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L'operazione Midnight Hammer e il Trattato di non proliferazione nucleare

mappa Iran al centro di un mirino di precisione

Il 21 giugno, senza dichiarazione di guerra né ultimatum, gli Stati Uniti hanno distrutto gli impianti nucleari iraniani con un attacco aereo fulmineo. L’operazione “Midnight Hammer” solleva dubbi sulla tenuta del Trattato di non proliferazione e rivela la crisi profonda degli strumenti internazionali di controllo sull’energia nucleare.

La notte del 21 giugno scorso, con l'operazione Midnight Hammer, gli Stati Uniti hanno colpito i siti del programma nucleare iraniano a Natanz, Isfahan e Fordo; sette bombardieri strategici stealth B-2 Spirit hanno rilasciato circa 75 bombe di precisione guidate, inclusi 14 penetratori GBU-57 Massive Ordnance da 30.000 libbre (13,6 t), mai usati in precedenza e in grado di colpire anche strutture sotterranee. L'attacco è stato completato da 30 missili cruise Tomahawk lancia, da un sottomarino nucleare della classe Ohio dal golfo di Oman.

Mine antiuomo, i pappagalli verdi e i loro addestratori

Tra le azioni annunciate nel clima distopico della corsa al riarmo c’è il ritiro di un gruppo di Paesi, tra cui l’Ucraina, dalla Convenzione di Ottawa, l’accordo internazionale per la proibizione dell'uso, stoccaggio, produzione, vendita delle mine antiuomo. Apparentemente una scelta di difesa, nei fatti una scelta contro la propria popolazione da parte delle nazioni che decidono di percorrerla. Lo testimonia ancora oggi l’esperienza della Bosnia ed Erzegovina. 
Una riflessione che vogliamo dedicare al ricordo dell’eccidio di Srebrenica, di cui molte iniziative ricordano in questi giorni i 30 anni da quella strage.
 

Oggi Kosĕvo è un quartiere residenziale nel centro di Sarajevo, in Bosnia ed Erzegovina. Si trova tra la parte più antica della città e la parte più moderna. Ed è stato il quartiere olimpico dei Giochi Invernali del 1984, con il centro sportivo “Zetra” e la magnifica sala del ghiaccio che era stata il palcoscenico della cerimonia di apertura e chiusura delle Olimpiadi. Tutto bombardato e incendiato durante la guerra civile 1992-1995.  Stessa la sorte dell’adiacente storico stadio cittadino costruito nel 1947.

Ammazza che caldo!

illustrazione di monumenti italiani sotto un sole cocente e un cielo rosso

L'estate 2025 è iniziata col botto: 21 città italiane in allerta rossa, temperature che hanno fatto sfrigolare l'asfalto oltre i 45 gradi. Eppure, un dato sorprende: nonostante il caldo record, si muore meno. Nel 2023 i morti per calore sono stati 12.800, ma con la vulnerabilità di vent'anni fa sarebbero stati il doppio. Ma c'è un problema: il clima si scalda più velocemente della nostra capacità di adattarci. Mentre impariamo a resistere alle "notti torride" che ci rubano 44 ore di sonno l'anno, la Terra ci sfida con temperature sempre più estreme. La domanda è semplice: fino a quando potremo reggere questo braccio di ferro con il pianeta? (Immagine: elaborazione grafica di Sergio Cima)

La prima, poderosa ondata di calore del 2025 ha colpito duramente e ora per fortuna ha le ore contate. La progressione è stata notevole. L’innesco si è avuto dal 20 al 22 giugno, quando un’ondata di calore ha investito l’Europa occidentale, che è risultata più calda e arida di 2,5 °C rispetto alla media, con 2 mm di pioggia in meno al giorno (ClimaMeter, 2025).

L’assedio di Gaza: quando gli aiuti diventano un’arma di guerra

strada sterrata ed edifici crollati

Pubblichiamo una riflessione che ci arriva dall’esperienza diretta sul campo degli operatori di Medici Senza Frontiere. L’Ong ha avanzato la maggior parte di queste richieste a livello europeo, durante una conferenza stampa  tenutasi il 16 giugno a Bruxelles.

Crediti immagine di copertina: Emad El Byed/Unsplash

«Una persona ha cominciato a correre in strada. Era la prima volta che l’esercito israeliano la chiamava direttamente. Correva gridando: "Evacuate! Evacuate! Stanno per bombardare!"». Così Amira, psicologa di Medici Senza Frontiere (MSF) a Gaza, racconta uno degli otto ordini di evacuazione forzata che lei e la sua famiglia hanno subito. Una testimonianza di terrore in piena notte.

Spaghetti, stormi e intelligenza artificiale

A lungo considerata solo uno strumento al servizio delle altre discipline fisiche, oggi la situazione è opposta: l'incredibile multidisciplinarietà della fisica statistica ha fatto sì che i suoi utilizzi arrivino in quasi ogni ambito della vita quotidiana, dalla biologia alla finanza.

