Se una persona di media cultura, mossa dalla curiosità
di conoscere le “ultime notizie” intorno ai progressi della ricerca, ricorresse
oggi a una rivista scientifica, rinuncerebbe probabilmente al suo intento dopo
poche pagine. La specializzazione sempre più spinta dei contenuti, il
linguaggio sintetico, gergale o astruso, il proliferare di sigle
incomprensibili, i continui rimandi e sottintesi, scoraggiano chiunque
(scienziati compresi) non si occupi degli stessi argomenti di cui tratta
l’autore. E’ inevitabile che sia così e forse necessario, visto che solo un