fbpx November 2025 | Page 3 | Scienza in rete

November 2025

Endometriosi: quanto contano i traumi dell’infanzia e la genetica

mano con nastro giallo endometriosi

Un recente studio suggerisce che l’insorgenza dell’endometriosi potrebbe essere collegata al vissuto traumatico delle pazienti, aprendo nuove strade per l'identificazione dei fattori di rischio e la diagnosi della malattia.

L’endometriosi potrebbe avere radici ancora più complesse di quanto si pensasse. Questa malattia, caratterizzata dalla presenza di tessuto endometriale (per la precisione, di un tessuto simile all'endometrio ma con alcune differenze istologiche), al di fuori dell’utero (ectopico), è tanto diffusa quanto ancora poco compresa per molti aspetti – a partire dalle sue cause.

La rinuncia alle cure di italiani e italiane: ma è davvero così?

A margine del dibattito sulla manovra, un commento dell’ISTAT ha richiamato l’attenzione sull’abbandono delle cure da parte di un cittadino su 10 per colpa delle liste d’attesa. Senza voler nulla togliere all’attenzione dedicata alla crisi del nostro SSN, le cose sono più complicate di così e, soprattutto rimane sotto traccia l’eterno tema delle diseguaglianze

Il dato del quasi 10% degli italiani che rinuncerebbero alle cure è uno di quelli che circola di più quando si vuole descrivere la profondità della crisi che attraversa il nostro Servizio Sanitario Nazionale. Il dato è di fonte ISTAT e lo si trova aggiornato nel documento di commento che l'istituto ha fatto a proposito della manovra di bilancio 2026. Il documento riporta il dato per il 2024 di un 9,6% di italiani che ha rinunciato a curarsi, soprattutto per problemi di liste di attesa.

Economia circolare: meno materie prime, più materie seconde

simbolo del riciclo in verde su sfondo di bosco

Il Circular Economy Network chiede all'Europa un mercato unico per le materie prime seconde: la proposta rientra nella consultazione aperta per la definizione del Circular Economy Act. Oggi l'Europa ricicla di più rispetto al 2010, ma ancora troppo poco rispetto agli obiettivi prestabiliti. Serve aiutare soprattutto i settori più in difficoltà - come il riciclo della plastica e dei RAEE - con più investimenti e leggi più chiare. E in ogni caso: basta con questi sussidi ambientalmente dannosi.

Immagine Pixabay

Il Circular Economy Network chiede all’Europa maggiore sforzo per accelerare riciclo, riuso, riutilizzo, per rendere l’economia molto più circolare. Lo fa in particolare con un position paper dove propone di creare un mercato unico europeo per le materie prime seconde, cioè quelle materie recuperate dai rifiuti dopo il loro primo utilizzo (per cui erano state introdotte nel sistema produttivo come materie prime).

Dovremmo estendere la zona rossa del Vesuvio?

Partendo da oltre 60 campioni di sedimenti vulcanici raccolti intorno al Vesuvio, un gruppo di ricercatori ha stimato quale sarebbe l'impatto di un'eruzione suggerendo l'opportunità di estendere verso nord-ovest la zona rossa, dove il Piano Nazionale di Protezione civile prevede l'evacuazione in caso di eruzione imminente.

Nell'immagine una rielaborazione della mappa di concentrazione del particolato solido ottenuta da "Mele, D., Dellino, P., & Dioguardi, F. (2024). Pyroclastic density currents hazard simulation data at Mt. Vesuvius, Italy. [Data set]. Zenodo". https://doi.org/10.5281/zenodo.13682628 (CC BY 4.0) a cura di Chiara Sabelli per Scienza in rete (CC BY-SA). In grigio l'area dove la concentrazione di particolato solido è tale da mettere a rischio la vita delle persone, in rosso la zona di evacuazione prevista dalla Protezione Civile.

Partendo dai sedimenti vulcanici raccolti in 65 siti in un’area di circa 15 chilometri intorno al Monte Vesuvio, un nuovo studio ha stimato l'impatto che le correnti piroclastiche generate da un’eruzione avrebbero in termini di pressione, temperatura, concentrazione di polveri e particolato e durata temporale, suggerendo di estendere verso nord-ovest la zona di evacuazione attorno al Vesuvio e offrendo un nuovo approccio alla gestione del rischio vulcanico.

