fbpx All | Page 5 | Scienza in rete

All

Addio a James Watson, scienziato intelligente cocciutamente irrazionale

James Watson

Formidabile promotore e manager della ricerca, bravo mentore e buon autore di manuali scientifici ma anche di libri che erano pura provocazione. Il 6 novembre, all’età di 97 anni è scomparso Jim Watson, che legò il suo nome insieme a Francis Crick alla scoperta della doppia elica del DNA.

Carl Zimmer ha scritto sul New York Times che con James Dewey Watson, morto il 6 novembre all’età di 97 anni, scompare l’ultimo protagonista della scoperta più iconica del secolo passato. La mente di Watson era morta da almeno sette anni, o anche prima, cioè da quando gli fu diagnostica una demenza vascolare. Intanto, il DNA, la più famosa ma non l’unica doppia elica molecolare che esiste in natura, non è più l’alfa e l’omega della vita.

Gli inattesi effetti del vaccino a mRNA contro il cancro

una molecola di mrna

Uno studio pubblicato su Nature a fine ottobre dimostra che la combinazione di vaccino a mRNA con gli inibitori ICI riesce ad ampliare la risposta immunitaria e ad accrescere il suo ruolo come terapia oncologica. Un filone di indagine promettente, se non verrà bloccato, almeno negli USA, dalle assurde riserve sui vaccini.

Il 22 ottobre è uscito su Nature un articolo che ha avuto molta condivisione, e che ha sicuramente acceso nuove speranze in chi ne ha letto sui media e siti di news. Come sempre succede quando, nel corso della lunga partita a scacchi tra scienza e cancro, la scienza muove un pezzo e mette l'avversario sotto scacco sperando di veder cadere il re in poche mosse. 

Come l'IA ci aiuterà a preservare il ricordo dell'Olocausto

memoriale olocausto

A ottant’anni dalla liberazione dei campi di sterminio, i superstiti dell’Olocausto ancora in vita si contano sulle dita di una mano. Così, alcuni progetti si preparano a tramandare la memoria della Shoah senza più la voce diretta di chi l’ha vissuta: è quello che fa Dimensions in Testimony, promettendo di usare l’intelligenza artificiale per permettere anche alle generazioni future di conversare con i testimoni dell’Olocausto. Ma l'uso dell'IA in questo contesto solleva anche interrogativi etici e rischi di manipolazione che non possono essere ignorati.

A gennaio 2025, l’ANSA ha pubblicato una lista con i nomi di quattordici persone, tredici ebree: sono i superstiti dell’Olocausto ancora in vita in Italia. Va sottolineato che questa è soltanto una lista parziale, perché stimare il numero esatto di superstiti della Shoah ancora in vita non è un compito semplice.

La Cop30 del popolo che esclude il popolo: le contraddizioni di Belém

foresta amazzonica

Ospitare la Cop30 nella città amazzonica di Belém è una scelta simbolica potente: riconosce che il futuro del pianeta si gioca anche nelle regioni periferiche e nei territori del Sud globale. Ma tra infrastrutture insufficienti, alloggi inaccessibili e costi proibitivi, la “Cop del popolo” rischia di diventare la più esclusiva di sempre. E, sullo sfondo, il paradosso di un Brasile che parla di transizione ecologica mentre autorizza nuove trivellazioni nel bacino amazzonico.

Ospitare la trentesima conferenza Onu sul clima, la Cop30, in una città amazzonica – Belém, nello stato brasiliano di Pará – è un gesto politico potente: significa riconoscere che il futuro del pianeta si decide anche, e forse soprattutto, nelle regioni periferiche, tra i popoli e le culture non occidentali, negli ecosistemi ricchi di biodiversità, sulle sponde dei fiumi.

Garantire risorse adeguate ai PRIN

La ricerca scientifica è un pilastro fondamentale per lo sviluppo economico, sociale e culturale dell’Italia. Ma senza investimenti stabili e una visione di lungo periodo, il sistema rischia di restare fragile. La proposta della senatrice Elena Cattaneo rilancia l’urgenza di un finanziamento strutturale e continuativo per la ricerca pubblica.

La ricerca scientifica rappresenta una leva strategica per la crescita economica, sociale e culturale dell’Italia. Tuttavia, la ricerca scientifica pubblica nel nostro Paese continua a soffrire di scarse risorse strutturali e della mancanza di meccanismi di gestione autonomi, trasparenti e realmente competitivi.

