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April 2020

La ripartenza: delle attività o dell’epidemia?

Insieme al sollievo, l'avvicinarsi della fase 2 porta la preoccupazione sulla seconda ondata epidemica. È bene allora iniziare a capire quali sono le strategie attualmente delineate e quali gli ostacoli che potrebbero farle deragliare. Crediti immagine: Pixabay/Pexels. Licenza: Pexels License

Germania, 3 maggio. Italia, 4 maggio. Francia, 11 maggio. Austria, già adesso. Si sgranano le date annunciate per l’avvio dell’uscita dalla quarantena generalizzata, fase 1 del controllo dell’epidemia di Covid-19, nella quale le popolazioni dei Paesi europei sono costrette da diverse settimane. La fase 2 è attesa con sollievo come ritorno o ripartenza verso “tempi normali”, venati tuttavia dalla preoccupazione per una seconda ondata epidemica.

R0, un mito da superare

L'indice R0, che descrive la trasmissione in una popolazione completamente suscettibile e il cui valore si può modificare a seguito di modifiche nei contatti sociali oppure a seguito della riduzione del numero di persone suscettibili (si parla di Rt), è sicuramente importante, perché fornisce l’informazione sintetica di quanti casi secondari vengono generati. Ma va conosciuto, anche nei suoi limiti: ad esempio, è difficile calcolarlo senza avere la data d'insorgenza dei sintomi, e non tutti hanno le stesse probabilità di contagio. Ciò fa sì che allo stato attuale non sembri sufficiente a descrivere l’intensità di contagio a livello nazionale, mentre è invece urgente sapere quando si sono ammalati e come si contagiati i nuovi casi registrati ogni giorno.
Crediti immagine: Alexas_Fotos/Pixabay. Licenza: Pixabay License

Da quando è scoppiata la pandemia, qualsiasi italiano sa che è importante che il tasso R0 scenda sotto il valore di uno. Magari non tutti hanno bene consolidato il concetto ma come, durante le gare di vela di Luna Rossa tutti usavamo termini nautici con la massima disinvoltura, ora persone comuni, giornalisti, politici ed “esperti” citano l’indice di riproduzione di base come l’argine scientifico a qualsiasi contro argomento di altra natura.

Per fare un buon modello ci vuole un buon dato

La sequenza del numero totale dei contagiati osservati di Covid-19 in Italia presenta piccole ma visibili deviazioni non casuali dei dati dal modello teorico adottato dopo la fine della fase evolutiva iniziale di tipo esponenziale, come illustrato in figura 1.

Figura 1. Sequenza del numero dei contagiati osservati in Italia. Il miglior fit con un modello logistico generalizzato è sovrapposto ai dati.

Ai presidenti delle regioni: aprite i dati su Covid-19

Per fronteggiare l'emergenza sanitaria causata da COVID-19 è importante avere dati precisi, aperti e fruibili da cittadini e giornalisti. Perché la trasparenza è alla base di una buona informazione, fondamentale per conoscere lo stato reale delle cose. Scienza in rete insieme a diverse altre organizzazioni chiede a tutti i presidenti di regione d’Italia di rendere disponibili al più presto, in formato machine readable e aperto i dati relativi ai tamponi eseguiti nelle singole regioni, anonimizzati, ma con il massimo grado di dettaglio.

Lettera aperta ai presidenti di regione

Dopo oltre un mese e mezzo di blocco quasi totale del Paese crediamo che sia necessario permettere alle organizzazioni della società civile, ai giornalisti che quotidianamente cercano di informare in maniera indipendente e imparziale i cittadini, ai ricercatori, di avere accesso a dati di particolare importanza per la lettura della reale situazione che stiamo vivendo.

Alessandro Manzoni: non sempre ciò che vien dopo è progresso

Ritratto fotografico dello scrittore anziano, di mezzo busto, G. Rossi, Pittore Fotografo,1868.

La situazione che stiamo vivendo nell'ultimo periodo sembra tanto strana, inusuale, mai vista prima: la pandemia di Covid-19 ci ha portati ad assistere a spettacoli di terrore popolare, agitazione estrema e soprattutto impreparazione da parte delle strutture sanitarie e governative: ma questa reazione è forse frutto dell'assoluta novità dell'evento? Per capirlo abbiamo oggi qui con noi una figura pronta a darci la sua testimonianza: lo scrittore Alessandro Manzoni, che salutiamo.

Buongiorno a tutti.

Aritmetica, cultura e pedagogia del distanziamento sociale

Nella fase di uscita dal lockdown, la regola elementare del "metro di distanza" non sarà più sufficiente: finora ha funzionato perché inserita in un contesto di assenza di relazioni, ma bisogna ricordare che il metro di distanza non è un valore costante, bensì proporzionale a una serie di fattori, primo tra tutti il numero di persone presenti

Non si potrà stare per sempre chiusi in casa: prima di approdare a cure efficaci e prima della sperata eventualità risolutiva di un vaccino realmente efficace (ossia che consenta una copertura effettiva, che serva più alle popolazioni che all'industria farmaceutica), la stagione di convivenza che l’umanità intera dovrà intrattenere con il Covid-19 comporterà la necessità di transitare da politiche, protocolli e pratiche di isolamento domestico a quelli di distanziamento sociale.

Lombardia e Veneto: due approcci a confronto

Distribuzione dei casi COVID-19 nelle province di Lombardia e Veneto (al 17 aprile).

Con l'invecchiamento della popolazione italiana e l'aumento dei costi sanitari, negli ultimi due decenni i finanziamenti e il personale dei programmi regionali di sanità pubblica sono diminuiti. L'entità del declino è stata diversa da una regione all'altra e si sono osservate crescenti divergenze tra le regioni per quanto riguarda l'enfasi relativa sulla sanità pubblica o sui servizi di cura.

Ministro Boccia, ecco le nostre 10 “certezze”

Isaac Cordal, Urban Nation Museum, Berlino 2017. Foto di Renata Tinini.

Il ministro Francesco Boccia è stato subissato di critiche per aver chiesto agli scienziati di dare qualche certezza. Molti si sono improvvisati epistemologi per sfottere la fede del ministro nella capacità della scienza di dispensare verità.

In realtà Boccia ha ragione ed è tutt’altro che uno sprovveduto. Basta sostituire alla parola troppo impegnativa “certezza” (a cui la scienza punta senza quasi mai raggiungerla) la parola “consenso”.

A luglio si prova sull'uomo un vaccino italiano

La squadra di ricercatori di ReiThera, dove si sta preparando un nuovo vaccino "genetico" per Covid-19.

Il vaccino contro Ebola è uscito dai loro laboratori. All’epoca la società si chiamava Okairos, oggi il nome è ReiThera, ma i soci fondatori parte dell’attuale management, sono sempre gli stessi: Stefano Colloca e Antonella Folgori. “Dal 2010 avevamo cominciato a collaborare con i National Institutes of Health degli Stati Uniti – ricorda Colloca - poi nel 2014-15 c’è stata l’epidemia di Ebola in Africa e il nostro vaccino è stato usato in tutto il mondo per gli studi pre-clinici e clinici pubblicati su riviste come New England Journal of Medicine e Nature Medicine”.