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Inferenza transitiva, lo studio nelle vespe

Una vespa cartonaia Polistes dominula. Crediti: Quartl/Wikimedia Commons. Licenza: CC BY-SA 3.0

In un esperimento condotto dai ricercatori dell'Università del Michigan, le vespe si sono rivelate in grado di applicare l'inferenza cognitiva. Le api, pur avendo dimostrato di possedere notevoli abilità cognitive se si considera la sola dimensione del cervello, non sono state in grado di applicare l'inferenza cognitiva: probabilmente, dicono i ricercatori, questo tipo di competenza si è sviluppata nelle vespe a causa della diversa organizzazione gerarchica della colonia

Le notizie di scienza della settimana #99

Gli esseri umani stanno modificando gli ecosistemi terrestri in modo così radicale da aver accelerato il declino della vita sulla Terra a una velocità senza precedenti. Lo afferma il più dettagliato studio condotto finora sullo stato di salute della biodiversità condotto dall'Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services su mandato delle Nazioni Unite. Il tasso di estinzione di specie animali e vegetali è, oggi, da dieci a cento volte la media osservata nei passati 10 milioni di anni. La biomassa dei mammiferi selvatici è diminuita dell'82% a partire dall'età preistorica e circa un milione di specie sono a rischio di estinzione. La causa è largamente riconducibile all'attività umana. Agli effetti dell'allevamento intensivo, dell'agricoltura e dell'estrazione delle risorse naturali, si sommano ora quelli del cambiamento climatico. L'impatto della perdita di biodiversità sulla popolazione umana riguarderà la disponibilità di acqua potabile, la sicurezza alimentare, l'instabilità climatica. Emerge una situazione estrema dal rapporto che è stato approvato da tutti gli stati membri nelle scorse settimane per poter pubblicare il "Summary for policy makers". Nel rapporto sono contenute delle possibili soluzioni che richiedono di tenere presente la conservazione della biodiversità nelle politiche sugli scambi commerciali, di pianificare investimenti massivi nella riforestazione e nella costruzione di infrastrutture verdi e anche cambiamenti radicali nei comportamenti individuali, come diminuire il consumo di carne e di beni materiali. Nell'immagine: deforestazione vicino Lieki nella Repubblica Democratica del Congo. Credit: Axel Fassio/Center for International Forestry Research Center for International Forestry Research. Licenza: CC BY-NC-ND 2.0.

La transizione verso un mondo a basse emissioni di CO2

Predatori e prede: quando la valutazione aiuta il “lato selvaggio” della scienza

"Lince" di von Ludwig Beckmann. Crediti: Wikimedia Commons. Licenza: pubblico dominio

Le riviste predatorie sono quelle che millantano standard scientifici, ma che a pagamento pubblicano qualsiasi cosa; i ricercatori ne possono essere prede inconsapevoli mettendo a rischio sia loro reputazione sia quella delle loro ricerche. Il problema è probabilmente la classica punta dell'iceberg e riguarda la valutazione della scienza, e in particolare la presenza di importanti asimmetrie informative fra valutatori e valutati.

Lo strano patto Grillo-Burioni

Beppe Grillo si diverte e prendere in giro gli scienziati e a pontificare di “cervelli che non fuggono”. Lo ha fatto con un post in cui dice che parteciperà al convegno dei terrapiattisti, a Palermo, perché lì incontrerà “cervelli che non scappano davanti a nulla, nessun pregiudizio, nessuna legge della fisica è definitiva”. Grillo non difende il terrapiattismo, ma elogia l’anticonformismo, trovando un esempio tutt’altro che edificante, e non solo sul piano epistemologico.

Migranti: Quelli che affrontano i problemi e quelli che li fronteggiano

Un'operazione di salvataggio nell'ambito dell'operazione Triton, il 15 giugno 2015. Crediti: Irish Defence Forces/Flickr. Licenza: CC BY 2.0

Secondo la Banca Mondiale nel 2050 vi saranno 140 milioni di migranti per motivi legati al cambiamento climatico: la desertificazione, il depauperamento delle aree fertili, la mancanza d’acqua, l’aumento del livello del mare e così via. Sarà un esodo drammatico, in cui è probabile che moltissimi moriranno senza lasciare traccia di sé, come la maggior parte dei 1.000 migranti affondati con il “Barcone” che nell’aprile del 2015 si rovesciò al largo della Libia.

