fbpx October 2022 | Scienza in rete

October 2022

Chiamatelo sonno. Perché dobbiamo tornare a dormire

La siesta (1890), Vincent Van Gogh. Olio su tela, Musée d'Orsay. Crediti: Wikimedia

Si muore prima per deprivazione di sonno che per deprivazione di cibo; eppure sappiamo il cibo a cosa serve, mentre il sonno no. Nonostante il mistero che ancora avvolge - almeno in parte - la sua funzione biologica, dalla ricerca scientifica emergono sempre più indizi riguardo il ruolo fondamentale del sonno nel mantenere il benessere dell’individuo, nel corpo e nella mente.

Per sgonfiare i "palloncini" delle emissioni servono rinnovabili e concertazione pubblica

L'ultimo World Energy Outlook è chiaro: gli stati hanno alzato la loro ambizione climatica, con le attuali promesse si arriverebbe ai 1,8°C per fine secolo. Solo se mantenute completamente, altrimenti resteremmo sui 2,5°C - comunque meno di quanto previsto con le politiche pre Accordo di Parigi. Questo serva da stimolo per aumentare l'impegno in rinnovabili, investimenti e ricerca, per tutti i governi, compreso quello italiano appena nato.

Crediti immagine: IEA World Energy Outlook

All’inizio del nuovo World Energy Outlook appena uscito dell’Agenzia internazionale per l’energia (IEA), dei palloncini colorati rendono bene l’idea di quanto sta accadendo: un miglioramento delle politiche climatiche ed energetiche dei paesi rispetto al periodo pre Accordo di Parigi.

Tutti i costi della salute

In Salute a tutti i costi. La sostenibilità della ricerca farmaceutica tra ambiente, economia e società (Codice edizioni 2022) Nicole Ticchi racconta tutti i costi della salute, aprendoci gli occhi sugli impatti ambientali e sociali della filiera della sanità, dalla ricerca alla distribuzione, dall'industria allo smaltimento dei rifiuti.

Immagine: Pixabay

La salute è soprattutto «un progetto di prevenzione», dice Nicole Ticchi, chimica farmaceutica e comunicatrice scientifica, nelle prime pagine del suo Salute a tutti i costi. La sostenibilità della ricerca farmaceutica tra ambiente, economia e società (Codice edizioni 2022, 240 pagine, 16€). Un bel libro scritto in prima persona e pieno di dati, né troppi né troppo pochi, ma necessari per comprendere meglio e toccare con mano quali sono tutti i costi della salute, non solo economici.

La salute di adolescenti transgender e il rischio di strumentalizzazione

Gli SOC8, le nuove linee guida World Professional Association for Transgender Health (WPATH) aggiornate a settembre, hanno portato con sé molte discussioni, in gran parte allarmistiche e parziali,  per il capitolo dedicato all'adolescenza e soprattutto per la rimozione di precisi limiti d’età nel caso sia indicato fornire trattamenti medici e chirurgici di affermazione di genere. Ma per comprendere questa svolta è utile provare comprendere l’approccio - e quindi dell’operato - della WPATH alla luce dello stato della ricerca.

Crediti immagine: Freepik

Il 15 settembre, la World Professional Association for Transgender Health (WPATH) ha aggiornato il Gold Standard delle cure per la salute delle persone transgender e gender diverse (tgd). Le linee guida della WPATH consistono fondamentalmente in un insieme di indicazioni cliniche, basate sui migliori studi scientifici disponibili e l’expertise professionale, con lo scopo di formare e orientare il personale e i programmi sanitari a livello internazionale.

La crisi della riproducibilità dei dati scientifici: che fare?

Crediti immagine: Freepik

La riproducibilità, cioè la possibilità di riprodurre un risultato scientifico quando un esperimento viene ripetuto da un diverso gruppo di ricerca, è considerata uno dei fondamenti che legittimano lo status della scienza. In realtà, sovente viene usato anche un altro termine, replicabilità, e nella letteratura scientifica c’è parecchia confusione.

