fbpx March 2023 | Scienza in rete

March 2023

Mappare il connettoma del cervello: una fatica inutile?

La pubblicazione sulla rivista Science della prima mappa completa delle connessioni di un cervello complesso lascia riemergere un decennale dibattito sull'utilità dello studio dei connettomi per la reale comprensione delle funzioni cerebrali. La questione è: una mappa dettagliata della struttura del cervello è necessaria (o addirittura sufficiente) per il progresso delle neuroscienze?

Nell'immagine, la ricostruzione di tracciati di neuroni e sinapsi in una porzione di retina di topo, ottenuta sulla piattaforma EyeWire, un gioco online in cui gli utenti possono mappare i percorsi dei neuroni da immagini reali di microscopia elettronica. Crediti: Alex Norton per EyeWire

«Se vogliamo capire chi siamo e come pensiamo, in parte significa capire i meccanismi del pensiero, e la chiave per farlo è sapere come i neuroni si connettono l’uno con l’altro» così commenta Joshua T. Vogelstein, ingegnere biomedico e uno degli autori dell’articolo pubblicato il 10 marzo sulla rivista Science che illustra la prima mappa completa dell’intero cervello di una larva di Drosophila melanogaster, il comune moscerino della frutta.

Troppe battaglie sulla vita dei bambini

Sempre più i diritti dei minori sembrano essere usati come un'arma impropria. O, al contrario, se ne dimentica l'esistenza. Dalla maternità surrogata alla vergogna dei bambini in carcere, fino alla deportazione dei bambini ucraini a opera delle forze russe, Eva Benelli e Maurizio Bonati riflettono su come i diritti dei più giovani siano sacrificati nello scontro politico.

Crediti immagine: Margaret Weir/Unsplash

Stiracchiati, stropicciati, polarizzati, nelle ultime settimane i diritti che andrebbero riconosciuti ai bambini, a tutti i minori, vengono usati sempre più spesso come un’arma impropria da brandire nell’ambito di scontri tra visioni distanti del mondo. La difesa dei diritti o, al contrario, il facile dimenticare che questi diritti esistono, in nome di una supposta istanza superiore, segnano, ci sembra, eventi diversi e su scale differenti, ma accomunati dalla stessa mancanza di rispetto.

Immagini, parole e musica contro la guerra: riflessioni a margine della notte degli Oscar

La guerra riempie le cronache e assedia i nostri pensieri: partendo da Niente di nuovo sul fronte occidentale, da cui è stato tratto recentemente un film che a marzo ha vinto ben quattro Oscar, Simonetta Pagliani propone una riflessione - ragionando d'immagini, parole e musica contro la guerra. 

Crediti immagine: Duncan Kidd/Unsplash

Un viaggio cosmografico attraverso la Commedia di Dante

Gustave Doré, illustrazione del Canto II della Divina Commedia

Sperello di Serego Alighieri e Massimo Capaccioli, due importanti astronomi italiani, si sono impegnati a rendere comprensibile la visione di Dante a un pubblico globale. La ricostruzione del contesto storico accompagnato dalla spiegazione dei dettagli astronomici forniscono innumerevoli motivi per tornare a rileggere la Commedia a settecento anni dalla sua composizione (Immagine: Gustave Doré, illustrazione del Canto II della Divina Commedia. Fonte: Wikimedia)

Il 2021 è stato il settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri, giustamente considerato il più noto e di gran lunga il più influente poeta italiano. Ciò ha scatenato una fiorente produzione di libri e documentari incentrati principalmente sul suo capolavoro la Divina Commedia, un viaggio epico attraverso l'Universo come era conosciuto nel XIV secolo, la cui lettura è obbligatoria per tutti gli studenti italiani.

La straordinaria "invasione" dei cinghiali in città

Si aggirano tra le strade cittadine, creano scompiglio e dibattiti accesi, sono in costante aumento in tutta Europa malgrado siano uno dei mammiferi più cacciati. Sono i cinghiali, che grazie all'incredibile capacità di adattamento sono una delle specie vincitrici nell'Antropocene. E ci costringono a trovare soluzioni per fare fronte alla loro presenza e a ripensare il nostro rapporto con la fauna Crediti foto di Thomas G. da Pixabay

Si aggirano tra i parchi e i palazzi, suscitando un misto di curiosità e timore. Alcuni li difendono a spada tratta dalle ipotesi di abbattimento. Altri invece li considerano un ennesimo stigma del degrado urbano. Sono i cinghiali urbani, ormai una presenza costante in diverse città italiane, Capitale inclusa.

