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MiTo: oltre la musicoterapia per curare il disagio

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Sabato 14 settembre, nell'ambito del Festival MITO SettembreMusica, il Teatro Franco Parenti di Milano ospiterà con Musica & Cervello la giornata Oltre la musicoterapia: curare il disagio, organizzata dal Festival in collaborazione con Esagramma, il Politecnico di Milano, la Fondazione IRCSS, l'Ospedale Niguarda Ca'Granda e l’Istituto Neurologico Carlo Besta, dedicato al rapporto tra musica e cervello.
Scienzainrete seguirà l'evento in diretta streaming e su twitter.

Licia Sbattella, professore associato al Politecnico di Milano e Direttore Scientifico del Centro di Formazione e Terapia Esagramma, parteciperà alla giornata come relatore e introdurrà il concerto di un'orchestra di quaranta elementi che mostrerà al pubblico del teatro Parenti come la musicoterapia orchestrale può aiutare a superare situazioni di disagio.

MiTo e musicoterapia, un duplice percorso

La giornata organizzata nell'ambito del Festival MiTo può sicuramente essere introdotta con due chiavi di lettura. Come la nostra esperienza, che è stata finora sempre caratterizzata da un duplice aspetto. Da una parte c'è la ricerca metodologica-scientifica, che intende esplorare le potenzialità del percorso musicale, in esercizio soprattutto nelle forme orchestrali-partecipative che andremo a presentare, anche con persone affette da disagi psichici, fisici e mentali importanti. E questa ricerca è caratterizzata anche dalla creazione e dalla verifica di percorsi basati su un modo di lavorare con la musica (e di fare in modo che la musica lavori con noi) che contribuisce allo sviluppo del sé, alla conquista di nuove flessibilità e modulazioni, al vissuto di articolazioni temporali e di risonanze che consentono raffinati comportamenti di interazione e dialogo polifonico in diverse dimensioni della vita.
Dall'altra parte c'è poi una pratica artistica che non è un semplice corredo, ma rappresenta in realtà l'essenza stessa dei percorso e che ci consente di raggiungere un duplice obiettivo: assumere ruoli di responsabilità e costruire eventi artistici adulti e prestigiosi - anche in presenza di importanti difficoltà intellettive e relazionali quali l’autismo o il ritardo, appunto  - e diventare "sin-fonici", capaci cioè di sviluppare le nostre possibilità di pensiero, di esposizione, di ascolto e di dialogo polifonico in forme musicali via via più complesse, con la complicità di strumenti e partiture orchestrali.

Dialogo e musica

Due sono i momenti in cui è suddiviso l'evento. Nella prima parte, durante la conferenza, ci sarà un confronto aperto tra esperti, si parlerà dello studio di due 'misteri': il cervello , con tutte le sue funzioni (tema che sta tornando ad essere di grande rilevanza con i due importanti progetti europeo ed americano) e l'origine della creazione del suono e della musica.
Nel mio intervento affronterò il tema dello sviluppo del comportamento musicale e la sua relazione con lo sviluppo del sé (modulazione dei tratti personali, conquista di tenuta e articolazione temporale, identificazione personale ed esercizio di dinamiche rese complesse dal limite destinato a durare nel tempo).
L’elaborazione della risonanza che la musica orchestrale consente, la sua ricchezza sintattica - che diviene qui accessibile e praticabile a chiunque - apre canali nei quali si può lavorare, con piacere e soddisfazione, anche in presenza di pesanti difficoltà nelle aree della parola, del gesto e della rappresentazione.
I risultati ottenuti in trent’anni di "ricerca-azione" verranno contestualizzati con riferimento all’attenzione che le neuroscienze e le teorie della mente riservano oggi proprio all’originale contributo della musica.

