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Sconcerto del Gruppo 2003 sul metodo Stamina

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Il Gruppo 2003 che raccoglie, fra gli altri, i medici e i ricercatori più citati nella letteratura scientifica internazionale, esprime un profondo sconcerto per la decisione del Ministro di consentire la prosecuzione di terapie con cellule “staminali” secondo il metodo Stamina. Il Gruppo 2003 ribadisce i principi già espressi nel documento delle società scientifiche nazionali e internazionali.

1) Esprimiamo innanzitutto solidarietà e comprensione per le famiglie dei pazienti. Riteniamo che proprio in un ottica di rispetto delle sofferenze dei pazienti e delle loro famiglie sia essenziale che le terapie innovative vengano sviluppate con metodi rigorosi e trasparenti, in contesti di provata certificazione a livello internazionale.

2) Riteniamo che approvare scorciatoie per metodi che non rispettano i criteri di sicurezza, trasparenza e qualificazione medico-scientifica, non sia rispettoso nei confronti delle ansie  e delle  sofferenze dei pazienti e delle loro famiglie. 

3) Riteniamo che sia doveroso dare speranza ai pazienti, ma che la vera speranza consista nella ricerca medica rigorosa e trasparente, al di fuori della quale si alimentano illusioni prive di fondamento come già tante volte è successo in passato.

4) Esprimiamo preoccupazione che il principio che viene introdotto apra la porta alla creazione di situazioni di fatto per l’uso di terapie prive di ogni fondamento, con grave danno per la salute di tutti.

5) Infine, è motivo di grave preoccupazione il fatto che, come già successo in passato (caso Di Bella), risorse pubbliche vengano utilizzate per sperimentazioni o pseudo sperimentazioni,  non qualificate per metodologia e contenuti, una preoccupazione ancora più grave in una fase di tagli alla spesa sanitaria e di difficoltà ad avere accesso a terapie innovative di provata efficacia per i pazienti.

Alberto Mantovani per Il Gruppo 2003 per la Ricerca Scientifica


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Superdiffusore: il Lancet ricostruisce la storia di una parola che ha avuto molti significati

Un cerchio tutto formato di capocchie di spillo bianche con al centro un disco tutto formato da capocchie di spillo rosse

“Superdiffusore”. Un termine che in seguito all’epidemia di Covid abbiamo imparato a conoscere tutti. Ma da dove nasce e che cosa significa esattamente? La risposta è meno facile di quello che potrebbe sembrare. Una Historical review pubblicata sul Lancet nell’ottobre scorso ha ripercorso l’articolata storia del termine super diffusore (super spreader), esaminando i diversi contesti in cui si è affermato nella comunicazione su argomenti medici e riflettendo sulla sua natura e sul suo significato. Crediti immagine: DALL-E by ChatGPT 

L’autorevole vocabolario Treccani definisca il termine superdiffusore in maniera univoca: “in caso di epidemia, persona che trasmette il virus a un numero più alto di individui rispetto alle altre”. Un recente articolo del Lancet elenca almeno quattro significati del termine, ormai familiare anche tra il grande pubblico: