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Interruttori per anticorpi

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Quando si tratta di produrre anticorpi ecco chi comanda veramente: Bcl6 and Blimp-1. A verificare questo ruolo dei due geni sono stati i ricercatori dell'Institute for Allergy and Immunology di La Jolla, in California, in collaborazione con alcuni colleghi di Yale. Gli studiosi hanno verificato che l'espressione dei due geni antagonisti rispettivamente stimola e inibisce la differenziazione delle cellule follicolari helper, il sottotipo di linfociti T CD4+  che a sua volte induce i linfociti B ad attivare la risposta anticorpo-mediata. La scoperta dei due interruttori potrebbe avere importanti ricadute pratiche: agendo in un senso si potrebbe potenziare l'azione dei vaccini, intervenendo nell'altro si aprono nuove linee di ricerca per la cura di malattie autoimmuni in cui si produce un'eccessiva quantità di anticorpi.

Science pubblicato online il 16 luglio 2009 doi: 10.1126/science.1175870

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Immunologia

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Il progetto  Onfoods in prehistory ha voluto comprendere e ricostruire l’eredità di una agricoltura sostenibile nata nella preistoria, migliaia di anni, fa e in grado oggi di rappresentare un modello di riferimento. E lo ha fatto con particolare attenzione alla condivisione di questi valori con un pubblico più ampio possibile, sottolineando quanto si può imparare dalla ricerca archeologica e dalle comunità dell’età del Bronzo in termini di alimentazione sostenibile. Ce ne parla il gruppo di ricerca che ha portato avanti il progetto.

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Pluridecennali ricerche sul campo, condotte da Maurizio Cattani, docente di Preistoria e Protostoria dell’Università di Bologna, e dal suo team, hanno permesso di riconoscere nell’Età del Bronzo il momento in cui si è definito un profondo legame tra la conoscenza del territorio e la sostenibilità della gestione delle sue risorse. Questa caratteristica ha infatti consentito alle comunità dell’epoca di prosperare, dando vita a villaggi sempre più stabili e duraturi nel corso del tempo.