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Oltre lo spopolamento: le aree interne tra crisi e possibilità

Veduta dal borgo di Ostana

Il nuovo Piano Strategico Nazionale per le Aree Interne introduce il concetto di “spopolamento irreversibile”. Ma i dati, le strategie locali e le criticità quotidiane raccontano una realtà più sfaccettata, fatta anche di adattamenti, esperimenti e resistenze.

Nell'immagine di copertina: veduta dal borgo di Ostana (CN). Crediti: Tomatis Davide/Wikimedia Commons. Licenza: CC BY-SA 4.0

Il nuovo Piano Strategico Nazionale per le Aree Interne (PSNAI), definito ad aprile 2025 e recentemente pubblicato dal Dipartimento per le Politiche di Coesione e per il Sud, ha riaperto il dibattito sul destino dei piccoli comuni italiani. Il documento aggiorna la strategia avviata nel 2014 per contrastare lo spopolamento e introduce una novità controversa: l’ipotesi di “spopolamento irreversibile” per una parte significativa del territorio nazionale.

Condannata la Francia per la morte da alghe verdi: ecco cosa è successo

Le alghe verdi nella baia di St Brieuc

Una tragedia sulle spiagge della Bretagna ha scoperchiato un caso di inquinamento ambientale e silenzi istituzionali durato decenni. L’8 settembre 2016 un uomo viene ritrovato morto su una spiaggia del comune di Hillion, e la sua morte è attribuita a cause naturali; ma, dopo una serie di indagini approfondite, si scopre che è legata alla presenza di alghe nella zona, al gas che hanno generato e soprattutto all’agricoltura e agli allevamenti intensivi. Questa vicenda ha portato la giustizia francese a riconoscere per la prima volta la responsabilità dello Stato.

In copertina: Le alghe verdi nella baia di St Brieuc, in Bretagna. Crediti immagine: Denis Brothier/Flickr. Licenza: CC BY-NC-SA 2.0

Jean-René Auffray era un cinquantenne che abitava lungo la costa bretone, appassionato di jogging e in ottima salute. L’8 settembre 2016 è uscito a correre come al solito, ma non ha  più fatto ritorno. Il suo corpo è stato ritrovato vicino alla foce del fiume Gouessant, nel comune di Hillion, e più precisamente nella baia di Saint-Brieuc, che si affaccia sul golfo di Saint-Malo: giaceva in mezzo al fango, circondato da tonnellate di alghe verdi che tappezzavano la spiaggia e il mare fin dall’inizio della primavera.

L'analfabetismo funzionale, il mondo digitale e l'intelligenza artificiale: perché è importante avere delle competenze?

Illustrazione de Il pensatore di Rodin che fissa uno schermo

Cosa accade quando l’intelligenza umana non riesce più a comprendere i progressi che essa stessa ha generato? A un secolo dalla riflessione di Valéry, dobbiamo ancora, e più che mai, interrogarci sul rapporto tra competenze, intelligenza artificiale e partecipazione attiva alla società.

«Preoccupiamoci innanzitutto di sapere se l’uomo diventa più sciocco, più ingenuo, più debole intellettualmente quando vi è una crisi della comprensione o dell’invenzione». Leggere oggi questa riflessione non fa pensare al fatto che è stata espressa esattamente un secolo fa da Paul Valéry nel saggio Sur la crise de l’Intelligence (1925).

Il diritto di scegliere: autonomia riproduttiva tra desiderio, ostacoli e nuove prospettive

grafica di coppia con figlio su sfondo acquarellato sfumato

Crescita, calo delle nascite, invecchiamento: la demografia globale è segnata da squilibri e contraddizioni. Ma il vero nodo non è quanti figli si fanno, bensì chi può davvero scegliere se e quando averne. Tra disuguaglianze di genere, ostacoli economici e transizione culturale, l’autonomia riproduttiva diventa una questione di diritti, equità e giustizia sociale.

Il mondo si confronta oggi con scenari demografici sempre più diversificati. In alcune aree del pianeta la popolazione continua a crescere, anche se meno rapidamente rispetto al passato. In altri contesti, come in Italia, le nascite continuano a diminuire e la popolazione invecchia progressivamente. In questo scenario, il nodo cruciale non è tanto il numero di figli che si fanno, ma piuttosto l’autonomia riproduttiva: quanti, davvero, hanno la possibilità di scegliere se e quando diventare genitori? 

Un pericoloso ritorno al passato nei concorsi universitari

tocco impolverato appoggiato su una vecchia scrivania

Il sistema universitario italiano sta affrontando una profonda e preoccupante trasformazione. Diversi provvedimenti governativi delineano una riforma radicale che rischia di ridimensionare l'università pubblica. Questo processo potrebbe favorire il ritorno a poteri accademici locali, con il conseguente rischio di un aggravamento del precariato e dell'emigrazione dei cervelli, portando a un ulteriore allontanamento dagli standard internazionali per l'università e la ricerca.

Il sistema dell’università italiana è al centro di una profonda trasformazione, realizzata con una serie di provvedimenti governativi che intervengono su aspetti differenziati ma che, nell’insieme, delineano una riforma radicale e preoccupante: si prospetta un ridimensionamento dell’università pubblica, la frammentazione del sistema, il ritorno a poteri accademici locali, l’aggravamento del precariato e dell’emigrazione all’estero, un ulteriore allontanamento dagli standard internazionali per l’università e la ricerca.

Fine vita: la questione di fondo si chiama libertà

screenshot dal film Philadelphia

La bozza del testo di legge che dovrà disciplinare il fine vita è atteso in Senato per il 17 luglio. Le premesse ci sono tutte per aspettarsi una norma che non sopravviverà al vaglio della Corte costituzionale. Come è stato per la legge 40, figlia di un approccio ideologico e di una mal tollerata necessità di legiferare comunque. Quello che non emerge dal dibattito è che un fine vita legale e praticabile riduce il ricorso a pratiche illegali e sotterranee. 

Nell'immagine di copertina: uno screenshot dal film Philadelphia

Ha ragione Eva Benelli:  la legge che si vuol fare sul fine vita è cattiva prima di tutto in senso morale, oltre che essere una cattiva legge. Che le gerarchie dei cattolici - prima i cristiani - potessero essere cattive lo sapevamo. Basta studiare la storia, affrettandosi però, prima che qualche ministro la censuri.

Il rapporto tra politica e sanità visto dalle Marche, l’Ohio d’Italia

mappa italiana con regione marche evidenziata

Che più ospedali vogliano dire una sanità più vicina al cittadino è un’idea ancora dominante nella testa delle persone e dei media. Eppure il peso delle malattie croniche e l’invecchiamento della popolazione spingono da tempo verso una pianificazione sanitaria che riequilibri ospedali e territorio. Gli atti di indirizzo nazionali, che pure esistono, dovrebbero certificare le scelte delle regioni in questa direzione. Ma che cosa accade se le verifiche mancano?

Lo spunto per questo contributo mi è venuto da un articolo de la Stampa sulle Marche, definite “nuovo Ohio d’Italia”. In questo articolo per l’ennesima volta si identifica in una Regione italiana quella che in occasione di una tornata elettorale (in questo caso le prossime elezioni regionali che interessano sei Regioni) potrebbe segnare la svolta a favore del centrodestra o del centrosinistra.