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Migranti: più consapevolezza con "Le rotte del clima"

La migrazione è affrontata male e superficialmente, senza andare alla radice dei fattori profondi che la innescano. Tra questi c’è il cambiamento climatico: il progetto “Le Rotte del Clima” presentato lo scorso 27 settembre al Museo della Scienza di Milano vuole sviluppare strumenti di tutela legale per i migranti climatici, categoria ancora poco mappata e definita.

Foto di Sujeeth Potla su Unsplash

I migranti sono stati e sono oggetto di campagne elettorali permanenti e infiniti dibattici politici, spesso inconcludenti. La questione è in questi mesi di nuovo sotto i riflettori, tra ennesime tragedie e visite internazionali, ma viene affrontata superficialmente e senza andare alla radice dei problemi che spingono le persone a migrare. Tra i fattori che influenzano la migrazione ci sono i cambiamenti climatici.

Carbon offsetting: a chi giova?

Il carbon offsetting prevede la compensazione delle emissioni con interventi che ne assorbano o annullino un quantitativo equivalente. Ma, come molti ambientalisti sospettavano, rappresenta in realtà un espediente volto ad aggirare l’obiettivo primario per azzerare le emissioni, la mitigazione, e soprattutto difficile da controllare e verificare.

Crediti immagine: Jas Min/Unsplash

Per evitare future probabili catastrofi climatiche, le cui anticipazioni sono sempre più presenti, bisogna raggiungere l’obiettivo di zero emissioni di gas serra nell’atmosfera entro il 2050. Il metodo per raggiungerlo è la mitigazione, quindi la sostituzione delle attuali fonti di emissioni – principalmente l’uso dei combustibili fossili – con energie rinnovabili. Fin dal Protocollo di Kyoto è stato tuttavia previsto un altro metodo: quello di compensare le emissioni con interventi che ne assorbano o annullino un quantitativo equivalente. È il carbon offsetting.

Il Nobel ai quantum dots: la prova che la meccanica quantistica ha applicazioni pratiche

Il premio Nobel per la chimica è andato quest'anno a tre scienziati il cui lavoro si è dedicato ai punti quantici. Ma cosa sono e quali sono le loro applicazioni presenti e potenziali?

Crediti immagine: Argonne National Laboratory/Flickr. Licenza: CC BY-NC-SA 2.0 DEED

Lo scorso mercoledì 4 ottobre è stato assegnato il premio Nobel per la chimica a Moungi G. Bawendi, Alexei I. Ekimov e Louis E. Brus “per la scoperta e la sintesi dei punti quantici”. Questo tipo di tecnologia è davvero molto pervasiva nella nostra vita quotidiana, eppure non rientra fra gli argomenti più pop di cui si sente parlare spesso e persino fra gli “addetti ai lavori”, i quantum dots non sono quasi mai citati quando si parla di nanotecnologie.

A che punto siamo con la transizione energetica? L’aggiornamento IEA

L’Agenzia internazionale per l’energia ha pubblicato la sua Roadmap per lo zero netto al 2050 aggiornata al 2023, dopo quella uscita nel 2021. Sono stati fatti numerosi passi avanti. Serve comunque ancora impegno in rinnovabili ed elettrificazione, che faranno il grosso della transizione, con anche altre tecnologie di supporto. Bisogna aumentare la spesa pubblica e privata, anche per la ricerca di tecnologie oggi poco o per nulla diffuse. È assolutamente vietato estrarre nuovi combustibili fossili.

Foto di Bill Mead su Unsplash

Ecco come appare nei minimi termini la transizione energetica per raggiungere zero emissioni nette di gas serra entro il 2050, secondo l’aggiornamento dell’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) da poco uscito.

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Come la morte sopravvive alla guerra, un rapporto sulle conseguenze letali dei conflitti US

Il rapporto Come la morte sopravvive alla guerra, firmato dal gruppo dall'antropologa Stephanie Savell,analizza le conseguenze letali dei conflitti iniziati dagli Stati Uniti dopo l’11 settembre 2001 in Iraq, Afghanistan, Pakistan, Siria e Yemen.

Crediti immagine: Jakob Owens/Unsplash

È stato pubblicato lo scorso maggio il rapporto del progetto Costs of War, firmato dall'antropologa Stephanie Savell, Senior Researcher al Brown University’s Watson Institute for International & Public Affairs.

