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Capire la complessità, accettare l’incertezza, preservare l’equilibrio

Una ragazza nella posizione yoga del fior di loto è seduta sullo sfondo di un cuore composto da fiori e foglie

Antonio Bonaldi, medico, una lunga esperienza professionale e scientifica nell’ambito della sanità pubblica, nel volume Salute, medicina e dintorni raccoglie una serie di riflessioni su un ampio ventaglio di temi che riguardano la salute, mostrando come il mondo oggi sia fortemente interconnesso e ogni problema vada approcciato in modo sistemico, aggiungendo allo sguardo sulle cose quello sulle relazioni. Ci guida da questa prospettiva nel complesso mondo della medicina, mettendone in evidenza contraddizioni e incertezze, e offrendo al lettore elementi per capire e consigli per decidere meglio come occuparsi della salute propria e di quella del Pianeta. Crediti immagine: Freepik

Mentre aumenta la consapevolezza che la salute di ciascuno di noi è in grande parte nelle nostre mani – tema che offre terreno fertile al fiorente mercato di sempre nuovi e non sempre attendibili rimedi, metodi, manuali per rimanere sani – cresce anche però la sensazione che orientarsi tra i meandri della medicina e farsi un’opinione su ciò che può essere utile o dannoso per la nostra salute non sia affatto semplice.

Divulgatori, raccontiamo i processi

Come la comunicazione scientifica può contribuire alla costruzione di una cittadinanza scientifica? Ruggero Rollini propone due approcci: il racconto del processo scientifico e il racconto del processo divulgativo, suggerendo come possano integrarsi per promuovere una migliore comprensione e partecipazione nella scienza.

Crediti immagine: Image by Freepik

Se doveste chiedere a dieci comunicatori della scienza qual è il fine per cui fanno il loro lavoro, otterreste undici risposte diverse. Quello che probabilmente troverà tutti più o meno d’accordo è che la comunicazione della scienza abbia una funzione sociale e che questa eserciti – in qualche modo - un effetto netto positivo. In sostanza, i comunicatori della scienza tenderanno a credere che una buona comunicazione scientifica faccia bene alla società.

Dalle falsificazioni agli autori fasulli, problemi nuovi ed emergenti nelle pubblicazioni scientifiche

Sono sempre più gli articoli scientifici ritrattati, anche da riviste autorevoli, per errori o, peggio, falsificazioni fraudolente. E, nel frattempo, è nato l'inquietante fenomeno della “vendita delle firme”, cioè servizi che offrono, dietro pagamento, la possibilità di essere inclusi tra gli autori di un articolo. In questo contesto, emerge e si fa sempre più importante nell'editoria scientifica la figura del whistleblower, che svolge in modo metodico un'attività di verifica.

Crediti immagine: Immagine di fabrikasimf su Freepik

Nel mondo dell’editoria scientifica sta emergendo una nuova figura, a metà tra lo scienziato e il detective: il segnalatore di errori in articoli pubblicati in riviste scientifiche (anche importanti). Si chiama whistleblower ma non è una talpa e nemmeno una gola profonda, perché svolge l’attività di controllo alla luce del sole con un lavoro di metodico, a volte lungo e complesso, per evidenziare errori che possono essere stati fatti in buona fede, magari per la fretta di pubblicare, oppure essere di natura fraudolenta.

Per il diritto alla salute alimentare: l'esempio dello sportello di ascolto del Quarticciolo di Roma

Nonostante il diritto alla salute alimentare sia prerogativa di chiunque, le disparità socioeconomiche rappresentano un fattore discriminante, sia in termini di disponibilità di risorse che di educazione alimentare. Nel quartiere popolare del Quarticciolo di Roma è nato uno sportello di ascolto nutrizionale gratuito gestito da nutrizionisti volontari che mettono a disposizione le proprie competenze affinché la salute alimentare torni a essere un bene comune. 

