fbpx La finestra dei due gradi | Scienza in rete

La finestra dei due gradi

Primary tabs

Read time: 2 mins

Limitare il riscaldamento globale entro la soglia dei 2° per la fine del secolo è possibile, ma diventerà sempre più difficile e costoso se non si riducono le emissioni di gas serra nel breve periodo. Queste le conclusioni dello studio di un gruppo di ricercatori svizzeri, austriaci e statunitensi, pubblicata su Nature Climate Change.

Gli scienziati hanno esaminato le innovazioni tecnologiche e i cambiamenti politici e sociali necessari per evitare che la temperatura media globale superi il limite fissato dagli accordi internazionali sul clima. Nel testo finale della conferenza di Doha, conclusa l'8 dicembre, la soglia critica dei due gradi è stata mantenuta tra gli obiettivi principali. Gli Stati che hanno accettato di continuare a ridurre le emissioni anche dopo la scadenza della prima fase del Protocollo di Kyoto rappresentano però solo il 15% dei gas sarra prodotti nel mondo, circa 50 gigatonnellate all'anno.

Le proiezioni mostrano che nel 2020 le emissioni supereranno le 55 gigatonnellate. Anche a questi livelli, scrivono gli scienziati, sarebbe possibile raggiungere l'obiettivo dei due gradi nel lungo periodo, ma solo mettendo in conto alti costi economici, alti rischi ambientali e sociali e affidandosi a previsioni estremamente ottimistiche sull'efficiacia delle tecnologie attuali e future. Secondo Joeri Rogelj, alla guida del progetto, per contrastare il cambiamento climatico “ci stiamo affidando completamente alla tecnologia di cattura e stoccaggio del carbonio, o a soluzioni ad alto consumo di suolo come la riforestazione e la produzione di biocombustibili. Se vogliamo ridurre la dipendenza dall'uso massiciccio di queste tecnologie, è necessario ridurre le emissioni entro il 2020 e usare l'energia in modo più efficiente”.

Con l'aumento delle emissioni, la finestra di opzioni disponibili per raggiungere l'obiettivo dei due gradi si restringe. “Se vogliamo tenere aperte più soluzioni – scrive Rogelj - dovremmo ridurre le emissioni globali tra le 41 e le 47 gigatonnellate di CO2 equivalente all'anno entro il 2020”. Lo studio sottolinea l'importanza di ridurre la domanda di energia e valorizzare l'efficienza al consumo finale, strategie già segnalate in diverse ricerche recenti. Nel frattempo, la produzione di energia da carbone dovrebbe essere rapidamente dismessa e sostituita con altre fonti meno inquinanti. “Se si volesse davvero raggiungere l'obiettivo dei due gradi – ha detto Kewan Riahi, responsabile del Programma Energia dello IIASA che ha partecipato alla ricerca – si dovrebbe chiudere una centrale a carbone ogni settimana per dieci anni”. 

Autori: 
Sezioni: 
Dossier: 
Indice: 
Clima

prossimo articolo

L’imaging cerebrale vede il sesso, ma anche il genere

Il sesso biologico e l'identità di genere sono rappresentati in reti neuronali diverse tra loro. Sono i risultati preliminari di una ricerca che ha esaminato quasi cinquemila preadolescenti nell’ambito di un ampio studio statunitense sullo sviluppo del cervello e la salute delle persone giovani. Obiettivo della ricerca è indagare in che modo l’appartenere a uno o l’altro sesso può influire sul presentarsi di diverse patologie neurologiche, e per farlo ha incluso anche i dati riferiti alle persone che dichiarano una diversa identità di genere, mettendo in luce differenze nelle reti neuronali. Con buona pace di chi non ci crede

La divaricazione rischia di farsi sempre più ampia: da una parte chi nega la potenziale distanza tra sesso e genere e preferisce parlare di una supposta “teoria del gender” e dall’altra il progredire degli studi sulle identità di genere che via via cercano di fare luce su come si origina questa identità e le eventuali incongruenze.