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Femminicidio: la strategia perdente

disegno di un volto femminile percorso da crepe

Il femminicidio non è un fatto isolato o frutto di un raptus: è l’esito estremo di un sistema di disuguaglianze e violenze radicate nella cultura patriarcale. Le risposte repressive e securitarie, come il disegno di legge sull’introduzione del reato di femminicidio, non bastano e si limitano a interventi di facciata: servono invece prevenzione, educazione alle relazioni e al rispetto, per scardinare stereotipi e ruoli di genere che alimentano la violenza.

Aumenta, purtroppo a ritmo costante, l’elenco dei nomi che si aggiungono alla conta delle vittime di femminicidio e la stampa, assieme alla politica, torna a parlare di violenza contro le donne. L’argomento meriterebbe attenzione tutti i giorni dell’anno, non solo quando i fatti di cronaca lo richiamano, e deve essere affrontato con gli strumenti giusti: quelli della prevenzione e dell’educazione, perché le misure repressive non sono sufficienti a scoraggiare gli atti di violenza.

La lebbra prima di Colombo: la genetica riscrive la storia

Mycobacterium leprae

La lebbra è una malattia antica che ancora oggi colpisce migliaia di persone nel mondo, soprattutto in Asia, Africa e America Latina. Un nuovo studio internazionale, grazie alle analisi genetiche su resti antichi e campioni moderni, riscrive la storia della sua diffusione nelle Americhe, rivelando origini molto più remote di quanto si pensasse finora.

Nell'immagine di copertina: Mycobacterium leprae, a lungo ritenuto l'unico patogeno responsabile della lebbra e introdotto nelle Americhe dai colonizzatori europei

La storia della lebbra si intreccia da millenni con quella dell’umanità, alimentando timori, leggende e, purtroppo, pregiudizi. Per lungo tempo abbiamo pensato di conoscerne con certezza le origini e i percorsi di diffusione, soprattutto in relazione all’arrivo nelle Americhe, tradizionalmente attribuito ai colonizzatori europei. Tuttavia, negli ultimi anni nuove scoperte scientifiche hanno iniziato a mettere in discussione questo scenario.

Alcune cose da sapere sulla bomba nucleare oggi

esplosione della bomba su Nagasaki

Gli Stati Uniti attaccano l’Iran subito dopo Israele con l'accusa di voler costruire la bomba nucleare, che nel frattempo continua a massacrare Gaza. La Russia fa lo stesso con l’Ucraina e la Francia ipotizza di creare un ombrello nucleare europeo. Con la scusa della deterrenza crescono escalation e morti. Facciamo il punto su alcune cose da sapere sulla bomba nucleare, anche in occasione dell’uscita del libro postumo di Pietro Greco “L’atomica e le responsabilità della scienza” (L’asino d’oro, 2025).

Immagine: bomba su Nagasaki Charles Levy - U.S. National Archives and Records Administration

Trump alla fine ha deciso di unirsi ai bombardamenti israeliani contro l’Iran per smantellarne con la forza il probabile programma nucleare. Le minacce della Russia più o meno implicite di usare la bomba nucleare con l’Ucraina sono sempre presenti, e la Corea del Nord fa lo stesso con la Corea del Sud.

Conferenza ONU sull'oceano: molte promesse, il mare vuole i fatti

tartaruga marina con banco di pesci

Dal 7 al 13 giugno scorsi si è tenuta a Nizza UNOC3, la terza Conferenza delle Nazioni Unite sugli oceani. Un evento in grande stile, con oltre 15.000 partecipanti da tutto il mondo. Il summit ha ribadito l'urgenza di proteggere gli ecosistemi marini e prodotto un piano di azione, che resta però vago sugli strumenti concreti. Il rischio è che resti solo una dichiarazione di intenti, quando l'urgenza di azione è massima.

Crediti immagine: foto di Oleksandr Sushko su Unsplash

Una biglia blu, a blu marble. Così appariva il nostro pianeta in una delle prime iconiche foto che lo ritraeva dallo spazio, scattata nel 1972 dall’Apollo 17. Un'immagine illuminata della Terra, divenuta simbolo della sua bellezza e fragilità. Una biglia blu, un pianeta blu, perché al 70% formato dagli oceani. Vasti luoghi sommersi di cui per secoli la nostra specie ha solo intuito la superficie e ignorato la complessità fisica e biologica.

2025, l’anno dei ghiacciai: tra perdita del ghiaccio e futuro dell’acqua

la parete nord del Monte Disgrazia

Dalle Alpi all’Himalaya, i ghiacciai sono in ritiro in tutto il mondo. In occasione dell’Anno Internazionale della Conservazione dei Ghiacciai, abbiamo fatto un breve viaggio tra crisi idrica e strategie di adattamento, facendoci aiutare a capire i problemi più importanti da Leonardo Stucchi, ingegnere e ricercatore al Politecnico di Milano.

