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February 2020

Un’immunoterapia contro SARS-CoV2?

Alla ricerca di una terapia contro SARS-CoV-2, il nuovo coronavirus, un team di ricercatori capitanato da Alberto Mantovani lancia una sfida: sfruttare l'immunità innata, la prima - e più aspecifica - linea di difesa del nostro organismo. Una proteina, in particolare, è sotto la lente dei ricercatori. Si tratta della pentrassina 3, scoperta dallo stesso Mantovani, che si è vista essere attiva contro altri coronavirus.

L'articolo è stato aggiornato alle ore 16:45 del giorno 19/02/2020

Richiami d'allarme, se gli uccelli evitano di diffondere fake news

Uno studio recentemente pubblicato su Nature mostra come il Sitta canadensis, o picchio muratore pettofulvo, sia in grado di discriminare la fonte da cui proviene l'informazione riguardo la possibile presenza di un predatore. Se è diretta, ossia gli uccelli avvertono proprio il richiamo del predatore, mettono in atto decise risposte di mobbing. Ma se invece è un "sentito dire", ossia se l'allarme proviene da un'altra specie di uccelli, la risposta è solo una via di mezzo: insomma, fanno attenzione, ma evitano di diffondere un allarme che potrebbe essere ingiustificato.
Crediti immagine: pbonenfant/Wikimedia Commons. Licenza: CC BY 2.0

E se gli uccelli evitassero le fake news meglio di noi? Mentre i social network inventati dalla nostra specie fanno da cassa di risonanza per le notizie più improbabili, il "Twitter naturale" - in altre parole, il cinguettio di alcuni uccelli - dimostra di essere perfettamente in grado di discriminare i segnali di allarme a seconda della fonte da cui provengono. E reagire di conseguenza, senza sovra- o sottostimare una potenziale minaccia, come dimostra uno studio recentemente pubblicato su Nature.

Iain Mattaj mi ha detto che…

Ha lasciato lo European Molecular Biology Laboratory di Heidelberg ed è arrivato a Milano come direttore dello Human Technopole: Iain Mattaj, intervistato da Luca Carra, ci racconta di questo nuovo polo di ricerca

Mi sbaglierò, ma in un’ora intera di intervista il direttore di Human Technopole non ha mai pronunciato la parola “innovazione”. Cosa che, oltre a rendermelo simpatico, rivela la sostanza dell’uomo, scienziato fino al midollo e poco aduso al vaniloquio delle conversazioni correnti sulla ricerca scientifica.

2019-nCoV: dobbiamo proteggerci anche dall'infodemia

Siamo esposti a un profluvio di fatti, fattoidi e falsità, cui tutti i sistemi di informazione, reali e virtuali, fanno da immediata cassa di risonanza. Come possiamo eliminare il rischio che le informazioni passino senza che un pubblico non formato a trarre giudizi corretti, presentate da chi non ha le capacità tecniche di comprendere appieno ciò che riporta, porti per via democratica alle peggiori decisioni possibili? L'articolo di Ernesto Carafoli ed Enrico Bucci per la nostra rubrica Vero o Falso, si occupa di questo. Nell'immagine: un mercato a Wuhan chiuso dopo l'epidemia di coronavirus. (Crediti: Felix Wong/SCMP)

La comparsa, lo scorso gennaio, nella provincia cinese dello Hubei della patologia simil-influenzale provocata dal nuovo coronavirus “2019-nCoV” ha letteralmente sconvolto la scena internazionale con un crescendo di informazioni e iniziative assolutamente senza precedenti. Misure draconiane, che di fatto hanno isolato la Cina dal resto del mondo, sono state immediatamente messe in atto da gran parte dei Paesi occidentali, e gli organi d’informazione, sia stampati che televisivi, hanno fatto a gara nel fornire panorami di vivissima preoccupazione sui possibili rischi dell’infezione.