L’intervento al convegno sarà ‘a preludio’ del concerto dell’Orchestra Sinfonica Esagramma, composta – anche a titolo rappresentativo dell’impostazione metodologica - da musicisti speciali (di età compresa tra i 7 e i 45 anni, alcuni affetti da autismo), da musicisti professionisti e da psicologi. L’orchestra mostrerà un mondo integrato che esplora, propone e condivide la capacità della musica di creare orchestrazioni e sinergie interessanti da diversi punti di vista, tra componenti dell’umano spesso sentite tra loro come dis-armoniche.

I brani – estratti dalle rielaborazioni orchestrali di Pierangelo Sequeri - riflettono in buona parte l'itinerario che proponiamo come Esagramma, dalle forme più semplici della suite (la numero 1 del Peer Gynt di Grieg), fino alle sinfonie (la IX Dvorak, la I di Mahler, e infine la IX di Beethoven con il suo Inno alla Gioia). La proposta del concerto riproduce l'arcata temporale dei trienni di base legati alla metodologia di MusicoTerapiaOrchestrale, ma anche quella del nostro percorso - approdato nel tempo in Vaticano, al Parlamento Europeo e ora in diversi paesi europei e negli Stati Uniti - proprio con queste sinfonie. Nel percorso e nella tessitura dei singoli pezzi, si è cercato di far emergere l'intrecciarsi delle voci e l'elaborazione di vissuti ed esperienze umane insostituibili e fondamentali una per l’altra.

 

Licia Sbattella

Esagramma: passione e impegno

Esagramma nasce come associazione culturale con il desiderio di esplorare la formatività del musicale. 
Col tempo abbiamo ridefinito delle metodologie in grado di rendere la musica, anche quella più complessa e orchestrale, accessibile a tutti. Per 15 anni il Laboratorio di Musicologia Applicata ha coinvolto giovani con disabilità, giovani musicisti, professionisti, curiosi e appassionati. 
L'assoziazione è stata anche editore di riferimento, per 11 anni, della rivista L’erbamusica. In seguito ci siamo trasformati in cooperativa sociale, e questo ci ha consentito un ulteriore sviluppo della metodologia, mentre nascevano anche iniziative d’interazione multimediale. Oggi, questo stesso modo di fare musica è rivolto a un pubblico sempre più vasto, la potenzialità della musica è stata esplorata anche nei contesti carcerari (è in corso un importante progetto in questi contesti nel nord della Francia), per la formazione di dirigenti, psicoterapeuti, per lo studio e lo sviluppo di dinamiche personali e collettive. 

Il Festival MITO onora la nostra città rendendo ascoltabili trame così importanti per la mente dell’uomo. In questo senso ci onora e ci rende felici nell'ospitare anche il frutto del nostro lavoro e della nostra passione. 

Testi tratti dal programma di sala del concerto di Esagramma per l'evento "Oltre la musicoterapia: curare il disagio"
A cura di Pierangelo Sequeri, Presidente dell'Associazione.


GRIEG


Peer Gynt è l'anti-eroe di un poema drammatico di Henryk Ibsen, il quale chiese all'amico musicista Edvard Grieg di comporre le musiche di scena. Grieg ricavò successivamente dalla partitura originale due Suites molto eseguite e apprezzate dal pubblico. Peer Gynt è un giovane sognatore, il quale, per un'intera vita abbandona i suoi sogni non appena incominciano a realizzarsi. Le sue avventure sono a metà tra la fiaba e la realtà, e forse lui stesso non può sapere dove passa la linea che le divide.  Il testo di Ibsen ha una venatura dolce-amara che appare pienamente restituita dallo sfondo di incanto e di struggimento che ispira i brani di Grieg. La nostra rilettura propone una sintesi della Suite n. 1. Alcune parti di questa Suite sono state spesso impiegate nel cinema, e anche arrangiate in versione rock o riprese in gingles pubblicitari. La nostra lettura si è lasciata ispirare dalla freschezza e dal colore delle melodie e dei ritmi, mettendo in evidenza il dialogo fra l'enunciazione adolescente dei motivi principali e il dialogo quasi cameristico con le parti adulte dell'organico orchestrale.

