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I campi incolti e i territori non abitati della ricerca in sanità pubblica

La polemica sulla composizione del NITAG ha riportato al centro il rapporto tra scienza, politica e sanità pubblica, ma ha anche messo in luce un problema più ampio: la mancanza di una visione organica per il Servizio sanitario nazionale. Tra ospedale e territorio, cronicità e invecchiamento, risorse limitate e silos decisionali, restano incolti interi campi della sanità pubblica, che avrebbero bisogno di più ricerca, programmazione e cultura condivisa.

La vicenda della composizione del NITAG ha avuto un involontario merito: quello di sollevare il problema del rapporto tra scienza e sanità pubblica nel nostro Paese.

L'IA svela nuovi dettagli dell'attività sismica dei Campi Flegrei

L'immagine mostra i terremoti che si sono verificati nell'intera caldera dei Campi Flegrei, circa 11 chilometri a ovest del centro di Napoli, dal 2022 al 2025, sovrapposti alle immagini satellitari di Google Earth. Credit: Xing Tan (Stanford University).

Tra il 2022 e il 2024, ai Campi Flegrei i sismologi hanno rilevato circa 12 mila terremoti. Ora grazie a un algoritmo di intelligenza artificiale, basato cioè su una rete neurale profonda, hanno rianalizzato i dati raccolti dalla rete di monitoraggio sismico e sono riusciti a individuarne 54 mila, più di quattro volte tanto.

Sport e genetica: un solo gene non basta per definire l’identità femminile

Le federazioni World Athletics e World Boxing introducono il test SRY per stabilire chi può gareggiare nella categoria femminile. Innovazione o soluzione semplicistica per un confine difficile da tracciare? Perché, se è giusto difendere il principio di equità, la scelta trascura che non possiamo ridurre l'identità sessuale alla presenza (o assenza di un gene), così come la presenza di molte varianti genetiche, non legate al sesso, che possono influenzare altrettanto profondamente le prestazioni sportive.

Tra poche settimane prenderanno il via i Campionati Mondiali di Atletica di Tokyo 2025, che porteranno in pista una novità inattesa. Non pensate però a discipline nuove o a materiali rivoluzionari nelle scarpe, perché l’innovazione è di natura genetica.

Perché la decarbonizzazione dell'ex Ilva non sia solo una favola bella

gli stabilimenti ex ilva di taranto

La vicenda ex-Ilva di Taranto apre da questa estate un nuovo capitolo segnato dall’accordo per la decarbonizzazione dell'impianto e dal rinnovo dell’Autorizzazione integrata ambientale (AIA), che prefigura il mantenimento della attività siderurgica nella città di Taranto, nonostante le opposizioni locali e il pegno in termini ambientali e sanitari già pagato dalla città in questi decenni. Inizia ora un lungo periodo di transizione che andrebbe gestito al meglio per evitare che proprio in questo intervallo fra il "vecchio" e il "nuovo" non si continui a vivere per anni in condizioni critiche. Per questo servono anche strumenti innovativi e più raffinati di valutazione di incidenza sanitaria, economica e ambientale per dare a Taranto il futuro di salubrità e sostenibilità che si merita questa "zona di sacrificio".

Crediti immagine di copertina: mafe de baggis/Wikimedia Commons. Licenza: CC BY-SA 2.0

Il nuovo capitolo della vicenda ex-Ilva di Taranto si rivela sorprendente oltre ogni aspettativa, anche considerando le innumerevoli singolarità che si sono susseguite dal primo intervento della magistratura nel 2012. Gli ultimi atti, incluso l'accordo firmato da tutte le parti per la transizione, mostrano una generale comunanza di intenti verso la decarbonizzazione, immaginata come un futuro traguardo capace di risolvere miracolosamente i problemi di ambiente, salute e occupazione. Ma è davvero così?

Le ondate di calore sono sempre di più

spiaggia affollata e calda

Le ondate di calore saranno sempre di più e impatteranno sempre di più sulla salute delle persone. Tra un aumento di 1,5°C e 3,5°C, però, si potrebbero risparmiare circa 50 milioni di persone dall'esposizione a ondate di calore senza precedenti.

Immagine Pixabay

Le ondate di calore sono in crescita e colpiscono più persone. Quest’estate ne abbiamo avute due in Europa, una tra il 17 e il 22 giugno 2025 e un’altra tra il 30 giugno e il 2 luglio.

Cooling poverty, la nuova frontiera delle disuguaglianze climatiche

un impianto di condizionamento

In molte case del mondo, l’estate arriva con il silenzio soffocante delle stanze chiuse per trattenere un po’ di fresco. E quando questo non basta si passa all’aria condizionata, non più un bene di lusso per pochi, ma una vera e propria questione di salute pubblica. Almeno per chi può permetterselo. Un nuovo studio del Centro Euromediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC) pone l’accento sul divario crescente legato all’accesso equo all’aria condizionata in un mondo sempre più caldo, fornendo la prima stima su scala globale dell’impatto dei condizionatori sui consumi elettrici domestici. Una disparità destinata a peggiorare secondo il Rapporto 2025 della World Meteorological Organization (WMO), che prevede che tra il 2025 e il 2029 almeno un anno sarà più caldo del 2024, con una temperatura di oltre 1,5 °C rispetto al livello preindustriale

Nel 2050 la domanda globale di energia per il raffrescamento residenziale potrebbe sfiorare i 1.400 TWh/anno, generando costi economici stimati tra i 124 e 177 miliardi di dollari ed emissioni aggiuntive di CO₂ tra 670 e 956 Mt (una quantità superiore alle attuali emissioni nazionali della Francia). La quota principale di queste emissioni arriverà da Cina, India e Indonesia, dove si prevede una rapida crescita nell’uso dell’aria condizionata.

