italiani avessero una voce e anche delle idee su come si governa un'economia fondata sulla conoscenza; né che fossero furibondi al punto di mordere la stessa mano pubblica che gli elemosinava briciole di finanziamenti e continue umiliazioni.

L'onda invisibile

Crediti: Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte Liguria e Valle d'Aosta.

“L’onda invisibile”. È questo il titolo di un articolo pubblicato una settimana fa sul giornale tedesco Süddeutsche Zeitung che riassume la situazione della Germania riguardo le varianti del SARS-CoV-2 secondo gli scenari delineati in una ricerca del Robert Koch Institute.

Covid-19 e il mito della caverna

Tre temi a partire da un libro: a partire da La notte delle ninfee di Luca Ricolfi (La Nave di Teseo Editore) l'epidemiologo Paolo Vineis parla dei lockdown preventivi, delle nuove varianti di SARS-CoV-2 e fa il punto sul contact tracing.

Crediti immagine: Hà Nguyễn/Unsplash

Questo articolo discute tre temi: è opportuno un lockdown preventivo? Che fare con la nuove varianti? E a che punto siamo con il contact tracing? Ne discuterò con riferimenti a un libro appena uscito, La notte delle ninfee di Luca Ricolfi, ma comincerò dalla Repubblica di Platone.

Come mettere a fuoco il Recovery plan secondo gli esperti

La temperatura del pianeta continua a crescere e le proiezioni dicono che è molto probabile che tra il 2030 e il 2040 arriveremo ad un riscaldamento globale medio di 1,5°C. L’impatto del cambiamento è sempre più evidente, con gli eventi estremi che diventano più intensi e frequenti e con ulteriori rischi per la salute a cominciare da quello di pandemie. Non si può far finta di niente! Occorre definire politiche basate sulle evidenze scientifiche e sostenere la partecipazione alle decisioni che condizioneranno la nostra vita quotidiana sulla terra. Occorre un Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che ci faccia uscire dalla catastrofe attuale, eviti quelle prevedibili per il futuro e punti sui co-benefici per il clima e la salute derivanti dalle azioni che riducono l’inquinamento.

Giulio Betti (meteorologo LAMMA-IBE/CNR), Fabrizio Bianchi (epidemiologo CNR),  Antonio Bonaldi (medico Slow medicine), Roberto Buizza (fisico Scuola Superiore Sant’Anna), Mario Carmelo Cirillo (ingegnere già ISPRA), Daniela D’alessandro (medico Sapienza UNI Roma), Gianluigi De Gennaro (chimico UNI BA), Aldo Di Benedetto (medico Ministero Salute), Francesco Forastiere (epidemiologo CNR), Paolo Lauriola (epidemiologo RIMSA), Carmine Ciro Lombardi (chimico e tecnologo farmacologo Tor vergata UNI Roma), Alberto Mantovani (tossicologo ISS), Vitalia Murgia (medico CESPER), Francesca Pacchi

Le prime mosse di Biden per la transizione ecologica

Sono passate due settimane abbondanti dall’insediamento della nuova amministrazione Biden-Harris e già il Presidente ha messo mano seriamente alla politica climatica del paese. Per esempio, rientrando nell’Accordo di Parigi, istituendo una Task Force nazionale per il clima e programmando blocchi e interruzioni di oleodotti e perforazioni alla ricerca di gas e petrolio.

Immagine: Joe Biden firma i primi atti ufficiali da presidente, 20 gennaio 2021 (whitehouse.gov). Elaborazione di Scienza in rete.

Joe Biden, dal giorno del suo stesso insediamento, ha firmato vari ordini esecutivi con l’intenzione di invertire al più presto alcune delle politiche promosse e portate avanti dal predecessore Donald Trump. Tra queste spicca il rientro nell’Accordo di Parigi, come per altro aveva annunciato sin dalla campagna elettorale.