Uno studio pubblicato su Nature suggerisce che nel corso degli ultimi cinquant'anni i ghiacci del Mare Artico hanno subito la maggior riduzione mai registrata da 1450 anni a questa parte.
Christopher Kinnard (Centro de Estudios Avanzados en Zona Aridas) e i suoi collaboratori hanno raccolto i dati necessari a ricostruire l'andamento dell'estensione dei ghiacci dell'Artico nei secoli scorsi. Dall'analisi accurata degli anelli di accrescimento degli alberi, dei carotaggi di ghiacciai e dei sedimenti lacustri e oceanici i ricercatori hanno potuto trarre informazioni sul comportamento dei ghiacci e calcolarne l'andamento negli ultimi 1450 anni. Per avere conferma delle bontà dei loro calcoli, poi, Kinnard e colleghi hanno confrontato le conclusioni relative agli ultimi due secoli con i dati reali dedotti dai diari di bordo delle navi, dai racconti storici e dalle osservazioni satellitari.
La conclusione alla quale sono giunti i ricercatori è che l'attuale declino dei ghiacci artici è, sia per intensità che per durata, il maggiore mai registrato finora, superando anche quello riconducibile al cosiddetto periodo del riscaldamento Medievale verificatosi tra l'800 e il 1300. Secondo lo studio, il fattore principale che governa questo declino dei ghiacci su scale delle decine di anni sembra essere una maggiore affluenza di acqua calda dell'Atlantico verso l'Artico.
Questi risultati non solo rafforzano l'idea che la distesa dei ghiacci sia un componente attivo della variabilità del clima artico, ma dimostrano che la recente flessione dei ghiacci artici nei periodi estivi è coerente con il riscaldamento globale di origine antropica.