Le notizie di scienza della settimana #98

Utilizzando un rivelatore installato presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso, gli scienziati della collaborazione XENON1T hanno osservato un processo estremamente raro, la cosiddetta doppia cattura elettronica dell'isotopo 124 dello Xenon. L'evento in questione è un decadimento in cui l'isotopo 124 dell'atomo di Xenon (54 protoni e 70 neutroni) decade nell'isotopo 124 dell'atomo di Tellurio (52 protoni e 72 neutroni) emettendo due neutrini ed energia. Poiché il processo comporta lo scambio di due bosoni W, i mediatori delle interazioni deboli, il tempo di vita medio è inversamente proporzionale al quadrato della costante di accoppiamento debole (una quantità estremamente piccola) e dunque risulta essere estremamente grande. I ricercatori sono stati in grado di osservare un numero consistente di eventi di questo tipo grazie alla grande quantità di Xenon contenuto nel rivelatore (1,5 tonnellate racchiuse in un cilindro di 1 metro di altezza e 1 metro di diametro) e alla sua elevata sensibilità. Il tempo di vita media che hanno misurato è pari a 1,8 x 1022 anni, circa mille miliardi di volte la vita dell'Universo. La misura restituisce informazioni sulla struttura nucleare e apre la strada alla ricerca di un altro processo raro, la doppia cattura elettronica senza neutrini, che permetterebbe di capire se i neutrini sono particelle di Majorana. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature che gli ha dedicato la copertina. Nell'immagine: assemblaggio della gabbia elettrostatica. Credit: Xenon Collaboration.

Polizia e intelligenza artificiale 

Lo strascico di Omega Centauri

Omega Centauri

Il maestoso splendore di Omega Centauri in uno scorcio ripreso dal telescopio spaziale Hubble. Crediti: NASA, ESA and the Hubble Heritage Team (STScI/AURA)

Omega Centauri è il più massiccio tra gli ammassi globulari legati gravitazionalmente alla via Lattea. Studi recenti, tra cui i dati raccolti dalla missione Gaia dell'ESA, ne hanno messo in luce importanti caratteristiche che ne evidenziano la peculiarità rispetto agli altri ammassi globulari. La più distintiva è la presenza di diverse popolazioni stellari, a suggerire che Omega Centauri possa essere ciò che rimane delle regioni centrali di una galassia satellite che è stata dilaniata e inglobata dalla Via Lattea. Ne parliamo con Michele Bellazzini, primo ricercatore all'INAF e coautore di uno studio nel quale, usando un algoritmo di ricerca automatica, sono stati esaminati i dati astronometrici del secondo catalogo di Gaia cercando addensamenti di orbite, cioè famiglie di stelle dinamicamente collegate tra di loro

È la scienza che tiene insieme l'Europa

Luca Carra racconta dell'ultimo volume del “La scienza e l'Europa” di Pietro Greco, che ripercorre la storia del continente dal Medioevo ai giorni nostri. L'ultimo volume, dedicato al dopoguerra, vede l'Europa cedere la supremazia scientifica, economica e politica agli Stati Uniti, quando il progetto Manhattan getta le basi dell'egemonia tecnico-scientifica, anche grazie all'emigrazione dei ricercatori europei in fuga dalle dittature. Nonostante le strutture nate per rilanciare la ricerca (si pensi alla creazione del Cern di Ginevra), il distacco dagli Stati Uniti appare incolmabile, e oggi la competizione, giocata soprattutto nel campo dell’intelligenza artificiale e delle scienze della vita, è sempre più serrata fra USA e Cina, con l’Europa nel ruolo di comprimario.

Il libro di Peter Gøtzsche e alcune riflessioni sulla Cochrane Collaboration

Crediti: Ramdlon/Pixabay. Licenza: Pixabay License

Eugenio Paci propone le sue riflessioni nate dalla lettura del libro di Peter Gøtzsche, il medico e ricercatore danese espulso a settembre dalla Cochrane Collaboration, di cui è stato fondatore. Il libro, disponibile online, ripercorre le vicende che hanno lo hanno portato all'espulsione. Ma, scrive Paci, l'atteggiamento da Sherlock Holmens è pessimo in chi si occupa di scienza, perché lo scienziato si deve occupare di studiare e misurare il vero, non di trovare  a tutti i costi l'errore.

Nutrizione sostenibile per la salute dell’uomo e del pianeta

Il capitolo dedicato alla nutrizione del Libro Bianco del Gruppo 2003 per la ricerca scientifica tratta la dieta e la sostenibilità nutrizionale, facendo il punto sui dati che riguardano quale sia la dieta ottimale per la nostra specie, come la dieta possa influenzare la salute nostra e dell'ambiente e quale possa essere il futuro della nostra alimentazione. Presenta inoltre i dati sugli sprechi alimentari, considerando anche l'insostenibilità nutrizionale dell'obesità