Cosa ci racconta di nuovo, rispetto a quanto sapevamo già, il sesto Assessment Report dell’IPCC sui cambiamenti climatici presentato pochi giorni fa per quanto riguarda gli impatti, l’adattamento e la vulnerabilità? Ne abbiamo parlato con Piero Lionello, che per l’IPCC è autore principale del capitolo sull'Europa (il tredicesimo) e autore di un documento sulla regione mediterranea, professore al Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali dell’Università del Salento e membro del Consiglio di amministrazione del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici.
Cosa c'è di nuovo nel secondo volume del sesto rapporto IPCC?
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Influenza aviaria, le infezioni nei bovini e la risposta sanitaria
Si riaccende l'attenzione sull'influenza aviaria, soprattutto dopo la recente scoperta di un ceppo ad alta patogenicità in bovini da latte negli Stati Uniti. Il salto di specie rimarca la capacità dei virus influenzali di adattarsi e infettare nuovi ospiti, aumentando la necessità di sistemi di sorveglianza e risposta efficaci. Nonostante i rischi, attualmente non ci sono prove di trasmissione diretta tra bovini; le misure di controllo si concentrano sulla prevenzione del contagio e la protezione dei lavoratori esposti.
Ora che la pericolosità delle infezioni da Covid-19 è stata domata, anche se non completamente sconfitta (più di 3.000 nuovi casi notificati negli ultimi 30 giorni e un non trascurabile numero di ricoveri in ospedale), i virus dell’influenza aviaria si riaffacciano all’attenzione di chi studia l’orizzonte di prossime eventuali minacce pandemiche. Soprattutto da quando, il 25 marzo 2024, i funzionari federali del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti hanno annunciato di aver identificato un ceppo di influenza aviaria ad alta patogenicità in alcuni bovini da latte.