Addio a James Watson, scienziato intelligente cocciutamente irrazionale

James Watson

Formidabile promotore e manager della ricerca, bravo mentore e buon autore di manuali scientifici ma anche di libri che erano pura provocazione. Il 6 novembre, all’età di 97 anni è scomparso Jim Watson, che legò il suo nome insieme a Francis Crick alla scoperta della doppia elica del DNA.

Carl Zimmer ha scritto sul New York Times che con James Dewey Watson, morto il 6 novembre all’età di 97 anni, scompare l’ultimo protagonista della scoperta più iconica del secolo passato. La mente di Watson era morta da almeno sette anni, o anche prima, cioè da quando gli fu diagnostica una demenza vascolare. Intanto, il DNA, la più famosa ma non l’unica doppia elica molecolare che esiste in natura, non è più l’alfa e l’omega della vita.

Gli inattesi effetti del vaccino a mRNA contro il cancro

una molecola di mrna

Uno studio pubblicato su Nature a fine ottobre dimostra che la combinazione di vaccino a mRNA con gli inibitori ICI riesce ad ampliare la risposta immunitaria e ad accrescere il suo ruolo come terapia oncologica. Un filone di indagine promettente, se non verrà bloccato, almeno negli USA, dalle assurde riserve sui vaccini.

Il 22 ottobre è uscito su Nature un articolo che ha avuto molta condivisione, e che ha sicuramente acceso nuove speranze in chi ne ha letto sui media e siti di news. Come sempre succede quando, nel corso della lunga partita a scacchi tra scienza e cancro, la scienza muove un pezzo e mette l'avversario sotto scacco sperando di veder cadere il re in poche mosse. 

Come l'IA ci aiuterà a preservare il ricordo dell'Olocausto

memoriale olocausto

A ottant’anni dalla liberazione dei campi di sterminio, i superstiti dell’Olocausto ancora in vita si contano sulle dita di una mano. Così, alcuni progetti si preparano a tramandare la memoria della Shoah senza più la voce diretta di chi l’ha vissuta: è quello che fa Dimensions in Testimony, promettendo di usare l’intelligenza artificiale per permettere anche alle generazioni future di conversare con i testimoni dell’Olocausto. Ma l'uso dell'IA in questo contesto solleva anche interrogativi etici e rischi di manipolazione che non possono essere ignorati.

A gennaio 2025, l’ANSA ha pubblicato una lista con i nomi di quattordici persone, tredici ebree: sono i superstiti dell’Olocausto ancora in vita in Italia. Va sottolineato che questa è soltanto una lista parziale, perché stimare il numero esatto di superstiti della Shoah ancora in vita non è un compito semplice.

La Cop30 del popolo che esclude il popolo: le contraddizioni di Belém

foresta amazzonica

Ospitare la Cop30 nella città amazzonica di Belém è una scelta simbolica potente: riconosce che il futuro del pianeta si gioca anche nelle regioni periferiche e nei territori del Sud globale. Ma tra infrastrutture insufficienti, alloggi inaccessibili e costi proibitivi, la “Cop del popolo” rischia di diventare la più esclusiva di sempre. E, sullo sfondo, il paradosso di un Brasile che parla di transizione ecologica mentre autorizza nuove trivellazioni nel bacino amazzonico.

Ospitare la trentesima conferenza Onu sul clima, la Cop30, in una città amazzonica – Belém, nello stato brasiliano di Pará – è un gesto politico potente: significa riconoscere che il futuro del pianeta si decide anche, e forse soprattutto, nelle regioni periferiche, tra i popoli e le culture non occidentali, negli ecosistemi ricchi di biodiversità, sulle sponde dei fiumi.

Garantire risorse adeguate ai PRIN

La ricerca scientifica è un pilastro fondamentale per lo sviluppo economico, sociale e culturale dell’Italia. Ma senza investimenti stabili e una visione di lungo periodo, il sistema rischia di restare fragile. La proposta della senatrice Elena Cattaneo rilancia l’urgenza di un finanziamento strutturale e continuativo per la ricerca pubblica.

La ricerca scientifica rappresenta una leva strategica per la crescita economica, sociale e culturale dell’Italia. Tuttavia, la ricerca scientifica pubblica nel nostro Paese continua a soffrire di scarse risorse strutturali e della mancanza di meccanismi di gestione autonomi, trasparenti e realmente competitivi.