Tempo d’estate, tempo di spaghettate tra amici. Immaginiamo un piatto di spaghetti appena scolati: se li mescoliamo con la forchetta, incontriamo resistenza. I fili si tirano, si aggrovigliano, limitano i movimenti l’uno dell’altro. Ma se delicatamente proviamo a estrarne uno solo con la punta delle dita, questo si sfila in modo agile. Questa immagine semplice descrive bene il comportamento dei polimeri, lunghe molecole formate da unità ripetute (i monomeri) presenti in plastica, tessuti, e nel nostro stesso corpo — come nel DNA.

Recovery Fund: un effetto evidente sulla qualità della produzione scientifica

grafico di crescita dentro a bandiera eu

A circa quattro anni dall’introduzione del Recovery Fund, un finanziamento straordinario post-COVID, si può tentare qualche analisi di massima sugli effetti dello stesso nella produzione scientifica italiana (ed europea). Mentre gli effetti sulla quantità sembrano poco significativi, emerge un dato interessante: l’incremento del Nature Index Count, che raccoglie il numero di pubblicazioni su circa 140 riviste considerate di alta qualità. L’Italia ha visto un incremento del 10% di questo indice, sostanzialmente invariato dal 2015 al 2019, per effetto delle pubblicazioni del periodo COVID, e un ulteriore aumento di circa il 40% dall’introduzione del PNRR a oggi, mentre paesi come Francia, Germania e USA (dove non risulta un paragonabile incremento di investimenti) hanno un valore di tale indice molto più stabile. La Grecia e la Romania, che hanno anch'esse investito fortemente in R&S con il Recovery Fund come l’Italia, confermano l’effetto. Si nota infine che le (ben più economiche, ovviamente) valutazioni bibliometriche dell’ANVUR hanno avuto effetto prevalentemente sulla quantità di pubblicazioni di minore qualità, e infine che costo per pubblicazione di qualità, siamo al momento allineati a Francia, Germania e Cina.

Aterosclerosi, la malattia rimossa

pagine evidenziata con la parola aterosclerosi

Le malattie cardiovascolari restano la prima causa di morte in Italia e nel mondo, nonostante decenni di progressi. Un recente rapporto dell’ISS mette in luce i fattori di rischio, le diseguaglianze territoriali e sociali e le omissioni della narrazione ufficiale. Ma è l’aterosclerosi, spesso silenziosa e sottovalutata, il vero filo rosso che attraversa la storia, i corpi e il futuro della medicina.

Nel rapporto rilasciato ai primi di giugno dall’Istituto superiore di sanità Malattie cardiovascolari: fattori di rischio, mobilità sanitaria e mortalità nelle Regioni italiane, il commento ai risultati inizia con parole fatte per chi vuol capire.

Diminuisce la protezione del lupo, ma la scelta ha poca base scientifica

lupo appenninico

Il Consiglio dell’Unione Europea ha deciso di declassare il lupo da specie “strettamente protetta” a “protetta” nella direttiva Habitat. Una scelta giustificata da ragioni socioeconomiche e di convivenza con gli esseri umani, ma che secondo molti esponenti del mondo della ricerca manca di basi scientifiche solide. Ne abbiamo parlato con Ettore Randi e Marco Musiani, esperti di conservazione e monitoraggio dei grandi carnivori.

Lo scorso 5 giugno il Consiglio europeo ha accettato di modificare la direttiva Habitat: il lupo passa da strettamente protetto a protetto per «migliorare la coesistenza con l’essere umano e per minimizzare l’impatto della popolazione di lupi in crescita, incluso a livello socioeconomico».

La prima luce del telescopio Vera Rubin svela milioni di galassie e sorprese

immagine delle galassie fotografata dal telescopio Vera Rubin

Le prime immagini del telescopio Vera Rubin non colpiscono solo per bellezza, ma per dimensioni e potenza: sono composte da 3,2 miliardi di pixel e mostrano porzioni di cielo vastissime, come l’ammasso della Vergine con 10 milioni di galassie. In sette notti, il telescopio ha già scoperto oltre 2.100 asteroidi. La sua missione decennale prevede di scandagliare il cielo australe ogni tre giorni, per rivelare oggetti in movimento, stelle variabili, supernove e la materia oscura.

Crediti immagine: NSF–DOE Vera C. Rubin Observatory. Licenza: CC BY 4.0

Mentre è facile essere travolti dalla bellezza e nitidezza delle immagini della prima luce del telescopio Vera Rubin, è meno immediato apprezzare la caratteristica che le rende uniche: le loro dimensioni. Sono state prodotte da una camera da 3,2 miliardi di pixel, la più grande mai costruita. Coprono una superficie di cielo pari a una trentina di lune piene e sono così grandi che devono essere mostrate a pezzi.