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January 2020

ERC 2019: per vincerli bisogna emigrare?

Lo European Research Council è un programma di finanziamento della ricerca attivo dal 2007 con l'obiettivo di incoraggiare la ricerca di alta qualità in Europa attraverso bandi competitivi che riguardano tutte le discipline: scienze della vita, scienze fisiche, scienze sociali. Dal primo gennaio 2020, il nuovo presidente è l'italiano (ma attivo scientificamente all'estero) Mauro Ferrari. Lo schema del finanziamento prevede tre linee principali: Starting grant, riservato a giovani; Consolidator, rivolto a scienziati che hanno completato il phd da qualche anno; Advanced, diretto a ricercatori che hanno già guidato team di ricerca. Per l'Italia potrebbe essere una fonte prestigiosa di finanziamento, anche se limitata a pochi ricercatori. Le capacità degli scienziati ci sono (infatti gli italiani all'estero vincono parecchi bandi) ma il sistema italiano sembra inadeguato attrarre questo tipo di fondi (anzi, a dar retta a recenti polemiche sembra addirittura respingerlo come nocivo al sistema). I dati del 2019 sono lo specchio della situazione: l'Italia, oltre a scontare il cronico sottofinanziamento interno, è sempre meno competitiva a livello internazionale. Gli scienziati italiani invece riescono a emigrare e vincere, ma la concorrenza è sempre più agguerrita. Immagine: intervista a Mauro Ferrari, presidente di ERC.

Mentre in Italia si dibatte più o meno a proposito dell'utilità dell'European Research Council (ERC) (qui l'editoriale su Corriere della Sera di Walter Lapini e qui la risposta di Gianfranco Billari e del rettore della Bocconi Gianmario Verona) si comincia ad avere un quadro pressoché completo

Per mobilitarsi sul clima servono ethos, pathos e logos

Il clima, Aristotele e l'arte della retorica: in quest'articolo, Simona Re parla di come ethospathos e logos, possano aiutarci ad affrontare l'emergenza climatica attraverso strumenti di dialogo e di partecipazione attiva, per consentire alla gente di informarsi, confrontarsi e far sentire la propria voce.
Immagine: proteste in Australia.

Nella lotta contro il cambiamento climatico, la nostra specie ha tutti gli strumenti per vincere. Abbiamo capito il problema (il riscaldamento è provocato dalle emissioni di gas serra), conosciamo le soluzioni (dobbiamo ridurre drasticamente le emissioni), e iniziamo a toccare con mano i pericolosi effetti dell’inazione (migranti, ondate di calore, fusione dei ghiacci, incendi, siccità, eventi meteorologici estremi). Tuttavia, conoscere cause, conseguenze e soluzioni può non bastare per innescare la necessaria reazione a un problema.

La finanza che protegge il rinoceronte

I Rhino Bond sono titoli obbligazionari per la tutela del rinoceronte nero, la cui popolazione si è ridotta drasticamente dagli anni '70 a oggi. Emessi per un ammontare complessivo di 50 milioni di dollari, gli interessi saranno ripagati se la popolazione dei rinoceronti neri africani situati tra Kenia e Sudafrica (area in cui si concentra il 12% della totalità della specie) aumenterà nei prossimi cinque anni.
Crediti immagine: Mani300/Pixabay. Licenza: Pixabay License

Come salvare le specie animali in via di estinzione facendo ricorso al mercato finanziario? Un binomio inusuale, a tratti utopistico per quelli che la finanza la masticano quotidianamente; eppure si tratta di un tema a tutti gli effetti concreto, che sta investendo Wall Street con obiettivi tutt’altro che irrilevanti.

In memoria di uno scienziato atipico

Guido Poli ricorda Claudio Casoli, una figura atipica nel panorama della ricerca scientifica: autore di numerosi studi di grande rilevanza, non aveva mai conseguito una laurea accademica, a testimonianza del fatto che l’interesse, l’amore e la dedizione alla ricerca possono superare la mancanza di titoli universitari.
Crediti immagine: LucusTimotei/Pixabay. Licenza: Pixabay License

Chiunque abbia collaborato o solo discusso qualche volta con Claudio Casoli (1947-2019) non lo può dimenticare. Il tratto gentile e sempre un pò scherzoso, una certa “ingenuità” tipica di chi ama la ricerca e ha fede nel suo ruolo salvifico della società.

Intelligenza artificiale, cambiamenti climatici e migrazioni

Uno studio recentemente pubblicato su Nature Climate Change ha usato tecnologie avanzate per analizzare i dati radar sulle migrazioni degli uccelli nell'arco degli ultimi 24 anni, su tutti gli Stati Uniti continentali. I risultati di quest'analisi, che sarebbe stato impossibile fino a qualche tempo fa, hanno permesso di evidenziare un'anticipazione delle migrazioni primaverili che coinvolge centinaia di specie di uccelli. Ma che potrebbe non essere sufficiente per consentire loro di fronteggiare i cambiamenti climatici.
Crediti immagine: Marc Pascual/Pixabay: Licenza: Pixabay License

Il momento in cui partire e in cui arrivare è di cruciale importanza per gli animali migratori. Il rischio è di raggiungere i siti riproduttivi quando le risorse non sono ancora, o non sono più, sufficienti per "metter su famiglia". La decisione degli uccelli migratori di lasciare i siti invernali per raggiungere quelli riproduttivi è affidata all'integrazione tra più informazioni, dal fotoperiodo alla temperatura. Proprio su quest'ultima pesa l'effetto dei cambiamenti climatici, il cui impatto sulle migrazioni è già finito nella lente di diversi studi scientifici.