In copertina: la parete nord del Monte Disgrazia, una delle principali vette della Valtellina centrale. Crediti: Gaggi Luca 76/Wikimedia Commons. Licenza: CC BY SA 3.0

Il 2025 è stato proclamato dall’UNESCO Anno Internazionale della Conservazione dei Ghiacciai; è un invito a riflettere su una delle crisi più silenziose ma devastanti del nostro tempo: il collasso della criosfera, quella estesa porzione del sistema terrestre composta da ghiacci continentali e marini. Le Alpi, cuore idrico del continente europeo, sono uno dei laboratori naturali più evidenti per osservare gli effetti del riscaldamento globale.

Maccacaro, sapere per cambiare

la copertina degli scritti di Maccacaro ripubblicati da Pgreco

Ha rivoluzionato scienza e medicina negli anni Sessanta e Settanta, promuovendo una visione emancipatrice e democratica della salute: Giulio Alfredo Maccacaro è stato uno studioso e militante che ha lottato per una medicina libera dal potere e attenta ai diritti e alla dignità di ogni persona.

Giulio Alfredo Maccacaro è stato uno dei più importanti protagonisti del profondo cambiamento che ha investito la scienza e la medicina negli anni Sessanta e Settanta del Novecento. Il suo è stato un contributo che ha ribaltato il modo di intendere e operare nella scienza, ripensandone il ruolo, lo statuto, gli strumenti, le interazioni, le finalità.

PNRR e precariato: una lettera aperta per salvare la ricerca

disegno di un laboratorio abbandonato

Pubblichiamo l'appello urgente che ricercatori e ricercatrici PNRR lanciano alle istituzioni per evitare l’espulsione di massa dal sistema universitario: serve un piano straordinario di reclutamento per garantire continuità, valorizzare le competenze e tutelare il futuro della ricerca pubblica.

Onorevole Ministro Bernini,
Onorevole Presidente del Consiglio Meloni,
Onorevoli Membri della 7ª Commissione permanente (Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport) della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica,
Onorevoli Parlamentari della Repubblica Italiana,

Visti negati: come le politiche migratorie minano la sanità USA (e non solo)

un passaporto e uno stetoscopio su un tavolo

Il caso Harvard, con la revoca della certificazione SEVP voluta dall’amministrazione Trump, ha messo in luce la vulnerabilità del sistema sanitario statunitense, che dipende in modo cruciale da medici e infermieri stranieri. Una fragilità che riguarda anche l’Italia e altri paesi d’Europa, alle prese con carenze di personale e ostacoli all’integrazione dei professionisti immigrati

Un articolo pubblicato questo mese su JAMA e firmato da Jeremy W. Jacobs, immunologo della Vanderbilt University e da Allison P.

Ricerca negli USA: il valore della collaborazione internazionale

una fila di laureati statunitensi di schiena

È periodo di cerimonie di laurea negli Stati Uniti, che però rischiano di perdere la loro leadership nella ricerca biomedica. I tagli ai fondi e il clima politico ostile minacciano un modello fondato sull'inclusione e sull’eccellenza globale, con effetti che potrebbero essere incalcolabili, tanto per la scienza (e quella autentica non ha frontiere) quanto per la società.

È tempo di cerimonie di laurea, qui negli Stati Uniti. Università pubbliche e private in tutto il paese celebrano i propri neo-laureati, laureati magistrali e dottori di ricerca (Philosophiae Doctor o PhD, il titolo di studio più avanzato). Chiunque partecipi a una di queste cerimonie può constatare che sia studenti sia docenti provengono da paesi di tutto il mondo. Circa la metà dei PhD e il 29% dei medici che conducono attività di ricerca negli Stati Uniti sono immigrati.

Test d’ingresso a medicina: dal caos al disastro, cronaca di una riforma

immagine di un quiz che si sgretola

Il nuovo test d’ingresso a medicina, presentato come la fine del numero chiuso, mantiene invece molte delle criticità passate e ne aggiunge di nuove: selezione nozionistica, guerra tra studenti e percorsi stressanti. È una riforma che rischia di compromettere la qualità della formazione medica e la salute pubblica.

Erano numerosi i colleghi che, come il sottoscritto, pensavano non sarebbe stata fatta. Era troppo improbabile e dannoso il piano del governo per riformare le procedure di reclutamento degli studenti di medicina, che percolava nei canali mediatici. E invece eccola, in tutta la sua assurdità e perversione, la riforma dell’ingresso a medicina voluta da una classe politica che conosce un solo principio, quello del marchese del Grillo: «Io sono io e voi non siete un c…o».