Anche INGV scrive al MUR per proteggere la ricerca italiana

Ricercatrici, ricercatori, tecnologi e personale tecnico-amministrativo precari dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia si uniscono all'appello già lanciato dall'INAF alla ministra Anna Maria Bernini: nella bozza della Legge di Bilancio manca lo stanziamento promesso per la loro stabilizzazione. Dopo mesi di tavoli tecnici e impegni pubblici, il timore è che anni di lavoro, competenze e know-how possano andare perduti, mettendo a rischio la continuità dei servizi essenziali di monitoraggio sismico e vulcanico che l’ente garantisce al Paese.

Gentile Ministra Anna Maria Bernini,

Vederci chiaro ai Campi Flegrei

mappa terremoti campi flegrei

Una rete neurale profonda ha analizzato i dati grezzi raccolti tra gennaio 2022 e marzo 2025 dai sismografi ai Campi Flegrei, rilevando 54.319 terremoti, circa il triplo di quelli identificati manualmente dall'Osservatorio Vesuviano (INGV), responsabile del monitoraggio sismico e vulcanico dell'area. L'algoritmo di intelligenza artificiale potrebbe migliorare il monitoraggio sismico ma anche la gestione del rischio nell'area. Immagine realizzata da Chiara Sabelli per Scienza in rete (CC-BY-SA). Fonti dati: INGV-Osservatorio Vesuviano e Tan et al., Science 10.1126/science.adw9038 (2025). Mappa: Google, ©2025 Airbus, CNES/Airbus, Landsat/Copernicus, Maxar Technologies.

Un algoritmo di intelligenza artificiale su misura per i Campi Flegrei ha rilevato in tre anni di dati grezzi raccolti dai sismometri circa il quadruplo dei terremoti rilevati dal monitoraggio manuale dell’Osservatorio Vesuviano, migliorandone al contempo la localizzazione. I risultati, pubblicati sulla rivista Science a inizio settembre, potrebbero aiutare sia a scoprire la causa della crisi bradisismica in corso, che a migliorare la gestione del rischio nell’area della caldera.

Dieci anni dall'Accordo di Parigi, si può fare di più

A 10 anni di distanza dall’Accordo di Parigi, il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto? Nell’ultimo decennio sono stati compiuti progressi sostanziali: diversi Paesi hanno avviato una graduale decarbonizzazione, mentre Stati e aziende hanno moltiplicato gli impegni Net Zero. L’Unione Europea ha lanciato il pacchetto “Fit for 55” e fino a tempi recenti procedeva in linea con gli obiettivi fissati. È cresciuta anche l’attenzione agli effetti della crisi climatica sulla salute, riconosciuta come tema centrale già a partire dalla COP27, insieme alla necessità di collegare l’azione per il clima ai benefici locali. Ma le politiche attuali sono ancora insufficienti a raggiungere l’obiettivo di mitigazione dell’Accordo di Parigi, anche volendo tener conto di impegni futuri espressi spesso in modo vago e poco trasparente. In questo articolo gli autori analizzano le principali lacune nell’azione climatica internazionale e le questioni ancora aperte sulla priorità e la fattibilità delle diverse strategie di mitigazione, con un’attenzione specifica ai loro impatti sulla salute. 

Con l’Accordo di Parigi (dicembre 2015), i Paesi si sono impegnati a elaborare i propri piani di riduzione delle emissioni di gas serra, noti come Contributi determinati a livello nazionale (NDC). Nel loro insieme, questi impegni  non bastano a garantire nemmeno l’obiettivo minimo dell’Accordo di Parigi: avere una probabilità del 66% di restare sotto i 2 °C di riscaldamento entro la fine del secolo.

Vertigine, una mappa per capire (e fidarsi) della scienza

spirale a imbuto

Nel suo nuovo libro “Vertigine. Storie di chi si affida alla scienza e di chi impara a farlo” (Mondadori, 2025), Beatrice Mautino racconta cosa succede quando la paura incrina la fiducia nella razionalità e ci spinge verso cure miracolose e scorciatoie pseudoscientifiche. Attraverso storie personali e collettive, che spaziano dalle illusioni del metodo Di Bella ai successi della terapia genica, costruisce un racconto lucido sulla fragilità e sul valore del metodo scientifico, mostrando come imparare a fidarsi della scienza significhi, prima di tutto, comprenderla.

Aspettarsi che una persona rimanga razionale quando è spaventata e confusa non è - appunto - per nulla razionale. Ed è in quei momenti che il rischio di cadere in un baratro di farmaci miracolosi e cure cui si crede sulla parola. Vale per tutti, anche per le persone più formate e competenti. Lo spiega bene Beatrice Mautino, biotecnologa di formazione e divulgatrice di professione, nel suo ultimo libro, Vertigine. Storie di chi si affida alla scienza e di chi impara a farlo (Mondadori, 2025).