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Lavoisier nell’italiana favella

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La mostra di libri antichi che si aprirà in settimana presso il Dipartimento di Chimica “G. Ciamician” dell’Università di Bologna nell’ambito di Artelibro 2010, presenterà anche il Trattato Elementare di Chimica del Sig. Lavoisier, recato dalla francese nell’italiana favella e corredato da annotazioni da Vincenzo Dandolo veneto.

Il Traité di Antoine Laurent Lavoisier (1743-1794), pubblicato in Francia nel 1789, uscì in Italia nel 1791. La prima edizione andò esaurita dopo soli quattro mesi, la seconda comparve nel 1792 e la terza, che si potrà ammirare nella storica Biblioteca progettata da Collamarini, è del 1796. La pubblicazione del primo tomo della prima versione italiana del Traité di Lavoisier fu annunciata nel mese di agosto del 1791 dall’Antologia Romana. Più che una rivista, l’Antologia Romana era un austero bollettino di poche pagine.

L’estrema sobrietà si accompagnava a un contributo informativo di tutto rispetto, che ignorava i confini fra le culture. Il n.6, vol. 18, dell’agosto 1791, conteneva tre articoli e un avviso librario. Le materie trattate negli articoli erano chirurgia, fisica e chimica. Quello di chirurgia riguardava le conseguenze di alcuni interventi sugli arti inferiori a seguito di fratture o malattie ossee. Quello di fisica si occupava del fenomeno che oggi definiamo “innalzamento ebullioscopico”, ossia dell’aumento del punto di ebollizione di un solvente a seguito della dissoluzione di un soluto.

Quello di chimica trattava le reazioni colorate del cosiddetto alcali flogisticato (forse ferrocianuro di potassio) con i metalli, riferendo in particolare un’esperienza di Wernberger con sali di mercurio. Accanto a questi resoconti, ecco l’avviso librario relativo all’uscita del primo tomo degli Elementi di Chimica di Lavoisier. Il secondo, contenente tredici tavole in rame, sarebbe uscito cinquanta giorni dopo e il terzo in seguito.

Sappiamo che le tavole le aveva disegnate Marie Anne Paulze Lavoisier, moglie dell’Autore. Anche lei era appassionata di chimica. Aveva tradotto per il marito il Saggio sul flogisto e la costituzione degli acidi di Richard Kirwan ed era stata allieva del celebre pittore David che, tra l’altro, la ritrasse accanto al marito. Ciascun tomo rilegato costava sei lire e mezza venete.

L’edizione, secondo l’avviso, era una delle più esatte e delle più belle. L’opera era degna del pubblico accoglimento perché l’Italia era priva di un corso elementare di chimica che comprendesse le scoperte moderne e, in tutta Europa, l’opera stata ben accolta nella lingua originale.

Il traduttore era zelante, colto e aveva accompagnato con note la traduzione. La pubblicazione voleva risollevare l’arte farmaceutica dall’oscurità in cui giaceva e venire incontro alle esigenze di coloro (medici, speziali, uomini comuni) che desideravano una spiegazione dei fenomeni naturali su basi fisico-chimiche, piuttosto che ricorrere a ipotesi ed imposture.

Non meno importanti poi erano l’originalità delle scoperte, delle idee e degli esperimenti di Lavoisier. L’avviso si concludeva informando gli interessati dove si poteva acquistare il volume. Il fatto che il Traité élèmentaire de chimie rappresenti, in pratica, l’atto di nascita ufficiale della chimica moderna, giustifica il forte richiamo che esercita tuttora. I primi due tomi della versione italiana sono di Lavoisier, il terzo e il quarto sono supplementi alla traduzione e contengono rispettivamente l’Esame delle affinità chimiche di Morveau e i Dizionari di nomenclatura chimica del traduttore. Secondo lo stesso Lavoisier, il Traité fu “un’opera di ragionamento”, ossia di codificazione epistemologica. Costruito intorno al pilastro delle combinazioni dell’ossigeno, non è d’immediata interpretazione per chi è digiuno di chimica, ma non mancano i testi divulgativi.

Vincenzo Dandolo, primo traduttore italiano, nacque a Venezia nel 1758. Era figlio di un farmacista e compiuti i venticinque anni, come raccontano i biografi, dava già nome alla paterna officina. Si adoperò alacremente per diffondere in Italia la “nouvelle chimie” di Lavoisier anche con i Fondamenti della scienza chimico-fisica applicati alla formazione de’ corpi ed ai fenomeni della natura (Venezia,1802). Si diede poi alla politica. Trasferitosi a Varese si occupò di economia campestre e rigenerazione agraria e queste attività formarono la sua delizia. Scrisse sull’allevamento delle pecore, l’uso dei letami, la coltivazione delle patate, l’allevamento dei bachi da seta. Napoleone lo nominò Provveditore Generale della Dalmazia. Morì il 12 dicembre 1819.

Dopo più di due secoli, nel 2007, è stata pubblicata una nuova traduzione del Traité curata Sandra Tugnoli Pàttaro.

A. L. Lavoisier, Trattato elementare di chimica (a cura di Vincenzo Dandolo), 4 Tomi. I ed., Zatta, Venezia, 1791; III ed., Curti, Venezia, 1796
A. L. Lavoisier, Trattato elementare di chimica, parte I ( a cura di Sandra Tugnoli Pattaro) Edizioni Baiesi, Bologna, 2007
A. Mieli, Lavoisier, ECIG, Genova, 1993
F. Abbri, Le terre, l’acqua, le arie, Il Mulino, 1984
R. Hoffman, M.me Lavoisier, American Scientist, 2002, 90(1), 22

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