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Ig Nobel per ridere e per pensare

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Il premio per la pace è andato al sindaco di Vilnius, la capitale della Lituania, diventato una star dei social network dopo aver risolto con i carri armati il problema delle auto di lusso parcheggiate dove non dovrebbero. Ma non è l'unica trovata di Marc Abrahams, editore e cofondatore degli Annals of improbable researche del premio IgNobel. In attesa dei Premi Nobel, quelli veri, attesi per domani, si è tenuta come tutti gli anni la spassosa cerimonia di assegnazione dei premi che vanno a ricerche scientifiche tanto reali quanto ridicole o assurde. Il riconoscimento per la medicina per esempio è andato a due studi indipendenti, pubblicati rispettivamente su Psychological Science e Neurology and Urodynamics, che dimostrano come le persone, quando scappa la pipì, resistono meglio alle tentazioni economiche, ma prendono decisioni peggiori su altre questioni. Non sono mancati lavori sui gusti sessuali dei coleotteri o perché i lanciatori del disco soffrono di vertigini, mentre quelli del martello no; sulle motivazioni per cui gli esseri umani sospirano e sul fatto che lo sbadiglio non sia contagioso tra le tartarughe dalle zampe rosse. Si è passati dalla “Teoria sulla procrastinazione strutturata”, secondo la quale bisogna lavorare sempre su qualcosa di importante per evitare di fare qualcosa di ancora più importante, alla concentrazione ideale di wasabi da usare per risvegliare persone intossicate di fumi di un incendio; dal premio per la Pubblica sicurezza, andato a un canadese che ha condotto una serie di test in cui una persona guidava un'auto in autostrada mentre una visiera le cadeva continuamente sugli occhi, accecandola, a quello per la matematica, assegnato a una serie di scienziati che da decenni annunciano la fine del mondo per una data precisa: "Per aver ricordato al mondo che bisogna essere prudenti quando si danno previsioni o ipotesi matematiche", è stata la motivazione.

Oltre al divertimento, però, la manifestazione fa anche pensare al tempo dedicato, ai cervelli impegnati, ai fondi utilizzati per studi di questo tipo in un momento in cui la ristrettezza dei fondi richiederebbe forse una maggiore saggezza nella scelta dei temi su cui indagare.

http://improbable.com/ig/

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La Valle dei dinosauri ritrovata nel Parco dello Stelvio

parete di roccia

Nel cuore delle Alpi, a 2500 metri di quota, si conserva la memoria di un mondo perduto. Pareti quasi verticali di Dolomia Principale, un tipo di roccia sedimentaria, custodiscono migliaia di impronte lasciate 210 milioni di anni fa da dinosauri erbivori che camminavano lungo le rive di un mare tropicale ormai scomparso. Una scoperta eccezionale, avvenuta nel Parco Nazionale dello Stelvio, che apre una finestra senza precedenti sul Triassico europeo e sulla vita sociale dei primi grandi dinosauri.

Prima della formazione delle Alpi, qui esisteva un paesaggio incredibilmente differente. Immaginate una distesa tropicale pianeggiante, lambita dalle acque di un oceano poco profondo e ormai scomparso che oggi chiamiamo Tetide, con un clima che non aveva nulla a che vedere con le vette gelide di oggi. Proprio in questo luogo tanto diverso dall’attualità, 210 milioni di anni fa, il fango soffice ha registrato il passaggio di svariati giganti: si trattava di prosauropodi, dinosauri erbivori dal collo lungo, che si muovevano in branchi lungo le rive di un'antica piattaforma carbonatica.