Uno studio ridimensiona il benefico contributo degli alberi nella riduzione dei gas serra chiamando in causa i microscopici organismi che popolano il suolo e la loro pericolosa produzione di gas.
La capacità delle piante di catturare anidride carbonica dall'atmosfera è sempre stata considerata un'arma efficace contro il pericoloso aumento dei gas serra. Lo studio pubblicato su Nature da Kees Jan van Groenigen (Trinity College di Dublino), Craig Osenberg (University of Florida) e Bruce Hungate (Northern Arizona University), però, sottolinea come si sia trascurata un'importante conseguenza. Una più intensa attività degli alberi e la conseguente maggiore crescita, infatti, sfociano inevitabilmente in una maggiore disponibilità di nutrienti per i microorganismi che popolano il suolo. Peccato che il metabolismo di questi ultimi produca metano e protossido d'azoto, due gas serra ben più dannosi dell'anidride carbonica.
I dati raccolti dai ricercatori in 49 esperimenti condotti in Europa, Nord America e Asia su foreste, zone umide, praterie e campi coltivati – comprese le risaie – hanno mostrato che questa produzione supplementare di gas serra finisce col ridurre di almeno il 16% la mitigazione del riscaldamento globale esercitata dalle piante. Un risvolto inaspettato del quale i climatologi dovranno necessariamente tener conto nel rifinire i loro scenari.