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Via un gene, via i grassi

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Nei topi l’effetto è sorprendente: basta mettere fuori uso l’enzima che, tramite idrossilazione, inibisce l’attività delle  proteine prodotte dal gene HIF-1 e gli animali non ingrassano né sviluppano steatosi epatica, neppure con una dieta costituita al 60 per cento di lipidi. Anzi, sono magri e con una maggiore sensibilità all’insulina.

Nello studio, pubblicato su Cell Metabolism, Randall Johnson dell’Università di California a San Diego che ha coordinato la ricerca a capo di un gruppo internazionale, ha verificato che bloccando l’enzima, un’asparaginil idrossilasi, non si hanno conseguenze su altre funzioni del gene bersaglio, come l’angiogenesi, l’eritropoiesi o lo sviluppo e che l’effetto è praticamente identico quando  il fattore inibente viene eliminato solo dalle cellule neuronali. L’effetto quindi deve essere mediato essenzialmente a livello del sistema nervoso centrale.

Cell Metabolism pubblicato online il 15 aprile 2010

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Biologia

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Il progetto  Onfoods in prehistory ha voluto comprendere e ricostruire l’eredità di una agricoltura sostenibile nata nella preistoria, migliaia di anni, fa e in grado oggi di rappresentare un modello di riferimento. E lo ha fatto con particolare attenzione alla condivisione di questi valori con un pubblico più ampio possibile, sottolineando quanto si può imparare dalla ricerca archeologica e dalle comunità dell’età del Bronzo in termini di alimentazione sostenibile. Ce ne parla il gruppo di ricerca che ha portato avanti il progetto.

Nell'immagine: attività di archeologia sperimentale dimostrativa con cottura di una zuppa di lenticchie e una di roveja, con ceramiche riprodotte sperimentalmente sulla base dei reperti ceramici del villaggio dell’età del Bronzo di Via Ordiere a Solarolo (RA).

Pluridecennali ricerche sul campo, condotte da Maurizio Cattani, docente di Preistoria e Protostoria dell’Università di Bologna, e dal suo team, hanno permesso di riconoscere nell’Età del Bronzo il momento in cui si è definito un profondo legame tra la conoscenza del territorio e la sostenibilità della gestione delle sue risorse. Questa caratteristica ha infatti consentito alle comunità dell’epoca di prosperare, dando vita a villaggi sempre più stabili e duraturi nel corso del tempo.