Natura morta con formaggio. Floris van Dyck, olio su tavola (1615)

A via Ugento 30, nel quartiere popolare del Quarticciolo di Roma, c’è un posto in cui la scienza si siede e ascolta, e aiuta come può - e come deve - una collettività dimenticata, solo perché nata nella zona sbagliata della città. Una scienza accessibile e soprattutto gratuita, offerta dalle competenze di diversi nutrizionisti che ogni martedì dalle 18 alle 20 aprono lo sportello di ascolto nutrizionale dell’ambulatorio popolare di Roma est “affinché di cibo si goda e non si soffra”.

Il nuovo piano pandemico: non basta lo spartito, serve anche un'orchestra con gli strumenti giusti

La bozza del Piano strategico operativo di preparazione e risposta a una pandemia da patogeni a trasmissione respiratoria a maggiore potenziale pandemico 2024-2028 ha il merito di enunciare molti principi su cosa  fare per prepararsi e reagire a un evento pandemico. Ma non risponde ad alcune domande chiave: Cosa ci ha insegnato la pandemia di Covid-19? E cosa ha ostacolato una risposta efficace e tempestiva? Come possiamo rimuovere gli ostacoli? Se alle Regioni è richiesto di redigere piani operativi per salvaguardare la salute delle persone, dobbiamo anche metterle in grado di operare correttamente, in modo sinergico e valutabile.

Crediti immagine: modificata da Andrey Konstantinov/Unsplash

Dopo la pandemia, una delle domande più frequenti che vengono poste agli esperti di turno è: «Che cosa ci ha insegnato la pandemia?». La risposta, al di là del dovuto riconoscimento dell’impegno individuale e spesso eroico dei nostri sanitari, è complessa, perché la pandemia ha esacerbato, aggiungendo l’emergenza come fattore di amplificazione, problemi del nostro sistema sanitario che hanno ostacolato una risposta efficace se non efficiente. Perciò l’insegnamento più importante in realtà non è sugli aspetti delle infezioni, ma sui molti punti critici del sistema sanitario.

Cosa ci insegna la catastrofe etica della medicina nazista

Un prigioniero di Dachau viene sottoposto a condizioni di pressione paragonabili a quelle che si trovano a 15.000 metri di altitudine nel tentativo di determinare se i piloti tedeschi potessero sopravvivere a quell'altezza, Dachau 1942. Photo ID: 238.5.3-Brandt Case, Pros. Ex. 610. Crediti: United States Holocaust Memorial Museum, courtesy of National Archives and Records Administration, College Park.

La rivista The Lancet ha da poco compiuto 200 anni: la fondò, nel 1823, il farmacista e chirurgo ventisettenne Thomas Wakley, con l'intento di estendere la conoscenza professionale dalla piccola cerchia di clinici che ne deteneva il monopolio a tutti i medici britannici della città, della campagna e delle colonie e di operare come un bisturi (lancet) per estirpare dalla medicina le credenze e le pratiche inefficaci e dalla sanità inglese la corruzione. 

Dimenticati, invisibili e negletti: i bambini nelle carceri

Sono 19 i bambini che in questo momento in Italia passano la propria vita in carcere, senza aver commesso alcuna colpa, insieme alle loro mamme detenute. Una condizione che condividono con un numero imprecisato di altri bambini e bambine nel mondo, come ricorda un articolo sulla rivista Lancet. La reclusione comporta rischi evidenti per lo sviluppo cognitivo e armonico dei piccoli ed è altrettanto evidente che per ogni bambino o bambina in carcere si è mancato di tutelare il “superiore interesse”.

Crediti immagine: Freepik

L’Italia ha un ben noto e drammatico problema di sovraffollamento delle carceri, che vuol dire, tra l’altro, inciviltà delle condizioni di detenzione ed elevato numero di suicidi. Secondo il rapporto Antigone 2023 a fronte di una capienza ufficiale di 51.249 posti, al 30 aprile dello scorso anno le persone recluse erano 56.674, di cui 17.723 (il 31,3%) stranieri e 2.480 (il 4,4%) donne, con una crescita della capienza ufficiale dello 0,8%, ma delle presenze di ben il 3,8%.

