H5N1: il dibattito della comunità scientifica
Il dibattito, tra chi vorrebbe la pubblicazione totale delle ricerche sul virus H5N1 e chi invece ritiene sia necessario censurare almeno i “dati sensibili” delle ricerche, rimane acceso.
Il dibattito, tra chi vorrebbe la pubblicazione totale delle ricerche sul virus H5N1 e chi invece ritiene sia necessario censurare almeno i “dati sensibili” delle ricerche, rimane acceso.
Il World Health Organization ha preso la sua decisione, i lavori sul virus mutato H5N1 saranno pubblicati. Ma è veramente una decisione giusta? Non era meglio aspettare, capire, evitare che tali informazioni finiscano nelle mani sbagliate e generino una pandemia mortale e diffusissima? Uno dei problemi è rappresentato proprio dal tipo di ricerca, perché infatti giocare con la natura e se il virus “fuggisse” dal laboratorio?
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha deciso che i due controversi studi sul virus influenzale H5N1 saranno pubblicati integralmente. La decisione arriva dopo un incontro di due giorni, tenutosi a Ginevra al quale hanno preso parte 22 esperti di biosicurezza provenienti da tutto il mondo. "Secondo il gruppo di esperti, spiega Antony Fauci, rischi terroristici sono inferiori ai vantaggi che possono derivare dalle ricerche in termini di vaccini preventivi, test diagnostici e farmaci anti-virali".
Uno studio rivela come in Amazzonia le delicate interazioni tra l'aria proveniente dall'Atlantico, la traspirazione della foresta e la radiazione solare cominciano a risentire dell'impatto esercitato dall'uomo, con possibili drammatiche conseguenze per il clima globale.
Il tema della “fine del mondo” torna di tanto in tanto a interessare stampa e opinione pubblica. Succede sia in occasione di eventi particolari ed eccezionali, spesso di carattere astronomico, quali per esempio lo schianto, di qualche anno fa, della cometa Shoemaker Levy su Giove, quanto in occasione di eventi del nostro pianeta come un grande terremoto o altre calamità devastanti, o anche a seguito di un aggiornamento di rilievo sui cambiamenti climatici e sull’effetto serra. Oltre ai fatti che correttamente ci portano a considerare il problema di un’eventuale
Il virus dell’influenza aviaria è un virus influenzale di tipo A altamente infettivo negli uccelli selvatici e domestici con alta mortalità. Il virus si trasmette attraverso le feci, le secrezioni oro-nasali e congiuntivali.
H5N1 è la sigla che definisce il virus dell'influenza aviaria, individuato per la prima volta a Hong Kong nel 1967. È difficile che questo virus si trasmetta agli esseri umani, diversamente di quanto accade con l'influenza di stagione, la trasmissione può avvenire infatti solo per contatto diretto con l'animale malato o con le sue secrezioni. Quando però avviene , il virus aviario H5N1 è letale in circa il 60% dei casi. Nel mese di dicembre, scienziati provenienti da due gruppi indipendenti, uno guidato da Ron Fouchier presso la Erasmus
Il Parlamento ha recentemente licenziato una legge che è lesiva nei confronti della ricerca biomedica e in contrasto con la direttiva europea. Preoccupati per le conseguenze che la sua applicazione potrebbe avere sul futuro della ricerca biomedica nel nostro Paese, facciamo un appello ai Senatori perché si riveda la legge in modo da permettere alla medicina di continuare i suoi progressi a beneficio degli ammalati.