La guerra fa male alla salute. Anche un anno dopo

A un anno dall’invasione russa dell’Ucraina il previsto impatto sulla salute delle popolazioni coinvolte è stato oggetto di un bilancio disastroso: quasi 10.000 vittime civili, 200.000 soldati uccisi tra uno schieramento e l’altro, ospedali distrutti, milioni di sfollati e rifugiati, soprattutto il degrado di un sistema di assistenza che già non era brillante. «Data la natura prolungata della guerra, è giunto il momento di passare da una risposta di emergenza e reattiva a una pianificazione sanitaria a lungo termine», scrivono su Lancet tre esperti. Ma è la pace il vero determinante di salute.
Crediti immagine: jean louis mazieres/Flickr. Licenza: CC BY-NC-SA 2.0
Dalla miriade di commenti apparsi prima e dopo il 24 febbraio, anniversario dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, uno sembra raccogliere il maggior consenso: la guerra è entrata in una fase cronica ed è destinata a durare ancora a lungo. Non se ne vede la fine. Tanto che è venuto il momento di passare da una risposta umanitaria estemporanea e sulla base dell’emergenza a una pianificazione a lungo termine degli obiettivi sanitari.








