
Doppiato il secondo anno nella distrazione generale, l’alluvione di maggio 2023 in Emilia-Romagna è stata seconda solo a quella del Polesine del 1951. Nella ricostruzione e nelle opere di adattamento bisogna farsi guidare dalla bussola della “invarianza climatica”, un nuovo concetto proposto da Marco Marani, docente di idrologia all'Università di Padova e direttore del Centro Critical di Rovigo, in collaborazione con la Fondazione RETURN. «Bisogna che i nostri interventi garantiscano alla popolazione che da qui a fine secolo non aumenti il rischio a cui saranno esposte. E questo nonostante il fatto che il riscaldamento globale sia destinato ad aumentare l’intensità delle precipitazioni in quell’area particolarmente vulnerabile del 30-50%». Questo l’impegno del ricercatore, intervistato da Luca Carra.