MAHLER

Il terzo movimento della Sinfonia n. 1 di Gustav Mahler, in un primo momento intitolata "Titano" (da un romanzo di Jean Paul), è la versione parodistica (ma non umoristica) di una marcia funebre: costruita sul motivo della notissima filastrocca infantile di Fra Martino (trascritta nella tonalità minore). Essa è improvvisamente intercettata, e in qualche punto sovrastata, da un motivo di "sgangherata" banda di paese, che "fa il verso" alla marcia funebre vera e propria. Il filo che unisce l'incanto dell'infanzia e dell'adolescenza con il tema della caducità e della morte è una presenza costante nel pensiero e nella poetica mahleriana. Il punto di massimo struggimento – insieme contenuto delicato, quasi rispettoso dell'enigma – si può ascoltare nei celebri Kindertotenlieder  (un gioiello di orchestrazione, anche). L'impatto dei due estremi, la fiducia e la disillusione, la fanciullezza e la morte, suscita nell'adulto sentimenti contrastanti: ironia per il disincanto della vita, ma anche desiderio insopprimibile di riscatto. Nella nostra lettura l'essenziale dei due atteggiamenti in conflitto viene estrapolato, con ingenua immediatezza, nella sua enigmatica giustapposizione.

DVORAK

La notissima sinfonia di Anton Dvorak, "Dal Nuovo Mondo", in realtà di mondi ne intreccia almeno tre: quello scoperto con l'America, quello della Mitteleuropa e quello dell'antico Oriente. Per non parlare dell'evocazione del negro-spiritual, che in certo modo ne rende presente un quarto. Il risultato è di grande "felicità" musicale, ben nota anche al grande pubblico. La nostra lettura segue idealmente il modello di una "suite" dei temi e delle melodie principali, senza però rinunciare all'ambizione di restituire anche l'essenziale dei loro legami: e quindi la "sintassi" sinfonica dei primi due movimenti. I nostri giovani musicisti, integrati nell'organico professionale, si cimentano con il flusso narrativo del racconto sinfonico, adattandosi alle sue esigenze con tutte le possibilità a loro disposizione. I musicisti di Esagramma si impegnano qui, loro stessi, ad abitare un "nuovo mondo": quello della grande musica che si rivolge a tutti, affinando le modulazioni dell'anima con la duttile complicità dello strumentale, e consentendo a ciascuno di farsi coinvolgere nella sua straordinaria capacità di far ascoltare il racconto del mondo, anche senza parole.

BEETHOVEN

Il corale della IX Sinfonia di Ludwig van Beethoven è un'icona, per i popoli d'Europa. L'Orchestra Esagramma l'ha eseguito, per la prima volta, in questa versione per voci bianche, proprio al Parlamento europeo di Bruxelles. Nella nostra lettura esso compare all'interno di un'ampia sintesi dell'intero ultimo movimento della Sinfonia. Il corale appare incastonato fra l'evocazione del clima magmatico dell'inizio, dal quale irrompe l'annuncio della riapertura del mondo al canto dell'uomo, e la ripresa strumentale in forma di variazione, che ne distribuisce la vibrazione attraverso l'intero organico. La musica fa lievitare la contagiosa irradiazione dell'annuncio di una nuova fratellanza attraverso i ritmi della marcia e della danza, i discanti e le polifonie della memoria, fino all'exultet  finale di tutte le voci e di tutte le vibrazioni possibili. La grande musica appare qui ospitale, pur con tutta la maestosità e la maestria del suo intelligente disegno, per tutte le piccole voci e i piccoli suoni che hanno bisogno di accoglienza per crescere e fortificarsi. La melodia di appoggio è un canto "di popolo", la marcia che sta sullo sfondo è "di paese". Accade talora di stupirsi del fatto che la "grande" musica sia grande anche per questo: persino quando si adatta ad una lettura appassionata e ospitale per i più piccoli fra noi, non perde nulla della sua grandezza. Anzi. E fa diventare grandi anche noi. 

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