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Quanti antibiotici si usano in Italia? Ecco i dati AIFA

Secondo il rapporto AIFA 2020, pubblicato a marzo di quest’anno, il consumo di antibiotici in Italia nel 2020 è diminuito del 18,2% rispetto al 2019. Questo calo rappresenta un segnale molto positivo e ha permesso finalmente di raggiungere gli obiettivi fissati dal Piano nazionale per il contrasto all’antimicrobico-resistenza: la riduzione maggiore del 10% del consumo di antibiotici nel periodo 2020-2016. È da sottolineare, tuttavia, che il consumo si è mantenuto sopra la media europea sia in ambito territoriale che ospedaliero, così come restano elevate le percentuali di resistenza alle principali classi di antibiotici.
Crediti immagine: Hal Gatewood/Unsplash
Il consumo di antibiotici in Italia nel 2020 è diminuito del 18,2% rispetto all’anno precedente. Il calo investe in proporzioni diverse tutte le Regioni del Paese – in cui persiste un’ampia variabilità segnata dal minore consumo nelle regioni del Nord rispetto a quelle del Centro e del Sud – e che interessa sia l’assistenza convenzionata, ovvero gli antibiotici distribuiti da farmacie pubbliche e private, sia le strutture ospedaliere.
Convegno Gruppo 2003: La ricerca scientifica al servizio del Paese
Lettera degli scienziati e dei giornalisti scientifici russi contro la guerra in Ucraina
La lettera aperta degli scienziati russi di forte opposizione alla drammatica invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito del loro paese, ci offre uno spaccato dell’iperbole cognitiva che questa aggressione militare sta comportando.
Scienza e politica pt. 1: La consulenza scientifica
La sottile linea rossa. Armi chimiche e biologiche nel conflitto russo-ucraino

Numerosi trattati hanno abolito l’uso delle armi chimiche e biologiche, ma la Russia non ha mai realmente smesso di produrle e usarle. Se dovessero essere impiegate nel conflitto con l'Ucraina, questo sarebbe visto come il superamento di una “Red Line” riconosciuta a livello internazionale, spingendo l'Occidente a prendere un'azione decisiva e probabilmente a reagire con la forza.
Crediti immagine: matthew Feeney/Unsplash
Il conflitto in Ucraina sembra solo accelerare, con innumerevoli perdite umane da entrambe le parti. Nel tentativo di completare questa invasione il più rapidamente possibile, la Russia ha già incominciato ad usare armamenti più distruttivi, come l'uso di bombe a vuoto (bombe termobariche o bombe a implosione). Se Putin vuole portare a termine il lavoro velocemente, allora le armi chimiche e biologiche possono essere un'opzione particolarmente “attraente”.
Coinvolgere i pazienti nella ricerca: l'esempio del modello MULTI-ACT

È stata recentemente pubblicata, su Health Research Policy and Systems, la descrizione del modello MULTI-ACT, costruito dall’Associazione italiana sclerosi multipla, con la sua Fondazione, insieme a ricercatori, istituzioni, industria e persone con sclerosi multipla per avere in Italia e in Europa una ricerca partecipata, innovativa, responsabile. Luca Carra ne parla Paola Zaratin, direttrice Ricerca Scientifica FISM e coordinatrice del progetto MULTI-ACT.
Crediti immagine: Markus Winkler/Unsplash
Cosa vuol dire “ricerca responsabile”? E in che modo si può massimizzare la partecipazione di pazienti e di altri portatori di interesse nel suo disegno e nella sua conduzione? Negli ultimi anni c’è stato un fiorire di proposte per portare la ricerca scientifica, in particolare quella in campo biomedico e clinico, più vicina alle persone interessate a una determinata condizione o malattia.
A 100 secondi dalla mezzanotte nucleare
«Una guerra nucleare su larga scala causerebbe un inverno nucleare, con un calo medio delle temperature di circa 10°C in tutto il mondo, e potrebbe uccidere la maggior parte dell'umanità in 10 anni». Questo si legge nel commento a firma di Ira Helfand, Patricia Lewis e Andy Haines apparso su The Lancet lo scorso 4 marzo.
Ucraina: la solidarietà della comunità scientifica italiana

Esame di ingresso all'Institute of Mathematics of the National Academy of Sciences of Ukraine, Kiev, 2019. Immagine di Lena Gulenko (CC BY 4.0)
Dopo che il terremoto di magnitudo 6,3 colpì nel 2009 la città dell’Aquila, il matematico Bruno Rubino, oggi prorettore agli affari internazionali dell’Università dell’Aquila, concluse lezioni della laurea magistrale internazionale in Ingegneria Matematica a Brno in Repubblica Ceca, dove trovarono ospitalità anche i suoi studenti. Forse per questo l’università abruzzese è stata tra le prime a mobilitarsi per aiutare studenti, ricercatori e professori ucraini in fuga dalla guerra.
Detriti lunari: il problema dei manufatti terrestri sulla Luna

A marzo, un pezzo di spazzatura ha colpito la Luna, andando ad aggiungersi alle quasi 200 tonnellate di ferraglia che abbiamo depositato sul satellite dal 1959 a oggi. L’evento ha suonato un campanello di allarme, ricordando che nessuno si preoccupa di censire i molti oggetti che orbitano intorno alla Luna - problema che sarebbe il caso di considerare, perché il nostro satellite vedrà non meno di 50 missioni nei prossimi anni e nessuno vuole correre il rischio di ricevere una visita non programmata, magari su una base lunare che ospita equipaggi umani.
Nell'immagine: sito dell’impatto del booster di Apollo 16 ripresa dal Lunar Reconnaissance Orbiter. Crediti: NASA
Il 4 marzo, un pezzo di spazzatura viaggiante ha colpito la faccia nascosta della Luna, andando ad aggiungersi alle quasi 200 tonnellate di ferraglia che abbiamo depositato, più o meno dolcemente, sul satellite dal 1959 a oggi.




