fbpx Un’agenzia unica per la ricerca pubblica | Scienza in rete

Un’agenzia unica per la ricerca pubblica

Primary tabs

Tempo di lettura: 3 mins

Poco tempo fa è stato presentato il progetto del governo per il dopo Expo: il premier Renzi ha finalmente parlato di ricerca, di futuro e della necessità di “accendere una scintilla” a Milano per creare nuove eccellenze scientifiche di marca italiana nuove eccellenze scientifiche di marca italiana.
Nell’ambito di questo progetto e, più in generale, della ricerca in Italia manca però un’idea forte e sistemica di governance.
Il Gruppo 2003 (www.gruppo2003.org; www.scienzainrete.it ) da anni invoca la creazione anche nel nostro Paese di un’Agenzia per la Ricerca: nulla di più e nulla di meno di quanto accade nei Paesi “normali”, quelli con i quali competiamo nella “knowledge society globale”. Per Agenzia non intendiamo un nuovo (ulteriore) “carrozzone” a motore burocratico, bensì una struttura agile e snella, indispensabile per il rilancio della ricerca, in particolare della ricerca di base, che il Piano Nazionale delle Ricerche (PNR) , tarato su Horizon 2020, ignora sostanzialmente.
Pensiamo ad una struttura direttamente collegata con la Presidenza del Consiglio, con il compito di riassumere in una sola sede tutte le risorse destinate alla ricerca da parte dei vari Ministeri.

Nel contesto strategico ed organizzativo che abbiamo in mente, al Governo spetterebbe l’onere di dare gli input per quanto riguarda le aree di ricerca prioritarie e le risorse economiche da assegnare, all’Agenzia quello di mettere a disposizione strutture adeguate per fare bandi di concorso sui singoli progetti, istruire il referaggio, premiare il merito e valutare i risultati. La struttura dovrà gestire, nei giusti equilibri, i bandi per la ricerca a lungo termine  con le necessità della ricerca traslazionale, raccordando i progetti italiani con quelli della ricerca europea. Il Governo non può  più  delegare il supporto della ricerca italiana solo ai bandi europei, ma deve rafforzare a livello nazionale il sostegno ai suoi ricercatori – troppo pochi rispetto agli altri paesi! – per migliorare le nostre performance in campo internazionale. Circa la sostenibilità finanziaria e gestionale  dell’Agenzia va considerato che potrebbero essere utilizzate appropriatamente risorse già esistenti presso Enti di Ricerca Pubblica (ad esempio il CNR) e presso i vari Ministeri.
Costituire un’Agenzia per la Ricerca sarebbe non solo un ulteriore fortissimo segnale di fiducia e di investimento sul futuro lanciato, in particolare ai giovani, ma anche la sede ideale per valutare con metodo ed oggettività iniziative come quella sul dopo Expo o,..cronaca recente, il recente finanziamento di uno studio con cellule staminali destinato dal sistema politico ad personam, con inaccettabile discrezionalità.

In sostanza ci chiediamo: perché, accanto alla “prima scintilla” indicata da Renzi, non accenderne un’altra nell’area Expo e costituire qui l’Agenzia per la Ricerca?

Articolo pubblicato sul Il Corriere della Sera, il 27 novembre 2015

                                                                   


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Abbiamo diritto alla pace

Il diritto internazionale umanitario nei conflitti armati nasce ufficialmente nel 1864. Il giurista Lorenzo Gagliardi sostiene che la scienza giuridica è una disciplina che elabora il diritto in modo tale che l’interpretazione delle norme sia compiuta attraverso procedure logiche verificabili in ogni passaggio. Tutt'oggi, però, nessuna scienza sfugge a questa definizione più di quella del diritto umanitario.

In copertina: Minerva protegge la Pace da Marte, Rubens (1629). Crediti: Wikimedia Commons

Il 20 luglio 2023, il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha pubblicato il documento Una nuova agenda per la pace, che sollecitava gli Stati membri a lavorare per «Raggiungere l’universalità dei trattati che vietano le armi inumane e indiscriminate».

Vox clamantis in deserto: di lì a pochi mesi sarebbe giunta l'ennesima conferma che nel terzo millennio le guerre ancora spingono la loro crudeltà ben oltre il raggiungimento degli obiettivi militari, come hanno sempre fatto fin dal passato più remoto.