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August 2022

Riconoscere i numeri, un’abilità innata

Uno studio pubblicato su PNAS e guidato da Giorgio Vallortigara, neuroscienziato dell’Università di Trento, dimostra la presenza dei neuroni del numero, deputati a riconoscere specifiche quantità, già nei pulcini di pochi giorni di vita: la loro presenza in animali così giovani, in precedenza era stata osservata solo nei primati e nei corvi adulti, suggerisce che la capacità di riconoscere i numeri non sia frutto di apprendimento ed esperienza bensì rappresenti un’abilità innata.

All’inizio del ‘900, Hans “il cavallo intelligente” stupiva il pubblico per la sua abilità con i calcoli aritmetici. Abilità che si rivelò in seguito non collegata a particolari doti matematiche, bensì alla grande sensibilità di Hans nell’interpretare e rispondere a involontari segnali umani che gli indicavano se stava dando la risposta corretta. Se la storia di Hans non ha potuto dimostrare nulla sul rapporto degli animali con i numeri, numerose ricerche successive hanno invece potuto fornirci molte informazioni.

Il declino della resilienza delle foreste a livello globale

Un recente studio, basato sull’analisi di dati satellitari e su tecniche di machine learning, mostra come le foreste del pianeta siano diventate più fragili nel corso degli ultimi vent’anni e che oltre il 20% delle foreste intatte mostra già di trovarsi in uno stato critico, di grave fragilità. Questa diminuita resilienza è correlata alla variabilità climatica, come le oscillazioni in termini di precipitazioni e temperatura. Sono dati che rendono più che mai urgente mettere a punto strategie di mitigazione e adattamento per far fronte a questa accresciuta fragilità delle foreste ed evitare di comprometterne la funzionalità.

Crediti immagine: Andrew Coelho/Unsplash

Le foreste hanno un ruolo fondamentale per la vita sul pianeta e offrono molti e importanti servizi ecosistemici. In alcune aree, Europa compresa, la loro estensione è anche aumentata nel corso degli ultimi trent’anni circa. Ma se, nel frattempo, le foreste fossero anche diventate più fragili?

L'estetica dell'Antropocene

Esistono influencer anche nel mondo animale, sebbene inconsapevoli: le specie considerate più belle e carismatiche sono quelle più conosciute e con un maggior supporto alla conservazione. Eppure la crisi della biodiversità che stiamo attraversando richiede un approccio più olistico che vada al di là delle apparenze e il contributo di scienziati e umanisti.
Photo by Diogo Hungria /Unsplash

Quanto conta l’aspetto esteriore per un pesce? Molto, e non (solo) per la scelta del partner: i pesci più belli agli occhi umani sono quelli più studiati e anche maggiormente tutelati. A suggerirlo uno studio sui pesci delle barriere coralline, habitat di cruciale importanza ecologica che ospita animali e vegetali di ogni forma e colore e protegge le coste dall’erosione, ma tormentato dal riscaldamento climatico e dall’inquinamento dei mari.