Come diventare più sostenibili per l’ambiente: le cinque raccomandazioni ISDE per i cittadini

Silhouette di un uomo in un paesaggio di montagna di notte sullo sfondo del cielo stellato

L’inizio di un anno nuovo coincide spesso con i buoni propositi. Se la COP28 ha previsto scelte importanti per i governi, diamo una ripassata anche alle cinque raccomandazioni per avere uno stile di vita più sostenibile rivolte ai cittadini, stilate dall’ISDE nel quadro del progetto Choosing Wisely Italy – Fare di più non significa fare meglio, coordinato da Slow Medicine, l’organizzazione che si batte per una medicina sobria, rispettosa e giusta. Si tratta di modifiche delle proprie abitudini che possono essere in sé anche piccole, ma che, se adottate da milioni di cittadini, contribuiscono a fare la differenza. Crediti immagine: Joshua Earle/Unsplash

La campagna Choosing Wisely Italia di Slow Medicine lavora da molti anni per diffondere un cambiamento prima di tutto culturale, che porti la medicina a eliminare o almeno ridurre il più possibile le pratiche inappropriate, ovvero eseguite in mancanza di fondamenti precisi a sostegno della loro utilità.

Giulio Boccaletti: l'acqua è politica

Siccità di Giulio Boccaletti, direttore scientifico del Centro euromediterraneo sui cambiamenti climatici, è un'opera che si colloca all'intersezione tra politica, storia, geologia ed ecologia. Il libro analizza il tema dell'acqua e della sua gestione, sottolineando come, dopo millenni di stabilità climatica, l'Europa si trovi ora di fronte a nuove sfide relative alla risorsa idrica, causate da eventi estremi come siccità e alluvioni. Boccaletti enfatizza la necessità di una "modernizzazione" su larga scala, che richiede solidarietà internazionale e un approccio politico, per una gestione della risorsa più preziosa all'altezza dei cambiamenti climatici in corso. Immagine: Francisco Tropa, "Le poumon et le coer" (foto di Renata Tinini).

Siccità (Mondadori, 2023) è un libro politico, anche se intessuto di dati e notazioni storiche geologiche ed ecologiche. E ci serviva proprio. Soprattutto adesso che il governo italiano ha finalmente liberato il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc), peraltro oggetto di non poche critiche. E l’autore, Giulio Boccaletti, direttore scientifico del Centro euromediterraneo sui cambiamenti climatici, non lo nasconde. Dopo millenni di stabilità climatica, ora le risorse idriche nel continente europeo si comportano in un modo diverso rispetto al passato.

Giganti ghiacciati: il viaggio e le scoperte delle sonde Voyager

Dalla progettazione delle loro missioni fino alle scoperte raccolte in oltre quarant'anni di attività, Giganti ghiacciati, di Luca Nardi e Fabio Nottebella, è un inno alle sonde Voyager 1 e 2, lanciate nell'ormai lontano 1977.

Crediti immagine: NASA/JPL-Caltech, NASA/JPL-Caltech Photojournal

I dati raccolti e archiviati mantengono la loro validità anche dopo decenni. Infatti, un'informazione vecchia di 40 o 50 anni può essere ulteriormente “spremuta” alla luce di nuove misure fatte con i telescopi sempre più potenti che entrano in funzione, oppure essere reinterpretata grazie a nuove simulazioni rese possibili da computer sempre più performanti. Ne abbiamo avuto recentemente un esempio con la rivisitazione delle immagini di Urano e Nettuno ottenute nel 1985 e 1989 dalla sonda Voyager 2, l’unica ad averli sorvolati.