Tumore al seno: un algoritmo per aiutare gli oncologi a scegliere le migliori terapie

Un gruppo di oncologi, statistici, matematici e fisici dell'Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari ha messo a punto un algoritmo per prevedere se una donna trattata per un tumore al seno andrà incontro a un nuovo episodio di malattia nei 5 e 10 anni successivi sulla base delle caratteristiche del tumore e delle terapie ricevute. Attualmente il modello di riferimento per scegliere il piano terapeutico da offrire a una donna con tumore al seno è quello delle breast unit gruppi multidisciplinari che esaminano collegialmente i casi anche facendo riferimento alle linee guida internazionali. Il lavoro di queste unità potrebbe beneficiare dell'aiuto di sistemi come questo, soprattutto se ben validati su una popolazione omogenea con quella del territorio di riferimento del centro clinico. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista PLOS ONE. Immagine di Roo Reynolds (CC BY-NC 2.0).

Nel 2020 in Europa sono stati diagnosticati circa 355 500 nuovi casi di tumore al seno, corrispondenti al 30% delle diagnosi di nuovi tumori ricevute in totale dalle donne europee in quell’anno. Le morti associate sono state quasi 92 000 e rappresentano tra il 15% e il 20% del totale delle morti causate dal cancro tra le donne.

Scendi a terra fa caldo! Come riscaldamento globale e deforestazione cambiano le abitudini dei primati

L’aumento delle temperature e la deforestazione spingono lemuri e scimmie arboricole a scendere a terra per cercare fresco e acqua. Questi i risultati di uno studio condotto su larga scala, a cui hanno lavorato ricercatori italiani, che indaga i fattori biologici ed evolutivi alla base di questo cambio di stile di vita.

Crediti fotografici: Carolien van Oijen su Unsplash

Le temperature stanno salendo, in alcune zone del pianeta più che in altre. Nelle foreste tropicali, il calore è più intenso tra le fronde, esposte direttamente ai raggi solari, mentre il sottobosco conserva un microclima più stabile e fresco. E così, per fare fronte al caldo, i primati arboricoli possono cercare refrigerio scendendo a terra, cambiando quindi totalmente le proprie abitudini e trovandosi ad affrontare nuove insidie come predatori terrestri e cacciatori.

Mark Jacobson: 100% rinnovabili obiettivo possibile

Abbiamo intervistato Mark Z. Jacobson, top scientist della Stanford University, che ci spiega la sua visione di una transizione a un sistema di energia 100% rinnovabile in trent'anni senza rischi di blackout. E senza nucleare.

Crediti immagine: TED/James Duncan Davidson. Licenza: CC BY-NC 2.0

Solo fotovoltaico, eolico e idroelettrico. Niente cattura e sequestro del carbonio, niente nucleare, niente, ovviamente, fonti fossili. Passare entro il 2050, ma forse anche prima, al 100% di energia rinnovabile, è possibile. Così la pensa Mark Z. Jacobson, professore di ingegneria civile e ambientale, e direttore del Programma Atmosfera/Energia dell’Università di Stanford e fra gli ispiratori del Green New Deal statunitense.

Crisi energetica del gas: winter is coming

Il conflitto Russia-Ucraina ha inevitabilmente portato con sé sanzioni, progressiva riduzione delle forniture di gas russo, impennata dei prezzi e caro bollette. L’Italia, come il resto dell’Unione Europea, sta cercando di rimpiazzare la quasi totalità dei metri cubi di gas importati dalla Russia nel 2021, un’impresa non scontata considerata la dipendenza raggiunta negli ultimi dieci anni.

Crediti immagine: Ayesha Firdaus/Unsplash

L’inverno sta arrivando. La situazione attorno alla crisi energetica del gas evolve con cadenza quasi quotidiana per le fluttuazioni sia dei prezzi sia degli approvvigionamenti stessi e una delle domande ricorrenti degli ultimi tempi è se riusciremo a sostituire le forniture energetiche russe. Per capire i possibili scenari futuri, partiamo dal far luce sulla distribuzione del gas naturale nel nostro Paese e sui cambiamenti avvenuti negli ultimi mesi.