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Storie di medici e innovazione all'Università di Padova

Oltre trenta personaggi che, passando dall'Università di Padova e nel corso di sette secoli, hanno fatto la medicina. Le loro storia sono raccontate in "Medici rivoluzionari", edito da Padova University Press e curato dalla redazione de Il Bo live.
Nell'immagine: la "Lezione di anatomia del dottor Tulp" di Rembrandt. Il sezionamento eseguito personalmente dall'insegnante fu un'introduzione di Andrea Vesilio, che insegò a Padova nel Cinquecento

“Ammesso che l'onore di essere stata la sede della rivoluzione scientifica possa appartenere di diritto a un singolo luogo, tale onore dovrebbe essere riconosciuto a Padova”, scriveva lo storico della scienza Herbert Butterfield nel 1962.

Covid-19: laboratori di tutto il mondo, unitevi!

Dal 31 dicembre i ricercatori di tutto il mondo, per la gran parte in Cina e negli USA, hanno iniziato a studiare il virus e pubblicare ricerche. E' presto per misurare l'impatto scientifico di queste pubblicazioni ma, utilizzando le alternative metrics, è possibile capire quali sono state le ricerche più influenti, che hanno catturato l'attenzione dei ricercatori e li hanno spinti a condividere le informazioni nel web. Una miniera di dati in cui sarà facile perdersi senza uno sforzo collettivo e la creazione di nuovi network. Intanto è possibile, anche solo scorrendo i titoli e gli abstract degli studi, farsi un'idea di quanto questo ambito di studi sia complesso, affascinante e vitale. Elaborazione nostra a partire dall'immagine del genoma di SARS-CoV-2 sequenziato dall'Istituto Pasteur di Parigi. Crediti: Institut Pasteur / CNR / France. Nella elaborazione di Scienza in rete si intravede il volto di Mao Zedong. (Immagine: elaborazione grafica di Sergio Cima)

Dati aggiornati al 4 marzo 2020.

Dal 31 dicembre i ricercatori di tutto il mondo, per la gran parte in Cina e negli USA, hanno iniziato a studiare il virus la sua malattia (COVID-19) e pubblicare ricerche in proposito.

 

 

Dalla pandemia 2009 a Covid-19: non buttiamo via quanto abbiamo costruito

Non siamo proprio degli sprovveduti nell'affrontare emergenze come quella di COVID-19. A patto, però, di non cancellare quanto già fatto in passato, e in particolare quanto messo a punto con la pandemia influenzale del 2009. Nell'immagine l'ingresso principale dell'Istituto Superiore di Sanità, il cui Centro di Epidemiologia è stato diretto da Stefania Salmaso fino al 2015

In questi giorni di emergenza Covid-19 mi sembra utile richiamare l’esperienza e la memoria di quanto già disponibile, tanto per rinfrancarci con l’idea che non siamo proprio degli sprovveduti nell’affrontare emergenze di questo tipo, a patto che non si rimuova quanto già fatto in passato.

Come vincere la sfida del nuovo coronavirus

L'intervista a Donato Greco, esperto in malattie trasmissibili, igiene e sanità pubblica, epidemiologia e biostatistica medica, e una delle figure di riferimento dell’epidemiologia e della prevenzione italiane, sull'attuale epidemia di coronavirus. Cosa sappiamo su SARS-CoV-2? Quanto interessa i più giovani? E cosa possiamo dire delle misure di contenimento adottate finora?
Nell'immagine: il nuovo coronavirus SARS-CoV-2. Scansione al microscopio elettronico del virus SARS-CoV-2 (in color magenta) depositato sulla superficie di una cellula in coltura. SARS-CoV-2 è il virus che causa la COVID-19. Il virus nell'immagine è stato isolato dal primo paziente ricoverato negli USA. Credit: NIAID-RML

Specializzato in malattie trasmissibili, igiene e sanità pubblica, epidemiologia e biostatistica medica, Donato Greco è stato per oltre 30 anni una delle figure di riferimento dell’epidemiologia e della prevenzione italiane. Ha diretto il laboratorio di epidemiologia e biostatistica dell’Istituto Superiore di Sanità ed è stato Direttore Generale della prevenzione presso il ministero della Salute.

La migliore medicina per Covid-19 è la biodiversità

L'epidemia di SARS-CoV-2 ha riacceso l'attenzione sul mercato della fauna selvatica. Dimensioni difficili da quantificare, soprattutto in considerazione del commercio illegale, ma effetti ben noti: danni alla biodiversità, autoctona e non, minacce alla conservazione delle specie e potenziale trasmissione di patogeni, sia in modo diretto sia in modo indiretto.
Crediti immagine: Illustrations of Indian Zoology - volume 2, 1833 circa. Wikimedia.

