fbpx Chi ha ragione sul cambiamento climatico? | Scienza in rete

Chi ha ragione sul cambiamento climatico?

Primary tabs

Read time: 3 mins

In un recente articolo apparso sulla rivista scientifica Climate Change, il noto climatologo americano Richard Somerville ha commentato quale sia la percezione del pubblico riguardo al cambiamento climatico. Dopo il climategate e le polemiche sull'IPCC dello scorso anno, in effetti l'opinione pubblica è molto disorientata. Sui media posizioni scettiche/negazioniste sulla componente antropica del cambiamento climatico si disputano la scena con posIzioni che invece danno per consolidato la "realtà" del riscaldamento globale per mano dell'uomo.

Anche in Scienza in rete riecheggia questo dibattito con il recente "botta-e-risposta" fra Ernesto Carafoli e Vincenzo Balzani, a partire dalla ritrattazione di Al Gore sui biocarburanti.

Richard Sommerville ha voluto fare il punto sulla questione ponendosi la questione della distorta percezione pubblica dei dati scientifici, arrivando a proporre alcuni messaggi sintetetici e a suo dire difficilmente contestabili riguardo al cambiamento climatico e al modo di procedere della scienza. Eccoli:

Le conoscenze scientifiche riguardo i cambiamenti climatici sono ben dimostrate e indiscutibili. Il pianeta terra si sta surriscaldando, questo è dimostrato da un aumento medio globale delle temperature dell'aria e delle acque, dallo scioglimento dei ghiacci e dall'aumento del livello del mare. È stato inoltre dimostrato che la principale causa del riscaldamento globale è l'attività umana, ed in particolare è la diretta conseguenza di un aumento nell'atmosfera di CO2 prodotta in seguito alla combustione di carburanti fossili.

L'effetto serra è un fenomeno ben compreso. La CO2 agisce intrappolando il calore sulla superficie terrestre. Noi siamo in grado di misurare la concentrazione di CO2 e di dimostrare che la concentrazione di CO2 nell'atmosfera sta aumentando a causa delle attività umane.

Le nostre previsioni riguardo ai cambiamenti climatici si stanno avverando. Questo è vero ad esempio per lo scioglimento dei ghiacci o per l'aumento del livello del mare. È altrettanto vero che se non verranno presto presi provvedimenti in tal senso un cambiamento climatico grave e irreparabile è inevitabile.

Le tesi scettiche sui cambiamenti climatici sono più volte state smentite in articoli specializzati e libri.

La scienza ha una sua etica interna e una serie di controlli di veridicità. La scienza è una ricerca continua che si pone delle domande e trova le risposte attraverso osservazione delle realtà e dimostrazioni. Ogni articolo che viene pubblicato viene sottoposto a verifica da parte di esperti del settore e criticato prima di essere accettato e reso pubblico.

Le organizzazioni scientifiche del mondo hanno esaminato e confermato i risultati delle scienze climatiche. Oggi la cosa più importante da fare nell'affrontare la sfida del cambiamento climatico è informarsi, conoscere ciò che la scienza ha scoperto e accettarlo. In tal senso un buon punto di partenza è rappresentato dai resoconti che annualmente l'IPCC pubblica sul suo sito http://www.ipcc.ch

Richard Sommerville. How much should the public know about climate science?. Climatic Change 2011; 104: 509 (leggi)

Articoli correlati

Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

L’imaging cerebrale vede il sesso, ma anche il genere

Il sesso biologico e l'identità di genere sono rappresentati in reti neuronali diverse tra loro. Sono i risultati preliminari di una ricerca che ha esaminato quasi cinquemila preadolescenti nell’ambito di un ampio studio statunitense sullo sviluppo del cervello e la salute delle persone giovani. Obiettivo della ricerca è indagare in che modo l’appartenere a uno o l’altro sesso può influire sul presentarsi di diverse patologie neurologiche, e per farlo ha incluso anche i dati riferiti alle persone che dichiarano una diversa identità di genere, mettendo in luce differenze nelle reti neuronali. Con buona pace di chi non ci crede

La divaricazione rischia di farsi sempre più ampia: da una parte chi nega la potenziale distanza tra sesso e genere e preferisce parlare di una supposta “teoria del gender” e dall’altra il progredire degli studi sulle identità di genere che via via cercano di fare luce su come si origina questa identità e le eventuali incongruenze.