fbpx Dalla comunicazione medica all’invecchiamento cellulare | Scienza in rete

Dalla comunicazione medica all’invecchiamento cellulare

Primary tabs

Luis A. Nunes Amaral, co-direttore del Northwestern Institute on Complex Systems, durante la Flexner Dean's Lecture Series del 13 giugno 2016 alla Vanderblit University - School fo medicine.

Tempo di lettura: 2 mins

Ecosistemi, Internet, i processi interni di una cellula, l’attività di un’azienda. Tutti questi sono esempi di sistemi di tipo complesso, dotati cioè di un grande numero di componenti regolati da leggi che possono variare e dalle interazioni fra di loro, a diversi livelli. Questi sistemi sono adattativi, perché si comportano in maniera diversa in contesti e condizioni diverse.

Lo studio di questi sistemi è l’obiettivo del gruppo di ricerca guidato da Luís Amaral, professore alla Northwestern University e co-direttore del Northwestern Institute on Complex Systems. Fra i temi affrontati nel suo laboratorio c’è, per esempio, quello della comunicazione fra operatori sanitari, poiché i processi di elaborazione, gestione e trasmissione delle informazioni mediche rappresentano un esempio di sistema complesso, dal momento che coinvolge molti elementi che interagiscono fra di loro.

Luís Amaral (Northwestern University) – Intervista realizzata durante il corso Advances in Complex Systems, organizzato a Como dal Centro per la Complessità e i Biosistemi dell’Università di Milano.

Qualcosa di simile accade nei processi di invecchiamento: gli organismi sono composti da molte cellule diverse, appartenenti a tessuti diversi che non invecchiano con la stessa velocità. In sistemi di questo tipo ci sono fenomeni di adattamento e plasticità, e svariate dinamiche che entrano in gioco. Ciò fa sì che tali sistemi non agiscano in maniera rigidamente deterministica. E ciò fa anche sì che il loro studio sia una sfida molto impegnativa.


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Il ruolo dell’effetto cul-de-sac nell’alluvione in Emilia-Romagna

operazioni di soccorso in alluvione 2023

Dopo l’Emilia-Romagna, quest’anno è il Friuli ad essere colpito dalla pioggia intensa, dove i costi umani ammontano già a due vittime e centinaia di sfollati. Uno studio della Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC) aggiunge ora un nuovo tassello alla comprensione di ciò che è accaduto nell’emiliano nel 2023 e nel 2024. Si tratta dell’"effetto cul-de-sac”: un’area di bassa pressione ha convogliato aria umida verso la regione per giorni, rimasta intrappolata tra le montagne, portando così a precipitazioni continue. Ne abbiamo parlato con Enrico Scoccimarro, a capo dello studio.

Immagine di copertina: operazioni di soccorso a Coccolia di Ravenna. Crediti: Gabriele Dibiase/Wikimedia Commons. Licenza: CC BY-SA 4.0

Tornano l’inverno, il conto alla rovescia per il Natale e insieme tornano le paure per allagamenti e inondazioni. Secondo l’ISPRA oltre 8 milioni di persone in Italia vivono in Regioni (Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Veneto, Lombardia e Liguria) fortemente esposte al rischio di frane e alluvioni, pari a circa il 14% della popolazione (rispettivamente, il 2,2% e il 11,2%).