La rotta verso la decarbonizzazione dell'aviazione civile

aereo in fase di atterragio

Dopo la pandemia il traffico aereo commerciale ha ripreso a crescere a ritmo sostenuto, raggiungendo già nel 2022 l’80% dei livelli pre-pandemici. Sebbene le emissioni di CO2 causate dall’aviazione siano solo il 2,5% delle emissioni antropogeniche, va tenuto conto che circa l’80% della popolazione mondiale non ha mai volato, dunque governi e compagnie aeree stanno iniziando ad affrontare il tema della decarbonizzazione dell’aviazione

Photo by John McArthur on Unsplash

Secondo il sito Flight Radar il 6 luglio 2023, con 134.386 voli, è stato il giorno più trafficato nella storia dell'aviazione commerciale. Il dato ha acceso il dibattito sul tema della decarbonizzazione dell’aviazione civile: ma quanto incide il traffico aereo sulle emissioni di CO2 e quali sono le soluzioni per decarbonizzare il settore?

Karikó e Weissman: un Nobel al servizio dell’umanità

Il premio Nobel 2023 è stato assegnato a Karikó e Weissman per il contributo alla messa a punto dei vaccini a mRNA contro il Covid. Oltre che la qualità della loro ricerca scientifica, premia anche la loro tenacia, nonostante posizioni lavorative precarie e scarsi finanziamenti. Ma soprattutto premia la capacità di arrivare ad un prodotto utilizzabile su larga scala, che effettivamente ha cambiato l’impatto della pandemia da Covid-19.

Quando nel 1895 Alfred Nobel decise di istituire quello che ai nostri giorni è il più prestigioso riconoscimento scientifico indicò che i premi annuali sarebbero stati assegnati a coloro che avevano reso i “maggiori servizi all'umanità" e in effetti ogni assegnazione nel campo della medicina, della fisica e della chimica ha marcato pietre miliari nell’avanzamento delle conoscenze scientifiche.

Manifesto Fadoi: in cinque anni si è dimezzata la ricerca clinica no profit

Una serie di provette da laboratorio piene di piccoli cuori rossi"--"

Dal Manifesto per la Ricerca Clinica promosso dalla FADOI emergono dati preoccupanti: la ricerca clinica no profit in Italia si è ridotta del 50% negli ultimi cinque anni e il 90% degli investimenti in questo campo sono di provenienza privata. Silvio Garattini rilancia l’allarme sulla grave carenza di fondi pubblici, che azzoppa la ricerca sui farmaci, lasciando scoperti aspetti cruciali che il settore industriale non ha alcun interesse a investigare.
Crediti immagine: elaborazione Blue Willow

Da una parte, a parole, l’enfasi sull’importanza della ricerca, un tema che, come fa notare il Manifesto per la Ricerca Clinica promosso dalla Società Scientifica di Medicina Interna FADOI ha attratto l’attenzione dei cittadini, oltre che degli addetti ai lavori, anche per l’evoluzione in atto, che tocca diversi aspetti: non solo quello scientifico, ma anche quello tecnologico, metodologico e regolatorio.

Dalla ricerca alle sue applicazioni: l'incontro Future Trends in Translational Medicine

Per vari motivi, nonostante l'elevata produttività in ambito biomedico, il mondo scientifico italiano è ancora limitato nel trasferimento dei propri risultati dai laboratori al mercato e alla società. Le iniziative di trasferimento tecnologico attualmente in corso sono molte: tra quelle dedicate alle discipline biomediche vi è l'incontro Future Trends in Translational Medicine, organizzato da Human Technopole e Nature Italy.

Crediti immagine: National Cancer Institute/Unsplash

È uno dei tanti “paradossi italiani”: pur risultando ai primissimi posti nel mondo per l’alta produttività nei settori biomedici, gli scienziati italiani risultano essere cronicamente refrattari alla valorizzazione dei risultati del proprio lavoro.

Come il cambiamento climatico ha cambiato le co-migrazioni

Uno studio analizza 15 anni di dati per valutare come siano cambiate le associazioni tra specie diverse di uccelli migratori che, ogni primavera, transitano sull’isola di Ponza. L’approccio, che per la prima volta consente di fornire un quadro d’insieme dei dati sulle diverse specie, evidenzia una sincronizzazione sempre maggiore tra diverse specie di migratori, in particolare quelli provenienti dall’Africa sub-sahariana, probabilmente a causa del cambiamento climatico in corso.

Crediti immagine: balia dal collare (F. albicollis) fotografata dal Centro italiano per lo studio e la conservazione dell'ambiente (CISCA) nel centro di inanellamento di Ponza.

Chi viaggia con chi? Le migrazioni degli animali, e in particolare quelle degli uccelli, sono state e sono sempre oggetto di numerosissimi studi. Le ricerche spaziano dal campo della fisiologia, per capire per esempio come le specie riescano ad affrontare, dal punto di vista metabolico, distanze impressionanti, o come si orientino nello spazio; alle indagini dedicate a studiare gli effetti dei cambiamenti climatici e delle loro alterazioni sulla temperatura del globo sulle popolazioni di migratori.