Una civiltà dell’Età del bronzo collassata per crisi climatica e sovrasfruttamento del suolo

La siccità che oggi affligge la Pianura Padana ha precedenti antichissimi: 3.200 anni fa una fase di acuta aridificazione ha probabilmente contribuito alla scomparsa di una delle più antiche civiltà del Nord Italia, già infragilita da forme di sovrasfruttamento delle risorse naturali. Andrea Zerboni, docente dell’Università degli Studi di Milano, ci parla della delicata relazione tra uomo e clima e di come gli umani possano avere iniziato a provocare cambiamenti irreversibili dell’ambiente e a costruire sistemi non sostenibili già nella preistoria. Immagine: Ricostruzioni di due abitazioni nel museo all'aperto del Parco della Terramara di Montale (foto P. Terzi, Wikipedia)

È stato un lungo periodo di siccità a provocare il collasso della civiltà terramaricola, fiorita in Pianura Padana attorno a 3.500 anni fa e conclusasi in modo relativamente brusco trecento anni dopo? Secondo Andrea Zerboni, docente di Geografia Fisica e Geomorfologia all’Università degli studi di Milano, l’ipotesi è molto plausibile: e i segnali che indicano che c’è una precisa corrispondenza tra l’abbandono di centinaia di villaggi e una fase di siccità protratta sono numerosi.

Scienza, politica e società di fronte alla chimica verde

Il chimico Marco Taddia ci parla di Research Between Science, Society And Politics. The History and Scientific Development of Green Chemistry, un libro sulla storia e lo sviluppo della green chemistry o chimica verde, una branca della chimica sempre più importante per l'industria e la politica.

Crediti immagine: Who’s Denilo ?/Unsplash

Correva l’anno 2003, quindi è passato un bel po’ di tempo da quando il chimico organico Paul Anastas (Quincy, 1962), allora all’Università di Nottingham e oggi a Yale, dalle pagine della rivista Green Chemistry, fondata nel 1999, sollecitava la società a spostarsi da un progetto di traiettoria insostenibile a uno sostenibile, impegnando in tal senso scienza e tecnologia con l’apporto fondamentale della green chemistry.

La sfida delle materie prime critiche per la transizione energetica

Le materie prime critiche sono fondamentali per la transizione energetica. L'articolo di Riccardo Lo Bue analizza l'Energy Technology Perspectives 2023 dell'Agenzia internazionale dell'energia (IEA), da cui emerge che entro il 2030 la domanda di ciascuno dei cinque minerali critici aumenterà da 1,5 a 7 volte. Il problema è che, con gli investimenti attuali, l’attività estrattiva sarà ancora al di sotto del fabbisogno. Inoltre, l’attività estrattiva rimane concentrata nelle mani di pochi paesi. Un aiuto potrebbe arrivare dall’innovazione e dal riciclaggio che riducono la domanda di nuove materie prime e la dipendenza dai paesi produttori. L’UE è particolarmente vulnerabile e il 16 marzo la Commissione europea ha proposto l'European Critical Raw Materials Act per assicurare una catena di fornitura delle materie prime strategiche sostenibile e sicura.

Immagine: la salina di Uyuni in Bolivia, una delle più grandi riserve di litio conosciute al mondo (foto di Alexander Schimmeck su Unsplash).

Le materie prime critiche sono quei materiali di importanza strategica dal punto di vista economico e caratterizzate allo stesso tempo da un alto rischio di interruzione della fornitura.
Per la realizzazione delle turbine eoliche, delle batterie per veicoli elettrici, delle reti elettriche e di altre infrastrutture necessarie per la transizione energetica, oltre ad acciaio, cemento, plastica e alluminio, servono in particolare cinque materie prime critiche: litio, cobalto, nichel, rame e neodimio.

Pandemia, la caccia ai colpevoli non aiuta a capire

L’inchiesta della Procura di Bergamo su eventuali responsabilità di “epidemia colposa” a causa del mancato lockdown in Val Seriana a fine febbraio 2020 riaccende la riflessione sulla risposta italiana alla pandemia. Luca Carra ripercorre i primi convulsi passi della politica e i dati scientifici a disposizione fra febbraio e marzo 2020, anche alla luce degli articoli e interviste pubblicate su Scienza in Rete. Più che andare a caccia di colpevoli, sarebbe importante capire le lezioni che ci ha lasciato la storia della pandemia in Italia per approntare risposte più efficaci per il futuro.

L’inchiesta della procura di Bergamo per epidemia colposa riapre l’annosa questione se la via giudiziaria sia il modo migliore per fare un bilancio spassionato su errori e responsabilità nella gestione della pandemia di Covid-19 esplosa in Italia il 20 febbraio 2020.