Basta lamentarsi della schiavitù: Trump contro i musei Smithsonian

Istituto della Smithsonian Institution con davanti un mirino

Trump trasforma la cultura in campo di battaglia: dopo la scienza, l’arte diventa il nuovo bersaglio della sua crociata contro libertà e pensiero critico. La Smithsonian Institution, simbolo universale di conoscenza, è accusata di essere “woke” e minacciata da censure e riscritture della storia per piegarla all’ideologia del Project 2025.

Insomma, diciamolo, come può uno come il presidente Trump rimanere impassibile quando una delle più importanti (se non la più importante) istituzioni culturali americane programma una mostra di Amy Sherald, famosa non solo per aver ritratto Michelle Obama, ma per il suo dipinto in cui la Statua della Libertà diventa una donna nera e transgender? E infatti in un post del 19 agosto sulla sua piattaforma Truth ha tuonato (le maiuscole sono sue): «I Musei di Washington, ma anche di tutto il Paese, sono essenzialmente l’ultimo baluardo del “WOKE” e gli Smithsonian sono FUORI CONTROLLO».

A cosa serve il sonno? La risposta può essere nel metabolismo neuronale

immagine di D melanogaster con la scritta ZZZ

Dormire è un comportamento universale nel mondo animale, ma ancora misterioso. Un nuovo studio condotto in D. melanogaster rivela che il bisogno di sonno potrebbe nascere direttamente dal metabolismo dei neuroni: nei mitocondri, il flusso di elettroni accumulato durante la veglia genera stress ossidativo, segnalando la necessità di dormire. Il sonno, insomma, sarebbe una conseguenza inevitabile della respirazione cellulare.

Perché dormiamo? La risposta a questa domanda rimane uno dei grandi misteri della biologia. Come scrisse il neurofisiologo Alan Rechtschaffen: «Se il sonno non avesse una funzione assolutamente vitale, sarebbe il più grande errore che l’evoluzione abbia mai compiuto». Dormire, cioè disconnettersi dal mondo per ore, è un comportamento apparentemente rischioso: durante il sonno non possiamo nutrirci, riprodurci o fuggire dai predatori. Eppure, tutti gli animali studiati finora dormono, in forme e con durate diverse: dalle meduse agli insetti, dalle seppie ai draghi barbuti.

Voci pro e voci contro: il NITAG e le decisioni sulla salute

una bilancia con un libro e un microfono

Pianificare un intervento preventivo per l’intera popolazione, come può essere l’offerta vaccinale, oggi necessita di conoscenze di così ampio spettro che solo un lavoro di equipe, di confronto e condivisione può garantire una scelta aggiornata, basata su un rapporto tra benefici e rischi positivo a favore delle persone. Nella discussione intorno alle nomine Nitag, l’aspetto del bene comune è quello che più si è perso di vista.

...È necessario esibire la documentazione dei controlli che sono stati fatti, presentare la storia della ricerca e della sperimentazione. Questo è il metodo che ha permesso di distinguere i “fatti” dalle “opinioni”, non esiste par condicio nella scienza. Diversamente, ognuno di noi potrebbe dire quello che gli passa per la mente. In un programma scientifico devono parlare solo le persone che sono qualificate, non quelle che sono “inqualificate” o “squalificate”
Piero Angela, 2018

L'avanzata dei governi illiberali che minaccia la scienza

ritratto di Isaac Newton con bocca coperta da nastro adesivo

La ricerca accademica, nata nei secoli come baluardo di libertà e pluralismo, oggi è sempre più ostaggio di governi che vogliono controllarne temi, metodi e linguaggi. Negli Stati Uniti l’amministrazione Trump ha imposto tagli, censure e compromessi ideologici, mentre in Europa altri paesi, tra cui in nostro, percorrono strade simili. In Italia la politicizzazione della ricerca, il clientelismo nelle nomine e l'amicalismo segnalano una deriva preoccupante

Il mondo accademico occidentale si trova di fronte a un bivio. È abbastanza evidente, alla luce delle discussioni interne e delle risposte che negli Stati Uniti le università, le accademie, gli enti di ricerca, le agenzie regolatorie eccetera stanno dando agli ordini, ai ricatti, alle ritorsioni e alle censure da parte dell’amministrazione Trump. Quello che sta accadendo nel più vasto e potente sistema della ricerca e dell’insegnamento al mondo sollecita riflessioni. Al di là delle reazioni di pancia. Non per la novità delle idee che ispirano le azioni, ma per le dimensioni e le forme.