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Braccio di ferro con la talassemia
Non è solo per effetto delle trasfusioni che i talassemici accumulano troppo ferro: il difetto genetico nella formazione delle catene dell’emoglobina stimola infatti l’organismo ad assorbire una quantità del metallo maggiore del dovuto, nel tentativo di ovviare alla difficoltà di produrre i globuli rossi. L’encomiabile sforzo, tuttavia, risulta alla fine controproducente, e l’eccesso di ferro finisce col creare solo danni. Logico quindi cercare di ridurlo, molto meno scoprire che in tal modo si può paradossalmente migliorare anche l’anemia. «L’effetto è probabilmente dovuto al
L’Aquila: processo alla scienza o alla negligenza?
Sono intervenuto al convegno ospitato dal centro MaCSIS dell'Università Milano-Bicocca, L’Aquila: il racconto oltre la sentenza, con una relazione dal titolo “L’aquila e il trauma mediatico”, nel tentativo di indagare un aspetto che ritengo chiave. E cioè: attraverso quali passaggi un capo d’imputazione molto preciso (“valutazione negligente del rischio” e “informazione fuorviante”) sia stato sostituito da un altro (“mancato allarme”) e come in questo “altro” si sia
Pro-Test: la voce del pubblico
Sabato 8 giugno 2013, Sala delle Conferenze di Palazzo Reale, Milano.
Le opinioni del pubblico presente in sala durante "Italia unita per una corretta informazione scientifica", organizzato da Pro-Test Italia.
Metodo Stamina, gli esperti: "Incongruità tutta italiana"
Cronache marziane
Dieci anni fa, più o meno in questi giorni, sulla rampa di lancio del Cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan, un vettore Soyuz/Fregat stava pazientemente attendendo l'apertura della finestra di lancio per dare il via alla cavalcata spaziale della Mars Express, la prima missione dell'ESA con destinazione Marte. Un po' meno pazienti e tranquilli gli ingegneri responsabili del progetto. Tre mesi prima, appena prima che la sonda lasciasse
Il costo dell'ignoranza e le scelte che l'hanno prodotta
Gran Sasso: dall'Europa 3,5 milioni per studiare i neutrini
Premiato dall’European Research Council con un finanziamento di 3,5 milioni di euro, è partito da pochi giorni il progetto SOX (Short distance neutrino Oscillations with BoreXino). Il riconoscimento (ERC Advanced Grant) è stato attribuito nell’ambito del VII programma quadro europeo a Marco Pallavicini, professore all’Università di Genova e ricercatore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Principal Investigator di SOX. Il progetto sarà sviluppato ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN e avrà una durata di cinque anni.