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Svante Pääbo: un Nobel all’evoluzione umana

Svante Pääbo, premio Nobel per la medicina 2022. Immagine: Wikimedia

Il 3 ottobre è stato un giorno importante non solo per l’antropologia molecolare ma per tutti gli studi di evoluzione umana: il premio Nobel 2022 per la fisiologia e la medicina è stato assegnato a Svante Pääbo, il padre delle ricerche sul DNA antico, per il suo contributo alla decifrazione dell’intero genoma di Neandertal e di altri ominini ormai estinti.

Genetica + giustizia = Richard Lewontin

Contribuì in modo decisivo a una lettura molecolare dell'evoluzione, si oppose al determinismo genetico, quindi alla sociobiologia, all'idea di razza e alle sue presunte basi scientifiche. Fu un grande scienziato e un uomo giusto. Parliamo di Richard Lewontin, che mercoledì 5 ottobre verrà celebrato e discusso a un anno dalla sua morte al Museo di storia naturale di Milano, e in diretta su Scienza in rete da Guido Barbujani in dialogo con Marco Ferraguti, Maurizio Casiraghi e Carloantonio Barberini. Ne scrive qui uno dei relatori del convegno, non mancando di sottolineare la coincidenza con il primo Nobel dedicato a un altro maestro dell'evoluzione, Svante Pääbo.

Questo è un grande momento della biologia evoluzionistica: per la prima volta un grande studioso dell’evoluzione umana, Svante Pääbo, ha ricevuto il premio Nobel. Ed è una singolare coincidenza che tre giorni dopo l’annuncio verrà commemorato, a poco più di un anno dalla scomparsa un altro grande evoluzionista.

Il futuro della terza missione: obblighi legislativi e tante opportunità

Cos'è, in concreto, la terza missione delle università? E il public engagement? Come si può raggiungerlo? Questi temi sono stati trattati a Folle di Scienza, l'evento che si tiene annualmente e che raccoglie persone coinvolte nella divulgazione e comunicazione scientifica italiana: ce lo racconta Riccardo Lucentini.

Crediti immagine: Università di Pavia/Flickr. Licenza: CC BY 2.0

Anche quest’anno divulgatrici, divulgatori e personalità della comunicazione della scienza si sono ritrovati a Strambino (TO) per Folle di Scienza, l’evento organizzato dall’associazione Frame - divagazioni scientifiche allo scopo di creare un luogo di confronto e aggregazione per tutti coloro che si dedicano alla divulgazione e alla comunicazione della scienza.

La rivoluzione di chip e sensori nello studio e approvazione di nuove terapie

Dati fisiologici o comportamentali  misurati attraverso dispositivi che possono essere portatili, indossabili, impiantabili o digeribili, ossia i biomarcatori digitali, e gli organi o tessuti “on a chip”, micro-dispositivi progettati per supportare tessuti e cellule viventi, imitando in vitro la fisiologia umana e le malattie, sono due tra gli strumenti più promettenti per il supporto agli studi clinici e preclinici: in questo articolo, Michela Moretti esplora le loro potenzialità e attuali limiti.

Crediti immagine: National Center for Advancing Translational Sciences/Flickr. Licenza: dominio pubblico

La pandemia di Covid 19 ha dato una svolta al dibattito sui percorsi per accelerare i tempi della ricerca e l’approvazione di nuove terapie, in particolare quelle che riguardano patologie ancora senza cura. Pur rimanendo prioritaria la necessità di fornire garanzie di sicurezza ed efficacia di un farmaco, è sempre più condivisa la volontà di trovare soluzioni che velocizzino tali iter. Gli sforzi delle istituzioni e degli enti regolatori - non senza difficoltà - per fornire indicazioni più precise, direttive certe e meno burocrazia sono stati e sono ancora numerosi.

Una (non) modesta proposta ai partiti per una sanità in salute

In questa breve e improvvisata campagna elettorale si è notato nei diversi programmi elettorali la difficoltà ad affrontare nella loro complessità il tema sanità e welfare; una proposta, solo apparentemente modesta, viene dal libro di Carlo Saitto e Lionello Cosentino, La sanità non è sempre salute, i cui temi trattati richiedono si apra una discussione nella sanità pubblica italiana. (Immagine: Sante Monachesi, A foglia morta su Roma, 1940, Roma, Galleria d'arte moderna / Google Arts & Culture)

La pubblicazione del libro di Carlo Saitto e Lionello Cosentino (S&C), La sanità non è sempre salute (Il Pensiero Scientifico Editore, 2022), precede il confronto elettorale, ma la sua lettura è ancor più interessante alla luce di quanto discusso nei programmi dei diversi schieramenti politici che hanno presentato proposte e idee per la sanità e il welfare mediamente piuttosto convenzionali.

Green road, un’opportunità unica per il libero accesso al sapere biomedico

L’accesso aperto alle pubblicazioni scientifiche è una risorsa determinante per il progresso della ricerca biomedica. Per facilitarlo, i principali editori, le istituzioni accademiche e le biblioteche hanno iniziato a negoziare contratti mirati a combinare i costi degli abbonamenti delle riviste con quelli necessari a rendere liberamente accessibili i loro contenuti. Mentre il dibattito sull’effettiva efficacia di questi accordi è tuttora in corso, molta meno attenzione è stata invece dedicata all’importanza del ruolo che la cosiddetta green road può giocare da questo punto di vista.

Diciassette anni dopo la Berlin Declaration on Open Access to Knowledge in the Sciences and Humanities, l’accesso aperto alle pubblicazioni scientifiche è ampiamente riconosciuto come la principale risorsa per l’avanzamento della ricerca scientifica, una pratica determinante per far sì che la scienza possa divenire un bene pubblico globale.

Il ruolo dei pipistrelli nella tutela delle foreste. E delle aree agricole circostanti

Un recente studio italiano analizza la dieta di due rare specie di pipistrelli forestali, il barbastello e l’orecchione bruno, mostrando come sia basata su una grande quantità d’insetti nocivi per la vegetazione. La predazione da parte di questi due chirotteri risulta un vantaggio sia per il bosco in cui vivono sia per le aree coltivate circostanti. Tutelare il barbastello e l’orecchione bruno, quindi, significa salvaguardare non solo le foreste, con i servizi ecosistemici che ci offrono, ma anche l’agricoltura.

Crediti immagine: Brock Fenton/Western University

Su Scienza in rete abbiamo più volte scritto di come i pipistrelli, pur spesso percepiti negativamente (per esempio, in relazione alle zoonosi), abbiano in realtà un enorme valore per gli ecosistemi, per esempio per il controllo che possono esercitare sugli insetti nocivi.