Questa non è una recensione. Ma una recensione multipla. Non è opera dell’autore di questo articolo. Ma di gruppo di recensori piuttosto numeroso: presieduto per l’occasione Paolo Rossi, storico delle idee scientifiche, e di cui l’autore dell’articolo è parte, insieme a molti altri collaboratori di Scienzainrete – come Carlo Bernardini, Giovanni Bignami, Giulio Giorello, Giulio Peruzzi. I libri sono cinque. La cinquina dei libri finalisti del Premio letterario Galileo per la divulgazione scientifica 2010, organizzato dal Comune di Padova e fortemente voluto dal sindaco Flavio Zanonato. La pubblica recensione è avvenuta venerdì scorso, 22 gennaio. E ve ne diamo notizia per due motivi.
In primo luogo perché due dei cinque libri pubblicati tra il 2008 e il 2009 ritenuti degni di rilievo sono già noti ai lettori di (o forse bisognerebbe dire ai naviganti in) Scienzainrete: si tratta di I Geni altruisti. Come il DNA può essere usato per migliorare la nostra vita di Gabriele Milanesi (Mondadori, 2009) e di I vaccini dell’era globale di Rino Rappuoli e Lisa Vozza (Zanichelli 2009). Il che vuol dire che i recensori di Scienzainrete avevano visto giusto. Gli altri tre libri entrati in finale sono: Il fascino della matematica. Un viaggio attraverso i teoremi, di Antonio Ambrosetti (Bollati Boringhieri 2009); La Guerra dei Buchi Neri di Leonard Susskind (Adelphi 2009) e La lettera di Pascal. Storia dell’equazione che ha fondato la teoria della probabilità, di Keith Devlin (Rizzoli 2008).
Il secondo motivo ha un carattere più generale. E riguarda la seconda fase del premio, che si concluderà il prossimo 5 maggio con la scelta dell’opera vincitrice. Perché la giuria si allarga, passando da meno di venti a oltre 2.500 recensori. Ma soprattutto perché cambia. I recensori saranno, infatti, ragazzi che frequentano le IV classi delle medie superiori distribuiti in tutte le province italiane. I nuovi giovani recensori leggeranno, discuteranno e poi sceglieranno il libro che più li ha convinti tra i cinque scelti dalla giuria di adulti. Poi molti di loro si ritroveranno a Padova il 5 maggio in occasione della proclamazione del vincitore.
Un coinvolgimento davvero importante questo dei ragazzi. Perché, come ha detto Paolo Rossi in apertura dei lavori della giuria: «Oggi anche tra gli scienziati è diffusa la consapevolezza che è bene allargare le basi della cultura scientifica e non limitarsi alla ricerca di frontiera». E cosa c’è di meglio per allargare le basi della cultura scientifica e costruire i nuovi diritti di cittadinanza nella società della conoscenza che avvicinare gli scienziati ai giovani, in un rapporto in cui i giovani non sono visti come fruitori passivi, ma come attori, capaci di esprimere un giudizio critico? Per questo motivo la scelta di un vincitore e la proclamazione del 5 maggio sono solo la coda di un distillato molto più corposo.