Per la prima volta nella storia delle fonti rinnovabili l'energia solare fotovoltaica costa meno del nucleare. La notizia pubblicata sul New York Times. Lo avevano già detto gli esperti del MIT: nel mondo i costi del nucleare sono aumentati negli ultimi anni del 15% all'anno. Ora il solare costa negli Stati Uniti meno di 16 centesimi di dollaro a chilowattora (12,3 centesimi di euro/kWh), come dimostra lo studio “Solar and Nuclear Costs — The Historic Crossover.” di John Blackburn, docente di economia alla Duke University, in un sorpasso storico sul costo del nucleare, che, riferito ai costi delle centrali nucleari progettate nel Nord Carolina, è più che triplicato negli ultimi otto anni. Non solo: la tendenza del fotovoltaico è in ulteriore ribasso nei prossimi dieci anni e un uso combinato delle attuali tecnologie fotovoltaiche ed eoliche può far fronte all'intero fabbisogno energetico del Nord Carolina senza interruzioni dell'erogazione energetica.
Ma i costi del nucleare sono ancora maggiori, se si tiene conto degli enormi investimenti e incentivi pubblici necessari alla realizzazione futura delle centrali, la cui ricaduta è invece attuale per i cittadini che, oltre ai rischi, se ne sobbarcano le tasse. “Le implicazioni di ordine economico si riflettono anche nella cancellazione di commesse o nei ritardi nei tempi di consegna per il 90% delle centrali pianificate negli Stati Uniti”, osserva Mark Cooper, esperto in analisi economica dell'Istituto per l'Energia e l'Ambiente presso l'Università del Vermont. E, considerati i tempi lunghi necessari alla costruzione delle centrali e i ritardi connessi, l'utente di energia elettrica potrebbe pagare già oggi un aumento per un energia che sarà prodotta appena fra dodici anni, come invece richiedono le lobby industriali del nucleare al Congresso con il loro piano di finanziamento “construction work in progress”.
Nel 1985 la nota rivista statunitense di economia e finanza Forbes aveva dichiarato le centrali nucleari americane di prima generazione “un disastro manageriale nella storia dell'economia”. Doug Koplow, economista fondatore di “Earth Track” (società attiva in campagne d'informazione contro le politiche di sovvenzionamento statale di dubbia utilità per l'ambiente) descrive il finanziamento del nucleare come “un sistema artefatto, basato su enormi sussidi, clamorosi storni di capitale e continue sovvenzioni dei costi d'esercizio”.