La lunga strada verso un’Europa sostenibile

È stato pubblicato a dicembre il rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, che esamina le tendenze storiche, le previsioni al 2030 e al 2050 e lo stato delle decisioni politiche dei Paesi dell’UE. Qui una prospetto degli andamenti sui diversi parametri presi in considerazione: emergono riduzione di gas serra, di inquinanti atmosferici e industriali, una gestione più efficiente delle risorse e l’implementazione di nuove tecnologie sostenibili, ma anche una forte perdita di biodiversità ed erosione del suolo, che indicano come non siamo ancora sul giusto percorso per raggiungere gli obiettivi posti dall'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Piazza del Mercato di Helsinki

di Laura Boscherini, Serena La Rosa, Riccardo Lucentini, Agnese Martinelli, Jacopo Mengarelli, Asia Moretti, Giulia Pantiri, Silvia Rapisarda, Andrea Siccardo

 

Quanti equivoci sulla sperimentazione animale!

Gli argomenti degli animalisti contrari alla sperimentazione animali usano essenzialmente tre argomenti: a) la sperimentazione animale non serve, b) gli animali con cui i ricercatori lavorano soffrono molto, c) ci sono metodi alternativi alla ricerca biomedica che non richiedono l’uso di animali. Giacomo Rizzolatti risponde a ciascuno di essi. Pubblichiamo qui il suo editoriale apparso il 4 febbraio sulla Gazzetta di Parma.
Crediti immagine: Rama/Wikimedia Commons. Licenza: CC BY-SA 2.0 France

Esistono persone che credono che la terra sia piatta, altri che sia imminente un’invasione di alieni, altri che la sperimentazione animale non serva. Le prime due categorie di “terrapiattisti” sono delle brave, ingenue persone. La terza categoria no. Gli appartenenti a questa categoria si sentono giustificati dalla loro ideologia a compiere atti di violenza.

Strategia e libertà

"Non esiste strategia senza libertà, senza che vengano dati gli strumenti per poterla costruire": come abbiamo fatto per Marta Cartabia, presidentessa della Corte Costituzionale, pubblichiamo anche il discorso di Elio Franzini, rettore dell'Università Statale di Milano in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico

Signora Presidente della Corte costituzionale, Signora Ministro Bonetti, signor Presidente della Regione, signor Sindaco, signor Prefetto, autorità civili, militari e religiose tutte, cari rettori, docenti, dirigenti, personale tecnico, amministrativo e bibliotecario, cari studenti, cari ospiti, grazie per essere qui, vicini alla nostra Università. Un grazie particolare a tutti coloro che in Unimi hanno reso possibile questa giornata e che ogni giorno tengono in piedi la nostra istituzione: li vedo qui tra le quinte e sono coloro che non si siedono mai.

Serve la genetica per prevenire il razzismo a scuola

Come si potrebbe usare la scienza per disinnescare le percezioni intuitive, che nel caso del razzismo producono ben più danni di una percezione geocentrica? Uno studio pubblicato di recente su Science Education mostra come se si insegna bene la variabilità biologica e la sua origine/funzione evolutiva agli studenti, e se li si guida a capire davvero le modalità attraverso cui geni e contesto ambientale concorrono a costruire il fenotipo, questi smettono spontaneamente di credere alle razze e controllano i bias razzisti. L'ipotesi è, quindi, che l’insegnamento della biologia e della genetica possa disinnescare il bias cognitivo essenzialista

Chi ha studiato l’abc della genetica sa che le razze non esistono nella specie umana. Chi ha studiato l’abc delle neuroscienze cognitive sa che il razzismo però esiste, come predisposizione grosso modo innata a discriminare chi non fa parte del gruppo di riferimento. Per riprende un esempio usato anche da Guido Barbuiani, noi sappiamo studiando l’astronomia che la Terra gira intorno al Sole, ma quando guardiamo verso il cielo, vediamo il contrario. E non ci serve quello che sappiamo per cambiare la nostra percezione.

Nelle forme e nei limiti della Costituzione (art.1 Cost.)

Marta Cartabia

Pubblichiamo il testo integrale del discorso pronunciato da Marta Cartabia, presidente della Corte Costituzionale, durante l'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università statale di Milano. Video dell'evento a questo link: Elio Franzini (rettore dell'Università statale) dal minuto 00:26:00; Marta Cartabia dal minuto 01:07:00.

Democrazia e questione educativa

Una parola sulla scelta del tema: «nelle forme e nei limiti della costituzione» è un frammento del primo articolo della Costituzione italiana che, dopo aver definito l’Italia come repubblica democratica, afferma che «La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione».