Quando
le indagini scientifiche vengono effettuate mentre il processo decisionale è
ancora in corso, la tutela dei cittadini è maggiore. In questo modo infatti i
dati raccolti possono essere utilizzati per indirizzare le politiche e
orientarle affinché dal punto di vista sanitario e ambientale le garanzie per
le popolazioni locali siano maggiori.
Questo approccio può riguardare molte
situazioni di rischio, ad esempio la gestione dei rifiuti.
In
Italia la valutazione di impatto sulla salute (VIS) viene eseguita più
comunemente ex post, per effettuare una verifica degli impatti. Tuttavia dal
caso di studio sviluppato ad Arezzo, nell’ambito del progetto europeo HIA21, è
emerso che se la VIS viene effettuata come strumento di supporto al processo
decisionale, le politiche possono trarne un positivo beneficio e
conseguentemente anche il benessere dei cittadini e del territorio in cui
vivono.
Nella città toscana infatti si è verificato un caso di efficace
sinergia tra amministratori e comunità scientifica a vantaggio di una
pianificazione nella gestione dei rifiuti che ha tenuto in forte considerazione
anche le posizioni della popolazione, oggetto di uno specifico percorso di
partecipazione che ha innalzato il livello di conoscenze nella comunità.
Uno
dei risultati del percorso intrapreso ad esempio è stata la scelta effettuata nel nuovo
piano interprovinciale ad Arezzo a favore della raccolta differenziata, che è
passata dall’obiettivo del 65% al 70%, a discapito dell’ipotesi di raddoppio
della potenzialità dell’inceneritore.
Nello specifico il modello adottato nel progetto HIA21, che vede tra i
suoi partner il
Cnr, Arpa Emilia Romagna, il Coordinamento delle Agende 21 locali italiane, ISDE
Medici per l’Ambiente Italia, la Fondazione Mario Negri Sud, il Comune di
Lanciano, l’Usl 8 di Arezzo e la provincia di Chieti, ha previsto l’uso del metodo più avanzato per la
stima dei rischi di una coorte di residenti esposti alle ricadute
dell’inceneritore localizzato nell’area di San Zeno.
In particolare nello
studio è stato costruito il profilo di esposizione ambientale agli inquinanti
per ciascun soggetto incluso nel campione nell’arco di un decennio di storia
residenziale individuale, ricostruita mediante associazione delle anagrafi
comunali con le schede di mortalità e di ricovero ospedaliero dei comuni di
Arezzo e Civitella in val di Chiana (AR). Per quanto concerne i rischi sono
stati calcolati raffrontando le classi di esposizione più elevata con quella
più bassa, presa come confronto, tenendo in considerazione anche lo
stato socio-economico delle persone. Ad
ogni civico è stata quindi attribuita l’esposizione relativa a ciascun
inquinante considerato.
Dall’identificazione della coorte è stato possibile
calcolare ed attribuire per ogni persona l’esposizione storica alla fonte in
studio ed alle altre principali presenti nell’area.
Sono state analizzate
malattie con tempo di latenza breve, inferiore al periodo di funzionamento
dell’inceneritore, quali ad esempio le cardiovascolari o respiratorie e tra le
neoplasie, le leucemie e i linfomi. L’analisi di mortalità ha mostrato lievi
eccessi per entrambi i sessi per cause cardiovascolari ischemiche e nelle sole
donne per malattie respiratorie.
Per
quanto concerne i ricoveri in ospedale sono stati riscontrati eccessi per
entrambi i sessi per malattie cardiovascolari e urinarie ed un lieve eccesso di
rischio di nascita pretermine. Trattandosi però di malattie riconducibili a più
cause ed essendo presenti diverse fonti di inquinamento, è possibile che nelle
aree di sovrapposizione delle ricadute degli inquinanti ci sia stato un effetto
combinato dell’inceneritore e di altri impianti.
Nel caso di Arezzo la
principale difficoltà emersa riguarda proprio la presenza di fonti industriali con ricadute in aree
parzialmente sovrapposte che, per quanto concerne l’esposizione nel tempo dei
residenti, deve essere indagata più a fondo.
In conclusione è emersa la necessità di adottare un approccio integrato che consenta di compiere analisi complete di area che prendano in considerazione tutte le fonti di esposizione. In particolare le verifiche degli impatti di nuovi piani e progetti condotte attraverso la VIS dovrebbero essere effettuate a monte dell’approvazione di tutti i singoli interventi potenzialmente impattanti su ambiente e salute, dai piani industriali, a quelli che riguardano i trasporti o la pianificazione urbana. Solo così sarà possibile individuare e prevenire effetti concomitanti a carico delle popolazioni interessate dalle decisioni.
Istituto di Fisiologia Clinica CNR Pisa e Coordinamento delle Agende 21 locali italiane