All’inizio si pensava fosse colpa dei serpenti. Poi sono stati condannati i pipistrelli, come reservoir. Ora gli ospiti intermedi parrebbero essere i pangolini. Quello che sembra essere certo è che il nuovo coronavirus, SARS-CoV-2, si sia originato a Wuhan in un mercato alimentare in cui si vendevano animali selvatici vivi e le loro carni. Il coronavirus della SARS che nel 2003 allarmò il mondo e causò circa 800 decessi si diffuse allo stesso modo a partire da un mercato, a Foshan, nel sud-est della Cina.

Covid-19: letalità, mortalità, guarigione… maneggiare con cura

Le parole sono importanti. Tasso di letalità, è il rapporto tra morti per una malattia e il numero totale di soggetti affetti dalla stessa malattia. Tasso di mortalità, è il rapporto tra il numero di morti sul totale della popolazione media presente nello stesso periodo di osservazione (e non sul numero di malati). Quindi parlare mortalità del 2 o 3% per il Covid-19 senza dire che cosa è il 100, è un errore macroscopico e non può che generare disorientamento, confusione, paura: si pensi che la mortalità per tutte le cause nel Nostro Paese è circa 1 su 100 abitanti. La distinzione tra tasso di letalità e tasso di mortalità non è semantica ma sostanziale sia per fare chiarezza sull’impatto nella popolazione sia per decidere azioni di sanità pubblica. Mappa in tempo reale della Johns Hopkins University

 

Tra le tante imprecisioni che si sentono e si leggono in questi giorni, purtroppo anche da parte di addetti ai lavori, una riguarda l’uso piuttosto disinvolto di letalità e mortalità come sinonimi. La così detta letalità, una abbreviazione usata per il tasso di letalità, è il rapporto tra morti per una malattia e il numero totale di soggetti affetti dalla stessa malattia.

Missioni UE, cambia il paradigma

L’ex Commissario per la ricerca, la scienza e l’innovazione Carlos Moedas - che aveva invitato Mariana Mazzucato a redigere delle raccomandazioni strategiche per l’implementazione delle missioni europee - ha espresso entusiasmo per il Rapporto, visto l’alto grado di partecipazione previsto per la risoluzione delle grandi sfide future. 

Horizon Europe: tre focus per le missioni europee

Crediti immagine: ar130405/Pixabay. Licenza: Pixabay License

L’innovazione è uno dei fattori chiave per una crescita a lungo termine, perché può alimentare uno sviluppo produttivo e una trasformazione della produzione, della distribuzione e del consumo in tutte le economie. Alcune delle più grandi innovazioni sono nate dalla necessità di risolvere problemi. Piuttosto che focalizzarci su problemi di natura tecnologica, possiamo utilizzare l’innovazione per risolvere sfide nella società che coinvolgono cambiamenti tecnologici, istituzionali e comportamentali.

La paura ai tempi del Coronavirus

Riprendere la teoria della comunicazione del rischio per spiegare il crescere della paura per le malattie. Quelle infettive, però. Come spiegano Fabrizio Bianchi e Liliana Cori in quest'articolo, infatti, "la combinazione tra modalità di trasmissione, meccanismo di generazione di malattia, gestione del rischio e paura intrinseca travalicano l’entità dell’impatto sulla salute"

Insieme all’epidemia si diffonde e cresce la paura. Non è una novità, anzi è una costante che riguarda soprattutto le malattie infettive, mentre è molto attenuata o flebile a riguardo delle malattie non trasmissibili. Il perché è rintracciabile nella teoria della comunicazione del rischio, riscontrabile nella storia della salute pubblica, e confermato anche dalla attuale vicenda del COVID-19.

Covid-19 fra precauzione, comunicazione e diritti

Dire alla gente “non fatevi prendere dal panico” è perfettamente inutile. In quest'articolo, Luca Carra spiega perché - e come quest'epidemia potrebbe aiutare le democrazie

Dire alla gente “non fatevi prendere dal panico” è perfettamente inutile. Essenzialmente per due motivi: 1. In presenza di un decreto che blocca tutto, chiude scuole e teatri, cancella convegni, etc. si crea una fastidiosa dissonanza. 2. Anche in assenza di queste misure, nella frase “Niente Panico” il Panico cancella il Niente, e resta padrone del messaggio.