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Cosa resta del DOGE: l’impatto di Trump e Musk sulla ricerca scientifica

Musk agita una motosega

Dopo quattro mesi di attività, Elon Musk ha abbandonato il suo ruolo di capo del Department of Government Efficiency (DOGE), avendo fallito nel trovare anche solo una frazione dei 2.000 miliardi di dollari di risparmi originariamente promessi: al momento sul sito DOGE si elencano risparmi per 180 miliardi di dollari, molti dei quali sono ancora in fase di proposta o negoziazione congressuale (o al vaglio dei giudici).

Neuroprotesi tra scienza ed etica: intervista a Michele Giugliano

disegno di un cervello

Dispositivi impiantabili capaci di dialogare con il cervello: sono le neuroprotesi, ormai una realtà in molti campi e pronte ad aprire nuove prospettive terapeutiche. Ma che sollevano anche interrogativi su identità, privacy e disuguaglianze.

Le neuroprotesi non sono più solo un’ipotesi da laboratorio né un tema da fantascienza: stanno entrando a pieno titolo nella pratica clinica e nella riflessione bioetica. Si tratta di dispositivi impiantabili capaci di ristabilire funzioni neurologiche compromesse o, in prospettiva, di potenziare alcune capacità cognitive. Ma cosa sappiamo davvero del loro funzionamento? Quali sono i rischi, i limiti e le implicazioni identitarie di queste tecnologie? 

Scienza ed economia: alleate per l’ambiente

rigenerare il pianeta

Roberto Danovaro e Mauro Gallegati hanno scritto un libro sulla crisi climatica vista dal punto di vista economico e ambientale fusi insieme. Un utile testo per ripercorrere tutti i dati e le sfide che ci attendono: "Rigenerare il pianeta. L’alleanza necessaria tra scienza ed economia", per Laterza (2025).

Immagine Pixabay

Il nuovo libro di Mauro Gallegati (economista) e Roberto Danovaro (ecologo) torna a ricordarci come scienza ed economia non possano che allearsi per affrontare la crisi climatica. Titolo e sottotitolo sono chiari: Rigenerare il pianeta. L’alleanza necessaria tra scienza ed economia (ed. Laterza).

Risorse e diritti per il rilancio di università e ricerca

una bilancia con il contratto di ricerca su un piatto e dei soldi sull'altro

Mentre cresce la confusione sul futuro del pre-ruolo universitario, Giuseppe Mattioli e Francesco Verducci chiariscono gli effetti reali della legge 79/2022, evidenziando le criticità applicative e proponendo correttivi utili, a partire dai diritti dei giovani ricercatori.

Interveniamo nel dibattito sul pre-ruolo universitario con un contributo che vuole cercare di riportare su binari di maggiore correttezza l’informazione sull’impatto che la legge 79/2022 ha avuto sul sistema nazionale dell’università e della ricerca pubblica, contrastando la proliferazione di informazioni false o ambigue, e sui correttivi che sarebbe realmente necessario introdurre per migliorarne l’applicabilità.

Il marketing ingannevole di big tobacco: cosa (non) dice davvero l’industria

disegno di un uomo che si toglie la maschera con dietro prodotti a base di nicotina

Giù la maschera, ecco i trucchi dell’industria: il tema della giornata mondiale senza tabacco di quest’anno si concentra sulla disinformazione sistematica messa in atto dalle aziende. Dalle sigarette elettroniche alle bustine alla nicotina, il nuovo marketing tende ad accreditarli come prodotti che riducono il rischio e il consumo. Ma le cose non stanno così, come dimostra l’analisi di Silvano Gallus, ricercatore al Mario Negri e tra i fondatori dell’associazione Alleanza per un’Italia senza tabacco.

Il 2 maggio 2025, la BBC ha pubblicato un articolo che analizza l’impatto dei prodotti a tabacco riscaldato sulla salute umana. Per l’occasione, l’emittente ha intervistato esperti indipendenti privi di conflitti di interesse con l’industria del tabacco, inclusi rappresentanti dell’Organizzazione mondiale della sanità. Ne è emerso un messaggio

Un CERN per l’intelligenza artificiale: siamo già in ritardo?

Sigla Eurovisione 1965

L'iniziativa InvestAI punta a riportare l'Unione Europea al passo nello sviluppo dell'intelligenza artificiale, ma ha grosse criticità. Ne parliamo con Giuseppe Attardi, già ordinario di Informatica dell'Università di Pisa e proponente di un "CERN per l'IA".

L'Europa del secondo dopoguerra aveva un problema: i principali centri di ricerca in fisica si trovavano negli Stati Uniti, dove i talenti avevano accesso a fondi e strumenti per portare avanti esperimenti anche piuttosto costosi. Un tipo di risorse che i singoli stati europei non erano in grado di offrire, ma che un ente internazionale avrebbe potuto mettere insieme. Un'idea che la delegazione francese alle Nazioni Unite aveva già sollevato nel 1946, in un'escalation politica che porterà alla nascita dell'odierno CERN.

Un ritorno al passato per l’università

scacchiera con pedine che rappresentano figure accademiche a terra

Il governo ha presentato due disegni di legge che modificano l’accesso e le carriere nell’università. Nuove figure si aggiungono a quelle esistenti, aumentando la frammentazione e la precarietà. Mentre si tagliano le risorse, cresce il rischio di un sistema sempre più instabile e privo di prospettive.

Il governo ha presentato due disegni di legge che introducono importanti modifiche nel sistema universitario. Il primo - DDL 45/2025 (AC 2420) - introduce le due nuove figure degli incarichi di ricerca e degli incarichi post doc. Il secondo riguarda la “Revisione delle modalità di accesso, valutazione e reclutamento del personale ricercatore e docente universitario”.

L’introduzione degli incarichi di ricerca e degli incarichi post doc

Il primo provvedimento introduce:

Contratti di ricerca: lettera aperta al Partito Democratico e ai decisori politici

una ricercatrice che scale una scala trovandosi di fronte un muro

Il nuovo Contratto di Ricerca (CDR), introdotto dalla legge 79/2022 per garantire tutele e dignità ai ricercatori, presenta in realtà forti criticità applicative, costi insostenibili e rigidità che escludono migliaia di giovani dal sistema della ricerca pubblica. E analizzando punto per punto le affermazioni dei suoi promotori, si evidenzia come il CDR non superi il precariato, non favorisca l’indipendenza scientifica e limiti l’accesso alla carriera accademica, a fronte di alternative più flessibili e inclusive come gli incarichi di ricerca e post-doc.

Usciamo da mesi di duro confronto politico su una questione che ha visto tanti ricercatori, università, la CRUI, gli enti di ricerca, l’Accademia dei Lincei, oltre a giovani dottorandi, dottori di ricerca e assegnisti non afferenti ad alcuna sigla, rispondere con una compattezza trasversale. Il tema del contendere è stato il Contratto di Ricerca (CDR), un nuovo strumento contrattuale introdotto nella precedente legislatura con la legge n.