Nel sangue materno c'è tutto
E’ da più di dieci anni che se ne parla: individuare le malattie genetiche e cromosomiche del nascituro senza ricorrere ad amniocentesi e biopsia dei villi coriali, ma utilizzando il DNA del feto che passa nel circolo materno. A ipotizzare questa modalità di diagnosi prenatale fu infatti nel 1997 il gruppo di Dennis Lo, dell’Università di Hong Kong, che individuò per la prima volta la presenza di materiale genetico di origine fetale nel sangue di una donna in gravidanza. La sua quantità tuttavia sembrava insufficiente a rendere attendibili i test da allora messi a punto.